E’ stato prezioso, Don Aldo, e lo sarà ancora, magari sotto forme diverse, averla avuta con noi come parroco della Cattedrale di San Venanzio.
Non uomo d’affari della Chiesa, nè amministartore o funzionario privilegiato di una “ditta”, ma pellegrino tra i pellegrini in Terra Santa e soprattutto, legato a Dio da un’amicizia tutta speciale che lo ha impegnato, ben al di là delle sue azioni, al servizio dei fratelli, espressione di un cuore nutrito di Vangelo. Proprio come è richiesto a un sacerdote. E’ perché se si ha il dono di una fede profonda e il proprio punto di riferimento è Dio, allora il comporatmento errato di un prete ci addolora profondamente, ma non scalfisce questa fede proprio perché sappiamo che Qualcuno tra i suoi dodici apostoli, appositamente da Lui scelti, aveva un traditore ed un iniziale pavido che ha poi designato capo della Chiesa … (basterebbe fare le dovute proporzioni!).
Ma chi, guardando più in basso, indirizza la propria fde solo sulla figura del sacerdote e lo controlla e lo giudica, prova poi profondo smarrimento di fronte a un prete “smarrito” e, abbassando ancora lo sguardo, ma soprattutto facendo di tutta l’erba un fascio, gli attribuisce il proprio allontanamento dalla Chiesa e dalla fede dimenticando che, come ogni altro amore, anche l’Amore di un prete deve essere costruito ogni giorno, in piena luce o nella notte, nella gioia o nella sofferenza e, troppo spesso, in una profonda solitudine.
Che dire, di Don Aldo. Come già espressole in altro contesto: grazie da sempre, di tanto, di tutto!
E, ritornato dalla Terra Santa, non tenti di “sfuggirci” perché è ancora qui, in questa “nostra” Chiesa che la sua presenza e la sua parola sono sempre e assolutamente indispensabili.
Con l’affetto di sempre.
Loretta Lori Sacco e famiglia, Marisa Grattini e i tanti … tanti … tanti che le vogliono bene.