Presentiamo le omelie del nostro Vescovo emerito Mons. Giancarlo Vecerrica per la Novena della Madonna del Buon Gesù 2017. Cliccando questi link troverete le omelie precedenti:
- 1° giorno – Ritornare alla madre del nostro popolo
- 2° giorno – Madre dei poveri, cioè dei giovani
- 3° giorno – La Madre delle nostre famiglie
- 4° giorno – Madre della nostra città e perciò dei nostri giovani
Qui sotto l’omelia per il 5° giorno, cioè il 3 settembre.
In questi giorni abbiamo riflettuto sui temi della la Madonna, Madre del nostro popolo; Madre dei poveri, cioè dei giovani; Madre delle nostre famiglie e della nostra città. Ora al quinto giorno ci diamo questo tema: la Madonna è la Madre che trasmette la fede. Infatti per trasmettere la fede cristiana, che non è un’ideologia ma che è vita, occorre sempre la Madre.
- La fede cristiana vive nella tradizione del popolo cristiano.
Ripartiamo dal quadro della Madonna del Buon Gesù, che sfida i secoli per essere segno del fiume di vita che ci ha salvati e ci salverà. La fede cristiana ci è donata dalla tradizione: “tradere” viene dal latino e vuol dire comunicare. La fede da trasmettere è una vita nuova, quella divina, che scorre nelle nostre vene. Che bella missione è nata con il Vangelo, quando Gesù lascia agli Apostoli questa esortazione: “Andate dovunque e ammaestrate tutte le nazioni … “(Mt 28,19). La prima comunità cristiana nasce attorno alla Madonna per svolgere questo compito dato da Gesù, come è raccontato negli Atti degli Apostoli (Atti 1,8): “Mi sarete testimoni a Gerusalemme … e fino agli estremi confini della terra”. E’ una missione indispensabile: non si tratta di trasmettere una cosa qualsiasi, ma di comunicare la Presenza salvatrice di Gesù che ci viene donata dalla Madonna. E’ stato così anche nel nostro territorio. Ricordiamoci che la maestra della comunicazione è la Mamma della nostra fede. La Madonna del Buon Gesù è stata proposta e indicata dai nostri padri come la strada sicura per incontrare Gesù, unico salvatore, indispensabile per la rinascita personale, familiare e sociale della nostra città.
Sull’educazione alla fede da riscoprire e riproporre ci dedicai la mia prima lettera pastorale intitolata: “Chiesa, torna ad educare”.
- Chi sono i protagonisti della trasmissione della fede.
Voi sapete quanto tengo alla fedeltà al principio petrino della nostra fede, che si basa sulla fedeltà assoluta al Papa, perché chi va per conto suo è fuori dalla Chiesa. Allora, innanzitutto domandiamoci chi sono i protagonisti di questa opera di trasmissione della fede, garantita dal Papa. La Chiesa ha svolto sempre nella storia il metodo dell’educazione alla fede, che coinvolge primariamente e direttamente la famiglia e tutta la stessa realtà ecclesiale, e così sono nati tanti santi educatori e belle esperienze educative, come quella degli oratori.
In secondo luogo domandiamoci come la Chiesa aiuta in questa opera educativa. Seguiamo ciò che ci sta indicando Papa Francesco, soprattutto attraverso il testo straordinario dell’Esortazione Apostolica “Amiris Laetitia”, che vi raccomando di leggere e seguire. Il Papa vi dedica tutto il capitolo settimo, intitolato “Rafforzare l’educazione dei figli”. Riflettiamo sul n.287, che parte dal tener presenti le difficoltà attuali. Infatti dice: “L’educazione dei figli dev’essere caratterizzata da un percorso di trasmissione della fede che è reso difficile dallo stile di vita attuale, dagli orari di lavoro, dalla complessità del mondo di oggi, in cui molti, per sopravvivere, sostengono ritmi frenetici”. Poi ripropone l’importanza, la fatica e la bellezza della trasmissione della fede: “Ciò nonostante, la famiglia deve continuare ad essere il luogo dove si insegna a cogliere le ragioni e la bellezza della fede, a pregare e a servire il prossimo”. “E’ bello quando le mamme insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Vergine”. Il Papa dà un altro consiglio: “L’educazione alla fede sa adattarsi a ciascun figlio, perché gli strumenti già imparati o le ricette a volte non funzionano”.
Cari genitori, la proposta di questo tema dell’educazione alla fede fa parte integrante di questa novena che ci presenta la sequela della Madonna come Madre e maestra nel comunicare la fede. Questo è il cuore del cammino che stiamo compiendo. Vi chiedo una rinnovata passione a ridonare in continuazione la fede ai nostri ragazzi e giovani. Non interrompete questo flusso salutare, questo fiume di vita. Non vi rassegnate al fatto che i vostri figli o nipoti si sono allontanati dalla fede e che quindi ora, anche per il clima anticristiano che viviamo, è causa persa. No. E’ causa persa rassegnarsi e quindi privare i nostri giovani della nostra storia di fede. Siamo chiamati a riprendere in considerazione e in forme nuove questa educazione alla fede in famiglia.
