Mercoledì 17 Settembre 2014, ore 18.30 in Cattedrale,
il Vescovo presenta l’Anno Pastorale e gli Orientamenti Pastorali.
Carissimi Sacerdoti e amici tutti.
Vi ho convocati per condividere con voi l’esperienza cristiana di questo anno. Vi ringrazio per la vostra bella disponibilità e vi esorto a tenere sempre vivo l’entusiasmo nel servire questa nostra cara Chiesa particolare. Come vedete, da alcuni anni, il nostro Convegno Pastorale Diocesano è passato da due giorni a tutto l’anno.
I. Oggi, qui, apriamo questo nuovo Anno Pastorale, presentando le tre novità per il 2014/15:
1) La continuità dei “Mercoledì della Fede”.
2) La divisione della Diocesi in nove Zone Pastorali, per non chiudersi, come alcune volte capita, nella propria “parrocchietta” o in un campanilismo deleterio; ma anche per imparare ed incrementare lo stile comunionale. I sacerdoti hanno iniziato con dedizione a seguire questo cammino comunionale nella propria zona. I laici sono in attesa di incamminarsi verso questa nuova meta. Lo possono fare coinvolgendosi, disinteressatamente, con i propri sacerdoti. Chiedo che non ci siano resistenze inconcepibili oggi.
3) La Visita Pastorale alle Zone, con lo scopo di avviare, sostenere e incrementare le azioni comuni tra parrocchie. La comunità cristiana è unica, è attorno al Papa e al Vescovo. Coloro che girano attorno a se stessi, o che considerano la parrocchia come un piccolo potere, sono fuori da questa dimensione cristiana.
Papa Francesco ci educa su questo campo in maniera ammirevole: “San Paolo distingue bene: i figli della Legge e i figli della Fede. A vini nuovi, otri nuovi. Per questa ragione la Chiesa ci chiede alcuni cambiamenti. Chiede di lasciare da parte le strutture caduche che non servono, ma serve invece prendere otri nuovi, quelli del Vangelo” (Omelia del 6/09/ 2014).
II. I “Mercoledì della Fede” continuano. Oggi inauguriamo il terzo anno. Dopo il Credo e il Padre Nostro, il tema di quest’anno riguarda le Beatitudini evangeliche.
Perché ci interessa questo tema?
1) Perché ci aiuta a cambiare noi stessi e le strutture. “Le Beatitudini sono – ha detto Papa Francesco – la strada per la felicità” (Catechesi del 6/08/2014).
2) Perché sono il “programma di vita per un cristiano”, così le ha definite Papa Francesco, spiegandole una per una e attuandole per l’uomo di oggi. Per esempio, ha detto il Papa: “Beati i poveri in spirito: le ricchezze non ti assicurano niente. Di più: quando il cuore è ricco, è tanto soddisfatto di se stesso che non ha posto per la Parola di Dio”.
Cari amici, questo lavoro sulle beatitudini ci riempirà di entusiasmo: facciamo un dono alla nostra umanità sfinita, diamo la possibilità di beatitudine a noi e a tutti.
A me piace quando Gesù dice “Beati i miti”, richiamando se stesso: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Mite è colui che sopporta per convinzione, non per rassegnazione: ai suoi occhi non c’è aspetto della malvagità umana che non sia destinato al nulla da cui proviene e di cui si alimenta. Più che un tratto del carattere, la mitezza è una virtù, un frutto dello Spirito Santo, come ci indica San Paolo in Gal 5,22. Miti si diventa imparando, con un atteggiamento umile di cuore, a controllare la lingua e i pensieri, a spalancare il cuore alla magnanimità, alla capacità di perdonare.
Quanto è bello e vero ciò che Papa Francesco ha detto nell’incontro di preghiera per la pace, in Vaticano: “E allora, con fantasia e immaginazione, vorrei inventare una nuova Beatitudine: beato quello che entra nella casa di un uomo saggio e buono, io mi sento beato”.
3) È la via alla santità e alla novità, alla creatività e alla felicità, per noi sacerdoti e consacrati e per voi laici. Per essere come Gesù, c’è da seguirlo. Le Beatitudini sono il Suo esempio, la Sua testimonianza. Allora sia anche il nostro esempio, anche la nostra testimonianza. L’imitazione di Cristo ci porta al coraggio di far come lui. Se ci lasciamo prendere per mano, ci conduce sulla cima della montagna delle Beatitudini, ci porta a quell’umanesimo nuovo, che tutti attendono.
Papa Francesco, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2014, come esempio delle Beatitudini ci ha presentato un giovane moderno, Piergiorgio Frassati: “Beati vuol dire felici. Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’idea in piccolo della vita. Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! Il Beato Piergiorgio Frassati scriveva: ‘Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere, ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere’”.
III. Vi dono il nuovo testo degli Orientamenti Pastorali, sulle Beatitudini. Dopo alcune indicazioni, vengono presentate, una ad una, le otto Beatitudini proposte da Gesù. Ogni Beatitudine ha questo schema: il testo biblico, una meditazione, le domande per la discussione, testi del Catechismo della Chiesa Cattolica, i discorsi di Papa Francesco, una testimonianza ed una preghiera; infine la possibilità di applicare la Beatitudine sia ai bambini, e ai giovani che alle famiglie. A conclusione di ogni Beatitudine ci sono anche riferimenti all’arte, al cinema e alla letteratura.
Come usare questo libretto:
- Tutte le sere, all’ora di cena, la famiglia riunita recita insieme le Beatitudini che sono esposte nella copertina del libretto. Con questo lavoro sulle Beatitudini vogliamo partecipare al lavoro del Papa per rendere beate le famiglie: il Sinodo sulla famiglia nel mese di ottobre ci attrae per pregarci e rifletterci.
- In ogni parrocchia, gruppo ecclesiale e in ogni ambiente si creino i gruppi dei “Mercoledì della Fede” che ogni settimana lavora su una Beatitudine scelta per quel mese.
- Una volta al mese, l’incontro in Cattedrale per ascoltare una testimonianza. E comunque pregheremo sempre per i nostri lavoratori in difficoltà.
IV. Ecco la testimonianza di oggi: siamo lieti di accogliere e conoscere la grande attrice Elena Sofia Ricci, che in questi giorni è a Fabriano per la fiction: “Che Dio ci aiuti”. Dovendo affrontare il tema della vita religiosa è entrata nel cammino di fede. Siamo in attesa di conoscere la sua testimonianza per sostenerci nel programma meraviglioso delle Beatitudini. La ringraziamo di cuore.
+Giancarlo Vecerrica