Omelia nella festa di San Nicola Parrocchia di San Nicolò Fabriano

Celebriamo due eventi: la festa del Patrono e l’Ammissione agli Ordini di un seminarista. Sono circostanze importanti perché la grandezza della propria vocazione – ciò a cui il Signore ci chiama – passa attraverso le circostanze. In questo incontro che cosa ci chiede il Signore?
1. Guardiamo e consideriamo bene i due eventi.
a). Chi è San Nicola, di cui oggi celebriamo la festa? Nacque nel 270 a Licia e morì a Myra nel 343. Cresciuto in un ambiente familiare pieno di fede, divenne erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi. Altre opere di misericordia le ha compiuto verso tre ragazze perché potessero sposarsi e verso tre bambini morti, risuscitandoli.
Venne ordinato sacerdote e poi Vescovo di Myra. Si preoccupò dei suoi fedeli nei momenti di grandi carestie. Ha ottenuto miracoli in vita e in morte. Le sue spoglie furono portate a Bari attraverso un trafugamento.
In sintesi: San Nicola è stato un uomo grande e un bel Santo popolare per la sua vocazione, vissuta da sacerdote e vescovo che incarnava Gesù Buon Pastore.
b). Secondo evento: il seminarista Bruno Quattrocchi, in questa festa di San Nicolò, dopo un lungo cammino di preparazione nelle varie strade che il Signore gli ha indicato, si presenta per poter entrare nel clero, nella corsa verso il sacerdozio.
Chi è Bruno? E’ un seminarista che dal seminario della famiglia religiosa di San Cottolengo a Torino, per amicizia con le nostre monache di Santa Margherita, è approdato nella nostra diocesi. Per  due anni è stato qui a San Nicolò, sotto la guida del parroco e in relazione costante con il vescovo. Due mesi fa ha conseguito il Baccalaureato in Teologia a Torino e ora continua gli studi all’ Istituto Teologico di Ancona per la licenza.
 Che significa questa cerimonia, quasi totalmente nuova per molti? L’ammissione agli ordini è un nuovo inizio di vocazione. San Gregorio di Nissa (IV secolo) dice: “Il cristiano va da un inizio a un nuovo inizio”, per arrivare al sacerdozio ministeriale.
Noi tutti, clero e laici, siamo contenti di questo nuovo ingresso nel clero della diocesi e siamo chiamati a due impegni: ad aiutarlo a prepararsi al sacerdozio, con la preghiera, con la buona correzione e con la testimonianza; in secondo luogo, a promuovere nuove vocazioni al sacerdozio; ognuno può fare molto con la preghiera, con il proporre ai giovani questa vocazione, con l’accompagnamento a chi può avviarsi al sacerdozio.


2. Le letture di questa Santa Messa ci aprono all’incontro con la bella figura di San Nicola e all’incontro con un giovane che dice “sì” a Cristo e alla Chiesa. Esse ci parlano del Buon Pastore:
– il Profeta Isaia, nel momento in cui il popolo di Dio è in crisi, annuncia il Natale, annuncia la venuta di Dio Buon Pastore.
– nel Vangelo Gesù si manifesta come Buon Pastore perché questa è la volontà del Padre. San Pietro nella sua seconda lettera scrive: “Il Signore usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi”.
 San Nicola è stato un vero Pastore, con la sua dedizione ai poveri e Bruno si prepara a diventare Buon Pastore. La vocazione cristiana, su cui stiamo lavorando attraverso la mia Lettera Pastorale “Educare alla vita come vocazione”, è vocazione all’amore. Siamo tutti chiamati ad imitare e seguire Gesù, Buon Pastore.


 3. Il Vescovo questa sera presenta tre appelli:
 1) Il primo appello è su di me. Come ho scritto nella mia Lettera Pastorale, al mattino, quando mi alzo, la prima domanda che mi pongo è: Signore cosa vuoi da me oggi? a che cosa mi chiami? come posso essere di aiuto a quelli che incontrerò oggi perché realizzino la gloria di Cristo e di Maria? A costo di farmi criticare per essere troppo buono, questa è la mia tensione: valorizzare il positivo, anche se piccolo; andare alla ricerca di chi è più lontano, accogliere i “ritornanti” come vengono chiamati in Francia ed in Italia quelli che si erano allontanati.
E’ un continuo esame di coscienza per me e su di me vescovo, su come essere sempre Buon Pastore. Ed è un appello che riguarda anche voi perché siete chiamati ad aiutare il vescovo ad esserlo con la preghiera e con l’aiuto concreto e nel portare avanti le proposte e le indicazioni che il vescovo dà.


2) Ed ora l’appello a te, caro Bruno: devi immedesimarti con il cammino e con le indicazioni del vescovo, che il Papa ha posto come Pastore di questa Chiesa, che tu intendi servire. La vocazione al sacerdozio è mettersi nelle mani del vescovo, gesto che avverrà nella futura ordinazione del diaconato e del presbiterato. Oggi compiendo questo gesto di Ammissione agli Ordini dici il tuo “sì” alla chiamata di Gesù che passa attraverso il successore degli Apostoli. Il vescovo non chiama i migliori, i più bravi, ma i più disponibili ad immedesimarsi nel suo cammino che ci porta a Gesù. Non dovrai essere uno che sa fare le cose da prete, ma uno che ama Gesù più di se stesso nel seguire e obbedire alla Chiesa, cioè al Papa e al Vescovo: meglio un prete santo che un prete attivista.


3) Infine l’appello a voi amici, giovani e adulti: attraverso questa celebrazione in onore di San Nicola e la testimonianza di Bruno che si affida alla Chiesa, anche voi tutti siete chiamati. La vocazione di Dio su ognuno è personale. Come ho scritto nella mia Lettera Pastorale, ognuno è chiamato a raggiungere la propria felicità nel dire “sì” al progetto di Dio, alla volontà del Padre, alla chiamata di Cristo al sacerdozio o nel vivere la grazia del matrimonio cristiano. Allora, ora, qui, ognuno si interroghi: io seguo la mia vocazione? Mi faccio aiutare a scoprirla e realizzarla? Cerco anche io di essere missionario nel cercare la pecorella smarrita?
Tutti siamo chiamati a tenere viva e luminosa la nostra vocazione e ad aiutare gli altri a scoprirla e viverla.
Oramai sapete, per la mia insistenza, che attendo che mi presentiate nuove e belle vocazioni, anche la sacerdozio.
Tutto ciò è possibile se ci affezioniamo stabilmente a Gesù. E questa affezione cresce se siamo fedeli alla Santa Messa e Comunione festiva, e, possibilmente, anche quotidiana. Inoltre se frequentiamo spesso il Sacramento della Confessione. Nel mio messaggio di Natale cerco di testimoniare che per me la Comunione quotidiana e la Confessione ogni settimana è tutta la mia forza.


4. Chiediamo alla Madonna del Buon Gesù, la nostra Patrona, che ci dia il coraggio di dire “sì” al Signore e di promuovere questi nuovi “sì”.
Chiediamo a San Nicola, patrono di questa parrocchia, perché protegga il Parroco, i due seminaristi, don Piotr diventato diacono qualche giorno fa e Bruno che oggi riceve l’ammissione agli ordini. San Nicola protegga tutti i collaboratori della Parrocchia, in particolare i giovani e le famiglie, e tutti voi carissimi fedeli.


                                            + Giancarlo Vecerrica