- L’itinerario di educazione alla fede.
Domandiamoci: come educare alla fede? Vi propongo due aiuti preliminari, validi per genitori e figli:
1)Essere realisti. Mi rivolgo direttamente a voi giovani, anche perché parlando a voi tocco la responsabilità di noi adulti. Vi rivolgo l’esortazione del primo apostolo che ha incontrato Gesù, il più giovane e colui che era il più amato da Gesù, Giovanni. Nella sua prima lettera pensa a voi giovani, dicendo: “Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati rimessi i peccati in virtù di Gesù … Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il maligno” (1 Gv 2,12-13).
Che vuol dire San Giovanni con questo “avete vinto il maligno”? E’ l’invito ad essere realisti: il “maligno” c’è. Non si può vivere facendo finta che non esiste il demonio, il peccato e il male. La terribile menzogna di non proporre più la verità, ma di parlare enfaticamente di post-verità crea nel mondo d’oggi un clima da favola, e perciò frivolo e irrealista, con il rischio che i giovani soccombono sotto il cumulo dei bisogni, con atti irreali o perversi, come oggi paventano gli psicologi. “Attenti – ha detto Papa Francesco – ai troppi idoli!”.
Ecco il mio appello: vi auguro di avere fame e sete di verità, per non essere abbindolati e traditi, come è scritto negli Agrafa (vangeli apocrifi), attribuito a Cristo: “Venni tra loro, e li trovai tutti ubriachi. Nessuno di loro aveva sete”. Questa è la tranquillità che non va. Abbiate fame e sete di realtà, positività, bellezza, amore. Tutto il resto è opera del “menzognero”, come Gesù chiama il diavolo. San Giovanni ha questa certezza: che voi giovani potete vincere la falsità, cioè il maligno, perché se siete consapevoli della presenza del male allora vi aprite alla ricerca della verità. Non state più fermi, siate sempre in cammino. L’educatore dei giovani don Luigi Giussani rivolgeva questo saluto: “Vi auguro di non stare mai tranquilli” e il filosofo Camus diceva: “Soyez realistes, demandez l’impossible” (Siate realisti, domandate l’impossibile).
2-Aprirsi alla verità di sé. “Scrivo a voi, giovani, -dice ancora il giovane Apostolo Giovanni- perché la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno. Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1 Gv 14b-17). La grande domanda della vita allora è questa: chi ci libererà dal maligno, dal male? Mi colpiscono sempre le parole del profeta Isaia: “Non hanno intelligenza coloro che pregano un dio che non può salvare” (Is 45,20). Quante volte ci si affida agli Idoli che non possono liberarci!
San Giovanni vi ha aperto la possibilità non di una vittoria ma della vittoria nell’incontro con la Parola di Dio, che è la presenza di Gesù. E’ questa Presenza che può cambiare la vostra vita, pulirla dal male, liberarla dal maligno per renderla capace dell’impossibile. Per questo Dio si è incarnato in Gesù, che abita con noi: per realizzarci, per liberarci dal maligno, per farci riportare la vittoria sul maligno. Alla ragazza di 15 anni, Maria di Nazareth, l’Angelo annunzia che potrà diventare la madre di Dio perché “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37). Ecco allora la proposta formidabile della possibilità di incontrare Dio su questa terra: vi invito a leggere con curiosità il primo capitolo del Vangelo di Giovanni. Qui, Andrea e Giovanni, due ragazzi pescatori e inquieti, incontrano Gesù e si appassionano a quella Presenza tanto che ci impegnano tutta la loro vita e quando presentano a Gesù anche i loro compagni, soci della cooperativa dei pescatori, si sentono dire: “vedrete cose maggiori di queste!” (cfr Gv 1,50). Perché Gesù è “immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura” (Col 1,15); “Poiché per mezzo di lui ed in lui hanno consistenza tutte le cose” (S.Anastasio).
Con queste due indicazioni intendo esortare le famiglie a rendere i loro figli sempre più aperti alla presenza nuova di Gesù.
Conclusione
Le domande di lavoro sono:
- come avviene l’educazione alla fede nella mia famiglia e come posso aiutare a dare un nuovo impulso?
- come i nostri figli o nipoti possono essere aiutati ad aprirsi a questo dono immenso dell’educazione alla fede?
- nelle nostre parrocchie ed associazioni come svolgere itinerari nuovi, appassionati e continuativi per i nostri giovani?
- l’impegno a procuraci l’Amoris Laetitia e a leggerla insieme in famiglia.
Le invocazioni sono:
- Maria, Madre dell’educazione alla fede, prega per noi
- Madre del Buon Gesù, che continui ad educarci alla fede, prega per noi.