Storia della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Dal latino “Cancelli”, grata, barriera, confine, questo antico nucleo di pianura alla confluenza del Fosso di Serradica nel fiume Giano, fu uno dei castelli fabrianesi, fortificato nel secolo XVI.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, inserita nel tessuto urbano probabilmente nel secolo XV, dipendeva dalla più antica S. Maria d’Appennino, nota in età feudale durante lo sviluppo del monachesimo.
La chiesa fu restaurata nel 1934. L’ingresso, precedentemente ubicato sul fianco laterale, verso la strada, fu trasferito in seguito nella posizione attuale.
All’interno si conserva una tavola di Frà Fabiano da Urbino.



Frà Fabiano da Urbino (sec. XVI), Tavola.

Questa tavola rappresenta l’unico documento certo dell’attività dell’artista urbinate e reca la scritta: FR. FABIAN. URBINAS ORDIS PREDICATOR PINGEB.T 1533.

Al centro è raffigurata la Madonna del Rosario, posta su un altissimo trono poggiante su un elaborato piedistallo. Ai lati, in posizione eretta, S. Paolo e S. Caterina d’Alessandria; in basso, genuflessi, S. Domenico e S. Caterina da Siena.

Dal margine inferiore sinistro sporge a mezzo busto la figura di S. Sigismondo, che fu aggiunta nel 1603, come risulta dalla scritta tracciata sul libro che il Santo tiene in mano.
Ai suoi tempi, Frà Fabiano era uno degli ultimi epigoni di quei domenicani che, dalla metà del ‘400, si erano raccolti nel convento di Urbino. Forse allievo del più noto confratello Frà Carnevale, egli mostra un vago accento di radice manieristica, con riprese dalla tradizione pittorica urbinate di fine Quattrocento e dalla corrente umbro peruginesca. Ma i legami maggiori sembrano accostarlo a Timoteo Viti e alla cultura figurativa circolante nel Montefeltro, da riconnettersi agli epicentri fanese e romagnolo.