Lettera dal cuore del pastore – Mons. Francesco sulla Quaresima 2020

Fabriano, 10 marzo 2020

Carissimi Fedeli, Confratelli nel sacerdozio e Comunità Religiose,

com’è ormai noto, l’inizio di questa Quaresima ha coinciso in Italia e nel resto del mondo, con la diffusione di un virus (COVID-19) molto pericoloso per la salute.

A tal riguardo, il Governo Italiano, a partire da oggi, ha sottoposto tutto il territorio italiano al regime di quarantena allo scopo di prevenire la diffusione di questa grave epidemia.

Con questo messaggio, oltre al Comunicato stampa diramato ieri, intendo offrire alcune indicazioni che ci aiutino a vivere con fede e senza smarrimento le norme di prevenzione adottate come Comunità Diocesana nella speranza di contribuire al contenimento del contagio.

Per prima cosa, siamo tenuti ad osservare le disposizioni emanate dalle competenti Autorità evitando allarmismi esagerati e senza fomentare un clima sociale di sfiducia e paura. Tra le misure adottate dal Governo ci sono anche quelle che riguardano le celebrazioni religiose che, in via precauzionale e per evitare assembramenti, sono totalmente vietate.

Questa circostanza, seppur dolorosa, può trasformarsi in occasione di conversione per tutti noi. La Quaresima, infatti, si svolge nonostante le difficoltà o l’impossibilità di celebrarne le liturgie. In questo momento, ci è chiesto di rinunciare a partecipare fisicamente alla santa Messa, come pure alle altre celebrazioni liturgiche e/o devozionali. Un “digiuno Eucaristico” che non prevede la chiusura delle chiese ma che, al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invito tutti, pertanto, a coltivare l’atteggiamento di adorazione personale di fronte all’Eucaristia che, per qualche tempo, non potremo celebrare
insieme.

Questo tempo propizio non sia un tempo vuoto, ma un’occasione per recuperare anche il valore esistenziale della Quaresima, tempo di deserto e di raccoglimento interiore. Pertanto, ci esortiamo a viverlo nell’impegno personale a scorgere, nella vita ordinaria e familiare, i modi e i momenti adatti per dedicarci alla preghiera” alla lettura della Parola del Vangelo, a vivere momenti di silenzio e riflessione nel segreto della propria casa (“quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”, Mt 6, 1 -6. 1 6- I 8).

La Quaresima è una sosta essenziale per la salute dello spirito, ci aiuta a contrastare i virus spirituali dei quali il più pericoloso è la tristezza, in questo momento amplificata per la particolare precarietà socio-sanitaria che stiamo vivendo.

Cari Fratelli presbiteri, anche se è vietata la celebrazione pubblica della Santa Messa, noi come sacerdoti, continuiamo a celebrare l’Eucaristia nella forma della “Messa senza popolo” prevista dal Messale Romano. Rassicuriamo la nostra gente che, attraverso questa celebrazione, la Chiesa continua il rendimento di grazie al Padre nel memoriale della morte e risurrezione di Cristo, come offerta per il popolo e con la particolare intenzione in riferimento alla dolorosa situazione che stiamo attraversando.

Siamo tutti consapevoli che il non poter celebrare insieme ferisce il cuore dei Pastori, delle Comunità e di tutti i Fedeli perché “Sine dominico non possumus”, cioè: “Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore/Pasqua domenicale” come dissero i cristiani martiri di Abitene. Ma è altresì opportuno ricordare che anche le Messe celebrate senza partecipazione di popolo hanno carattere pubblico e sociale. I loro effetti, infatti, si estendono ad ogni luogo e in ogni tempo1.

Continuiamo pertanto ad essere comunità, rispettando le indicazioni per fermare il contagio del coronavirus, ma diventando contagiosi con la nostra fede, la perseveranza, la preghiera, la solidarietà. Non dimentichiamo mai che l’Eucarestia è sempre il pane del cammino anche quando non possiamo riceverla nel nostro corpo: Gesù si fa spazio nel nostro cuore e trasforma il nostro quotidiano.

Esercitiamoci quindi nella carità compiendo un sacrificio che diventa un atto di responsabilità civica di attenzione alle esigenze della collettività e del bene comune. Raccomando a tutti di
attenersi a quanto prescritto dalle norme statali e alle disposizioni date in questi giorni, e di vigilare
affinché esse siano osservate con responsabilità e rispetto reciproco.

Con spirito di fraterna comunione nell’unico Spirito che ci rende “un cuor solo ed un’anima
sola”, camminiamo con serenità verso la Pasqua del Signore auspicando tempi più sereni.

+ Francesco Massara
Arcivescovo

1 cfr. Concilio Vaticano II, Decreto Presbyterorum Ordinis 13; Giovanni Paolo II, Enc. Ecclesia de Eucharistia 31; Benedetto XVI, Es. Ap. Sacramentum caritatis 80).