Introduzione del Vescovo Mons. Giancarlo Vecerrica al 1 incontro dell’Anno della Fede

 

 

 

 

 

 

 

 

1.Benvenuti, cari sacerdoti e laici, al primo incontro di studio e di preghiera sul Credo!

Nell’incontro, gioioso, all’apertura dell’Anno della Fede, Venerdì 12 ottobre, vi avevo proposto: la maturità della nostra fede come testimonianza per il ritorno dei lontani, e lo studio del Credo come incontro di fatti reali che Dio compie per noi, e perciò la fede come cammino che svolgeremo in tre tappe: la recita del Credo in famiglia all’ora di cena; l’istituzione del “Mercoledì della Fede” nelle parrocchie e nei gruppi; l’incontro con tutta la Diocesi, una volta al mese in cattedrale.

Ecco, allora, il primo incontro sul primo articolo del Credo: “Credo in Dio Padre”.

 

2.La necessità del ritorno a Dio. Vi affido tre pensieri:

-0Ricordiamoci la frase di San Bernardo di Chiaravalle che vi ho citato nell’apertura dell’Anno della Fede: “Dio è il solo che non è mai cercato inutilmente”.

-Il Papa mercoledì della settimana scorsa ha detto: “Il cristiano spesso non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, così da lasciare spazio a un certo sincretismo e relativismo religioso … Non è così lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una religione fai-da-te … Conoscere Dio, incontrarlo, approfondire i tratti del suo volto mette in gioco la nostra vita …” 

-Tre anni fa la C.E.I. svolse un convegno intitolato: “Dio oggi, con Lui o senza di Lui cambia tutto”.

Questi tre pensieri provocanti ci chiamano a svolgere un lavoro su di noi, che è molto necessario al mondo d’oggi. Il nostro sforzo sta nel rendere evidente che senza Dio la vita si disumanizza, altro che parlare di conquista di civiltà. E, siccome il desiderio di Dio, anche se nascosto, c’è in tutti, occorre ridestare la curiosità di Dio, il bisogno dell’esperienza di Dio (cfr. Sant’Agostino).

Allora, i nostri incontri dei mercoledì, in parrocchia e una volta al mese in cattedrale, possono essere questa possibilità che il Papa ci ha indicato: a noi credenti sta a cuore testimoniare la conoscenza di Dio per farne esperienza e dare ai lontani una possibilità per uscire dai “deserti” in cui si trovano, per incontrare il gusto e la bellezza della compagnia di Dio.

Camminiamo insieme, vicini o lontani, alla scoperta dell’arte del vivere e troveremo un Padre che ci attende e ci accoglie e affidiamoci alla Madonna del Buon Gesù, perché Lei “veglia su di noi, suoi figli” (Benedetto XVI).

3.In fine, il Papa continuamente rivolge la nostra attenzione alle nuove generazioni. mercoledì scorso ha detto: “Soprattutto le nuove generazione non vengono educate alla ricerca della verità e del senso profondo dell’esistenza che superi il contingente, alla stabilità degli affetti, alla fiducia”. 

Prendiamoci a cuore i giovani, sia in famiglia, sia nelle parrocchie e sia nei gruppi ecclesiale; presentiamo loro la proposta dell’esperienza di Dio, invitiamoli agli incontri che la pastorale giovanile diocesana offre loro, sia nei Mercoledì della Fede che nei gesti unitari, come il Musical, il Pellegrinaggio in Terra Santa, la GMG, le Veglie diocesane.

 

4.Iniziamo ora la riflessione e lo studio sul primo articolo del Credo, guidati da un vescovo straordinario, preparato culturalmente e nostro grande amico da tanto tempo: Sua Eccellenza Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno.

Grazie, Eccellenza, della sua fede e della sua cultura: ci attendiamo la mossa per iniziare un anno affascinante e creativo.

 

+ Giancarlo Vecerrica