Carissimi amici di questa nostra Diocesi di Fabriano-Matelica,
come tutti sappiamo e come stiamo dolorosamente sperimentando, il nostro territorio sta vivendo una pesante crisi economica che, tardando a fare intravedere vie di uscita, rischia sempre più di diventare anche sociale, con inevitabili e gravi ripercussioni sulla vita dei singoli, delle famiglie e del tessuto comunitario.
Il fatto che la nostra crisi è dentro a una crisi globale che investe non solo l’Italia ma anche l’Europa, può indurci a pensare che la soluzione della stessa non sia nelle nostre possibilità, e che non ci resti altro che aspettare che qualcuno e qualcosa a livelli più alti risolva i nostri problemi.
Questo in parte è vero, ma solo in parte, perché in altri periodi storici di gravi crisi globali – pensiamo all’ultimo dopo guerra – il nostro territorio ha dimostrato inventiva, creatività e operosità tali da diventare stimolo per altre realtà, e da suscitare processi imitativi. Io spero e mi auguro che queste capacità emergano ancora, e con questo mio messaggio desidero incoraggiare e spronare affinché vengano messe in campo quanto prima.
Qualcuno si chiederà perché un vescovo interviene in problemi non strettamente inerenti all’ambito religioso. Carissimi amici, stimolato e incoraggiato dal Consiglio Pastorale Diocesano e dai miei sacerdoti, nell’anno passato e in questo in corso, come pastore di questa Chiesa, ho esortato e sto esortando in tutti i modi i credenti a riscoprire la vita come vocazione, cioè come dono di Dio da vivere come risposta alla sua gratuita bontà, e da riconsegnare carico di frutti di bene, per noi stessi e per inostri fratelli. Ciò comporta un interesse sempre vivo e un’attenzione costantemente sollecita per procurare e assicurare qualità alla vita nostra e degli altri, con tutto ciò che può dare dignità, serenità, decoro, spendendo a questo scopo le nostre qualità, capacità, energie, qualunque sia lo stato (singolo, sposato, sacerdote…), il mestiere, la professione che si è scelti di seguire. Ciò non può avvenire chiudendoci in noi stessi, e illudendoci di poterci disinteressare degli altri, magari perché noi in qualche modo ce la caviamo. Eventualità questa niente affatto rara nei momenti di crisi e di difficoltà. Vivere la vita come vocazione per noi cristiani significa spenderla per gli altri, e in questo – ne sono certo – ci ritroviamo compagni di strada con tutti gli uomini e le donne che, pur non rifacendosi a ideali religiosi, sono convinti che il bene di ciascuno è inevitabilmente collegato al bene di tutti, come, d’altronde, la storia di questi nostri anni sta dimostrando in modo inequivocabile.
Ecco perché ai cristiani e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a nome anche del Consiglio Pastorale e dei miei sacerdoti, rivolgo il caldo e pressante invito a reagire a questa crisi, soprattutto alla sfiducia che essa può provocare, con l’impegno a cercare possibili vie di uscita a questa situazione, mettendo all’opera la nostra fantasia, la nostra creatività, la nostra esperienza, la nostra professionalità.
Chiedo alle singole persone e a tutte le categorie: industriali, operai, artigiani, commercianti, agricoltori, professionisti… di proporre iniziative che possano riavviare, o che almeno facciano concretamente intravedere, occasioni e opportunità di lavoro.
So come voi che non esistono soluzioni magiche da tirare fuori dal cappello del prestigiatore, però so, come voi, che da cosa nasce cosa, e che da idee e proposte non – immediatamente realizzabili possono poi scaturire soluzioni possibili e concrete.
Sicuramente, comunque, questo impegno non ci farà cadere in un atteggiamento passivo e attendista dal quale sicuramente non può scaturire niente, ma, speriamo, ce ne faccia uscire, Tutte le proposte verranno accuratamente prese in esame per essere rese pubbliche il 24 giugno, festa del nostro patrono San Giovanni Battista, e per essere poi oggetto di una assemblea che verrà organizzata con modalità concordate anche con coloro che hanno aderito a questo invito.
Ringrazio calorosamente tutti coloro che aderiranno a questo mio invito.
+ Giancarlo Vecerrica
POSSIBILI DOMANDE
– Pensi anche tu che si sta rischiando in atteggiamento attendista e passivo che attende la soluzione dei nostri problemi non si sa bene da chi e da che cosa?
– Ritieni che spetti a tutti gli abitanti del nostro territorio impegnarsi per cercare soluzioni o quanto meno per stimolarne la ricerca? Cosa fare affinché la coscienza di questo impegno si diffonda?
– Conosci persone, gruppi, associazioni che possono essere invitate, stimolate, sostenute a mettere in atto progetti e iniziative utili?
– Cosa può fare la Chiesa per incoraggiare in modo sempre più efficace la volontà e l’impegno a non rassegnarsi alle difficoltà del momento?
– E’ possibile agire in modo incisivo sulla politica, sui sindacati, sulle associazioni di categoria, sulle istituzioni locali, regionali, nazionali ad accelerare tutti i processi che possono far uscire dalla crisi?
– Puoi suggerire una modalità efficace affinché il risultato di questa proposta raggiunga il migliore risultato possibile?