Sarei stato contento, paradossalmente, di celebrare questa ordinazione diaconale di Ruben in piazza o lungo il corso, che a quest’ora è colmo di giovani. Perché questa celebrazione è un dono per tutti, credenti e non credenti: “la celebrazione della fede – dice la Lumen Fidei – è l’architettura dei rapporti umani”.
1. Dove rivolgere il nostro sguardo
Cosa sta accadendo oggi nel mondo? Un disagio cosmico, riassunto dalla abusata parola “crisi”. La domanda sempre più accorata è: come andremo a finire?
Cosa sta accadendo oggi nella Chiesa? La testimonianza brillante di Papa Francesco illumina i momenti oscuri e dà entusiasmo. Abbiamo ancora nel cuore la commozione per l’incontro che abbiamo fatto con lui nel pellegrinaggio diocesano di mercoledì scorso.
Ma queste due realtà, il mondo in oscurità e la chiesa luminosa, si incrociano, come ore qui. C’è buio e c’è luce. La fede è luce perché purifica tutta la realtà e le dà speranza. A questo punto il problema son io. Tutto dipende da me e perciò tengo viva questa domanda: Cosa sta accadendo in me ora, qui? Sono semplice spettatore o mi lascio coinvolgere ed avvolgere da questa luce?
2. Le letture ci aprono a questa realtà luminosa con la proposta affascinante della preghiera. Nel libro dell’Esodo ci è stata presentata la testimonianza clamorosa di Mosè, che, solo quando alzava le mani in preghiera, il popolo “prevaleva”. Nel Vangelo c’è l’accorato invito di Gesù “sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” e Gesù ci dà questa certezza: “Io vi dico che il Padre vi farà giustizia prontamente”.
Questa sera, qui, c’è un annuncio formidabile su come vivere. Gesù ci insegna a vivere coinvolgendoci in questa avventura luminosa della vita come preghiera. La vita è domanda e, insieme, certezza della risposta che viene da Dio. Appunto, la vita è preghiera!
La nostra diocesi ha impostato tutto questo anno proprio sulla preghiera. I nostri “orientamenti pastorali” hanno come titolo: “Quando pregate dite: Padre nostro!”. Il Padre nostro è l’unica preghiera dataci da Gesù.
Cari amici della mia cara diocesi, sacerdoti e laici, immergiamoci in questo cammino della vita in dialogo con il Padre Nostro, portiamo le nostre famiglie ad impegnarsi in questo cammino, appassioniamoci tutti, soprattutto coinvolgendo i giovani in questi nostri “Mercoledì della Fede” sul Padre Nostro, in parrocchia e in cattedrale.
3. Questa sera guardiamo e gustiamo questo squarcio luminoso di cielo che ci è dato, mentre tutt’intorno c’è oscurità, crisi e incertezza. Come vorrei portare nelle piazze e nelle vie questo lieto annunzio che la vita riesce e prevale se ci mettiamo coscientemente in preghiera. Il segno concreto di questa chiarezza e di questa vittoria della preghiera è il Ministero del Diaconato che la Chiesa dona al giovane Ruben, figlio di una famiglia appassionata alla fede, figlio prediletto della nostra diocesi. Come è nata ed è cresciuta la vocazione di Ruben? Si è manifestata proprio nella preghiera. Ruben ha ben presenti i due momenti forti di vera preghiera in cui ha sentito la voce del Padre nostro che gli proponeva un progetto nuovo, più grande e più affascinante, che l’ha portato a lasciare la ragazza e il lavoro per intraprendere questa strada luminosa: “ho capito che stavo combattendo – cosi mi ha detto – per la bellezza del mio futuro”.
La preghiera è lotta e vittoria certa, è dialogo coraggioso, è scoperta di nuovi orizzonti. Papa Francesco qualche giorno fa ha detto: “occorre avere il coraggio di bussare alla porta del Signore”. E a noi pellegrini, mercoledì scorso ci ha detto questo: “ La Chiesa è Apostolica perché preghiamo – primo compito – e perché annunciamo il Vangelo con la nostra vita e con le nostre parole”. Ancora, l’altra mattina così ci ha spronato: “Chi non prega è un superbo, orgoglioso, un sicuro di se stesso, non è umile, cerca la propria promozione …”.
Il Diaconato immette Ruben in questo servizio di amore alla preghiera: tutto di Dio per servire l’Amore e accompagnare gli altri a vivere di questo amore nella preghiera. I Diaconi sono innanzitutto i servitore della preghiera, i provocatori e promotori alla preghiera.
Ruben, con la sua testimonianza in questo diaconato, è un invito a vivere alla grande, con semplicità: la vita è pregare sempre, sempre. E qui c’è tutto, c’è la vittoria su tutto. La vita è tenere sempre le mani alzate per sé e per il popolo, come Mosè. Romano Guardini diceva: “Si deve interrogare la grazia, non la dottrina; Dio, non l’uomo …”. Caro Ruben, ti raccomando di sentire la tua vocazione come proposta coraggiosa ai giovani, che ti raccomando, per aiutarli a scoprire questo orizzonte della vita come preghiera, che per molti sarà una vera scoperta, essendone ora lontani.
Infine, Ruben ci indica i mezzi per poter scegliere questo orizzonte rinnovato. Infatti, nel suo cammino, ha privilegiato questi due aspetti, cari anche a me:
– Tenere al principio mariano: il suo amore alla Madonna è stato sempre evidente. Il Papa, la settimana scorsa, ci ha detto di seguire la Madonna perché ci aiuta a sciogliere i nodi della vita. E quanti ne abbiamo!
– Tenere alla direzione spirituale. Ruben mi ha parlato di alcuni sacerdoti che l’hanno accompagnato nella sua vocazione e sono stati determinanti.
I miei incontri con lui hanno suscitato in me l’entusiasmo di appassionarmi alla mia vocazione, alla preghiera, ai giovani. Sacerdoti, sentite fortemente la chiamata ad accompagnare i giovani verso la preghiera e la vocazione. Amici tutti, sentite il fascino di essere invitati alle nozze del Re, cioè alla preghiera, che non finisce mai e che vi aiuta a vincere sempre.
+ Giancarlo Vecerrica