La Pasqua dei lavoratori Omelia del Vescovo 14 aprile 2012 San Benedetto di Fabriano

1. Le letture di questa seconda domenica di Pasqua ci presentano la fede come cambiamento di tutta la realtà. Innanzitutto sorge questa domanda: cosa è la fede?

La fede è il riconoscimento della presenza di Gesù risorto: il Vangelo infatti ci presenta la fede come l’incontro con la persona viva di Gesù. San Giovanni nella seconda lettura ci dice che la fede è la “vittoria” su tutta la realtà; gli Atti degli Apostoli, nella prima lettura, ci dimostrano che questa fede vissuta insieme crea una nuova civiltà dell’amore, crea un mondo nuovo dentro il vecchio mondo.

 

2. Questa Pasqua 2012 è la vera novità per il nostro mondo: “Pasqua è la tua vocazione”. Siamo chiamati a generare la bellezza della fede dentro la vita. Siamo chiamati non a sopravvivere, ma a crescere. E si cresce se si fa crescere l’uomo, tutto l’uomo, con la sua arma vincitrice, che è la fede.
E Gesù risorto veglia su di noi, in ogni tempo, allora la vita ritorna ad essere amichevole, ritorna ad essere occasione per ritrovare l’intelligenza delle cose e per ridare anima al lavoro: “La bellezza suscita ammirazione, che poi porta al lavoro” (Norwid).
Pasqua è la vocazione a costruire, a costruire innanzitutto l’uomo, la persona;  poi le strutture si rinnoveranno, perché la personalità cristiana viva è capace di tutto: “Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,1-6).
Il coraggio di ritornare alla fede, a Gesù risorto che chiama, come ha richiamato l’Apostolo Tommaso, è occasione di novità, di crescita, di ricreazione.Il lavoro e l’economia hanno un estremo bisogno di risurrezione. Se abbiamo occhi di risurrezione vedremo che il mondo è stato sempre rinnovato da uomini e donne di fede, consapevoli della loro vocazione: così  gli Apostoli e i primi cristiani, così i monaci, così le belle personalità di santi e sante nella storia di tutti i tempi. Siamo chiamati a portare la cultura della risurrezione, sapendo che questa è la forma più alta di carità civile, culturale e politica. Nei tempi della notte occorrono le sentinelle dell’aurora che annunciano la risurrezione.
Siamo, siete chiamati per nome da Cristo per portarlo nella realtà. Nel lavoro e nella finanza abbiamo bisogno di Pasqua. Non si uscirà mai da questa crisi senza una risurrezione del mondo del lavoro e dei lavoratori, per opera di Cristo, della Chiesa e dei cristiani coraggiosi e pieni di fede.

 

3. I cristiani sono chiamati a portare la vera risurrezione. Per questa vocazione occorrono due elementi fondamentali:
la concezione che la persona più cara al mondo è Gesù, come scriveva Soloviev: “ciò che abbiamo di più caro è Cristo stesso”.
Abbiamo l’esempio attuale nella beatificazione, il 29 aprile prossimo, di Giuseppe Toniolo, chiamato l’economista di Dio, il quale scriveva: “noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente, non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi”.
Amici, ritornate educativamente ai sacramenti dell’Eucaristia, almeno tutte le domeniche e alla confessione frequente. Ritornate ad una esperienza di comunità in parrocchia o nei gruppi ecclesiali: è tirar su personalità cristiane su cui potremo contare e che sarà il vero bene per la società.
L’esperienza di comunità reale, come le prime comunità descritte negli atti degli Apostoli: “Avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune … Nessuno infatti tra loro era bisognoso”.
Che esperienza affascinante! Non si è cristiani da soli. Ciò che abbiamo è di tutti e per tutti e la Chiesa è il nostro punto di riferimento. Ritornate a considerare la Chiesa come l’unica vostra proprietà, che alla fine è la proprietà di Cristo, l’unica persona cara della vita.

 

4. La Madonna del Buon Gesù vi renda tutti come l’Apostolo San Tommaso che d’un colpo cambia vita e grida: “mio Signore, mio Dio!”.
Signore, a cosa mi chiami in questa epoca?
Quale è la mia vera vocazione?
L’anno vocazionale che viviamo provochi tutti noi!
                                                                          + Giancarlo Vecerrica