Omelia del Vescovo “Corpus Domini” 2012

 

Questa festa porta la novità alla vita di tutti. Il vero protagonista riprende il suo posto nel mondo.

1.    L’Eucaristia è la presenza del mistero. La celebrazione del Corpus Domini c’è per renderci conto chi c’è tra noi: è il Corpus Domini, il Corpo glorioso di Gesù, Figlio di Dio, morto e risorto che rimane con noi per sempre, come ha detto Lui stesso nel Vangelo: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Il Papa Benedetto XVI a Milano ha detto: cerchiamo un Dio vicino, che è la fraternità che ci sostiene. E ancora ha detto: “vediamo che il Signore è presente, vivo, e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini”.

2.    L’Eucaristia è vocazione. Gesù è presente non passivamente, come una presenza isolata e illustre, ma come presenza attiva, operosa e trainante. E’ in mezzo a noi come “mediatore di un’alleanza nuova” (dalla Lettera agli Ebrei, seconda lettura). Infatti nel Vangelo di oggi ha presentato la Sua Eucaristia come “Corpo” vivo e come “Sangue dell’Alleanza”. Quindi si tratta di una presenza che chiama ad una realtà viva, siamo chiamati ad essere i“Commensali della fiamma ardente” (Paul Claudel).
Gesù ci chiama, ci convoca, ci accompagna, come fece il giorno di Pasqua ad Emmaus.
La vita come vocazione è determinata da questa presenza, vale in quanto ci chiama ad esprimerci, ad operare, a svolgere un compito. Senza vocazione si è vagabondi; mi piace invitare i giovani al Pellegrinaggio Macerata-Loreto proprio con questa proposta: “Siate pellegrini e non vagabondi”. La vita viene meno perché non si sa come continuarla,  dove andare e per chi spenderla.
Invece con la vocazione si è nella certezza e nella sicurezza.

3.    Cristo c’è e rimane come nostro Mediatore (primo punto), Cristo opera e chiama, ecco la vita come vocazione (secondo punto), l’Eucaristia c’è perché attende la nostra risposta (terzo punto). Di fronte alla proposta di Mosè come ha risposto il popolo di Dio? La prima lettura dice che ha risposto con entusiasmo così: “quanto ha detto il Signore, lo seguiremo e vi presteremo ascolto”.
Viene meno la vocazione, e perciò la vita, se non l’accogli, se non rispondi, se non la fai crescere. Viene meno la vita come vocazione quando si va per conto proprio. L’Eucaristia invece chiama la tua presenza viva, operosa, vibrante, creativa.

4.    Eucaristia e sacerdozio. L’Eucaristia c’è per risvegliare tutte le vocazioni: al matrimonio, alla famiglia, allo studio e al lavoro, alla creatività sociale.
Per questo risveglio vocazionale c’è la vocazione al sacerdozio. La vocazione al sacerdozio, come alla vita consacrata, è il dono e il segnale per tutti, indica l’ideale di tutti che è tenere tenacemente la relazione con Dio, attraverso la propria vocazione riconosciuta e comunicata. Cantore della vocazione sacerdotale è il Santo Curato D’Ars: “Chi Lo ha collocato lì in quel tabernacolo? Il sacerdote. Chi ha accolto la vostra anima nel primo momento dell’ingresso nella vita? Il sacerdote. Chi la alimenta per darle la forza di realizzare la sua peregrinazione? Il sacerdote. Chi la prepara per comparire davanti a Dio, lavandola per l’ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest’anima arriva a morire (col peccato), chi la risusciterà, chi le restituirà la serenità e la pace? Sempre il sacerdote”.

5.    Gesù Eucaristia presente tra noi chiama a “piene mani al sacerdozio”(dalla liturgia):  chi rimane indifferente, sveglialo; chi fugge rincorrilo; chi può rispondere, aiutalo a rispondere.
Cari giovani, ma quanto fate aspettare Gesù che vi chiama?! Quanto perderete, perdendo la chiamata di Cristo! Sentite cosa ha detto il Papa a Milano, la settimana scorsa: “ siate aperti a quello che vi suggerisce il Signore e se vi chiama a seguirlo sulla via del sacerdozio non ditegli di no! Sarebbe una pigrizia sbagliata! Gesù vi riempirà il cuore per tutta la vita!”
Cari adulti, tirar su vocazioni grandi e belle è fare il vero “bene-essere” a questa realtà umana sconnessa e piena di paure.
Cari sacerdoti, vi sono immensamente grato per la vostra sequela. Siate entusiasti della vostra vocazione, buttate all’aria le quisquiglie, le pretese o le lamentele. Sappiate che avete già tutto e che “solo la vita accende la vita”, come scrive Romano Guardini.
Amici tutti, accogliete il messaggio vocazionale che ancora oggi ufficialmente vi consegno. Ve lo offro, ma voi rispondetemi per iscritto. Lo farete? Mi risponderete? Ora, qui, di fronte a Gesù ditemi cosa farete, ditemi un sì o un no.
Amici tutti, non preoccupatevi di mettere a posto la Chiesa, ma ognuno metta a posto se stesso, ripulisca la sua vocazione. Ricordate la battuta della Beata Madre Teresa di Calcutta, riproposta dal Papa ai cattolici tedeschi che vogliono riformare la Chiesa: “madre- chiede il giornalista – che cosa non va nella Chiesa di oggi?” lei risponde: “io e lei”.
Vi voglio molto bene e mi aspetto molto, molto, molto da tutti voi!

       + Giancarlo Vecerrica