Omelia di mons. Giancarlo Vecerrica per la Festa di Santa Lucia

1. Santa Lucia, vergine e martire, nata a Siracusa del 283, martirizzata il 13 dicembre 304. Appartenente a una ricca famiglia di Siracusa, si consacrò a Cristo nella verginità. Il pretendente sposo la denunciò come cristiana, siamo nelle persecuzioni dell’Imperatore Diocleziano. Il proconsole la sottopose a tormenti perché rinunciasse alla sua fede cristiana. Lucia uscì sempre illesa da ogni tortura. Poi venne decapitata a 21 anni, mentre prima di morire preannunciava la destituzione di Diocleziano e la pace per la Chiesa, che avverrà poco dopo, nel 313.
E’ protettrice della vista a causa del nome Lucia (Lux, luce).
La figura di S. Lucia, nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione sia nell’ambito religioso che nella letteratura. Interessante è la grande attenzione a S. Lucia da parte di Dante nella Divina Commedia: “qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella entrata aperta”.
Protettrice degli occhi e degli oculisti, degli elettricisti e scalpellini, di tutti i lavoratori.


2. Che cosa ci propone S.Lucia? Le Letture della messa rispondono a questa domanda: sia il profeta Sofonia e sia Gesù nel vengelo ci invitano al pentimento, alla conversione, a seguire la volontà del Padre celeste. In una parola l’invito è a scoprire la propria vocazione: a che cosa sono chiamato? a chi donare la vita? quale è l’orientamento e il valore della vita?
La professione che ognuno svolge ha bisogno di una motivazione forte che animi lo spirito con cui agisce. Il lavoro che ognuno cerca o si tiene stretto ha bisogno di una ragione profonda per essere appassionato nella ricerca e nello svolgimento di quel lavoro necessario per sé e per la famiglia.
Ognuno ha una vocazione, come ho scritto nella Lettera Pastorale di questo anno e nel messaggio Natalizio: chiedete e leggete questi due testi e su di essi rispondetemi. . Senza il Mistero, che si incarna e si rende presente, senza il Natale, senza Cristo tutto è arido e labile. E’ l’eterno che rende stabile il lavoro e la vita quotidiana. E’ Gesù che è venuto per chiamarci a sé e a darci saggezza e gioia nella nostra vita.
Nel coraggio di S. Lucia per difendere la propria fede leggiamo una proposta umana, civile e sociale. Quando l’io è ricomposto è allora che si diventa protagonisti di novità, di fecondità e di creatività.


3. Di che cosa ha bisogno Fabriano e il mondo del lavoro? Di tutto, di tante cose, ma tra le tante cose c’è una priorità; questa: ha bisogno di te, di te realizzato e compiuto umanamente.
Rispondere alla vocazione cristiana è diventare protagonisti, e lo si è solo quando si è capaci di bene e di bontà; solo i portatori di valori eterni riempiono l’umano e lo compiono.
Tutti siamo chiamati, per questo non possiamo escludere nessuno dalla realtà di questo cammino cristiano e umano; per questo siamo chiamati a non escludere nessuno dalle realtà sociali. A Fabriano c’è molta finanza e poco lavoro! Questo mortifica le persone, perché alimenta l’individualismo, l’accaparramento, il potere e perciò aumenta la miseria di molti.
Il Papa nella “Caritas in Veritate” indica la necessità di allargare la ragione politica, economica, culturale attraverso la logica del dono, del gratuito. L’utile e l’interesse hanno certo la loro importanza, ma prima viene la persona, cioè le persone, cioè il lavoro dignitoso per tutti.
A Fabriano, alla base del nostro popolo c’è molta vita, creatività e disponibilità. Significa fare il male di tutti mortificare e non prendere in considerazione questa realtà da parte di tutti coloro che hanno responsabilità, come gli industriali, i banchieri, i politici, i sindacati. Per questo il vescovo desidera rilanciare anche qui a Fabriano ciò che ha proposto il nuovo  arcivescovo di Milano, il card. Scola: abbiamo bisogno più che mai dell’”amicizia civica”. Per arrivare a questa amicizia civica occorre il contributo di tutti: mi ascolterete, cari amici della mia città? Ci saranno persone che sentono questa chiamata del vescovo come la chiamata della Chiesa e di Gesù?


4. Come si diventa seguaci di S.Lucia, pur ragazza ma di una personalità così grande che ha ispirato generazioni e generazioni? come si risponde alla vocazione che Dio propone e come si diventa protagonisti compiuti? Attraverso l’incontro con la persona di Gesù. Ecco allora il Natale per il ritorno di tutti alla sorgente di vita. cominciamo anche nella nostra diocesi il movimento dei “ritornanti”:
– ognuno e, soprattutto ogni famiglia ritorni all’audacia di essere cristiani tutti di un pezzo, con la frequenza stabile, fedele e coraggiosa alla messa festiva e alla confessione frequente, possibilmente ogni settimana;
 – il ritorno alla comunità cristiana della propria parrocchia o della propria associazione per imparare e testimoniare la fede nell’ambiente. Il Papa ha detto: “nella famiglia, nel lavoro, come nella politica e nell’economia, l’uomo contemporaneo ha bisogno di vedere con i propri occhi e di toccare con mano come con Dio o senza Dio tutto cambia”;
 – il ritorno alla carità: siamo tutti chiamati a donare tutta la vita a Gesù, per donarla a tutti. Aiutiamo la Chiesa ad aiutare! Attende il tuo contributo e la tua risposta.


 5. Invochiamo S.Lucia, venerata qui a Fabriano da tante generazioni. E’ un dono dei nostri padri. Chiediamole tante grazie, certi che come è intervenuta nel passato interverrà anche oggi, perché ne abbiamo tanto bisogno.
Santa Lucia proteggi tutti coloro che sono coinvolti con la realtà del lavoro soprattutto le famiglie che soffrono per la grave crisi che stiamo vivendo, proteggi tutti noi!


                                        + Giancarlo Vecerrica