Omelia del Vescovo Festa di Cristo Re e decennale della morte di S.E. Mons. Luigi Scuppa

Che domeniche stiamo vivendo, compresa questa ultima dell’anno liturgico, con la festa di Cristo Re! Queste Domeniche ci fanno guardare avanti, al nostro destino di gloria; ci fanno  partecipare cioè alla gloria di Cristo. Questo sguardo di speranza ci induce ad impegnarci con maggior lena nel presente, nell’oggi del Signore, che ci è dato. Ieri abbiamo gioito per un nuovo Diacono che ci è stato donato, oggi ricordiamo il Vescovo che ha guidato questa Diocesi più di tanti altri Vescovi, per 23 anni.


1. Cristo ci è Re perché gli apparteniamo fin dall’eternità e per l’eternità. Così il Padre ha deciso per noi. Lui ci ama tanto da venirci a cercare: “Io cercherò le mie pecore”, come ci ha detto il profeta Ezechiele nella prima lettura. Che meraviglia è il cristianesimo! Non siamo nel vuoto, nel nulla, nella dimenticanza, ma c’è Dio che ci cerca, che ci prende per mano, che ci mette sulle sue spalle. Per farci comprendere e vivere questa verità umanamente sconvolgente ci ha inviato suo Figlio Gesù. E Gesù, nel Vangelo, ci ha prospettato questo futuro di gloria: Lui, Re, che passa dal trono della Croce al trono di gloria, e ci destinerà a partecipare alla sua gloria per sempre: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”.


2. Come ricevere e vivere questo invito, lo stesso che ricevette il buon ladrone sul calvario: “Oggi sarai con me in paradiso”?
Se seguiamo Gesù oggi. Se lo serviamo oggi, se lo amiamo oggi, ci dirà: “Venite benedetti  … ho avuto fame e mi avete dato da mangiare … “ Come? Dove? “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”.
Il Cristianesimo è un altro mondo dentro questo mondo ed è un servizio d’amore inesauribile: sempre nuovo, sempre pieno di dedizione, di baldanza, di entusiasmo, di sorprese.
Spendersi per gli altri è spendersi per gli amici di Gesù, è farlo a Gesù.
Non prendo in riferimento la parte di condanna per chi non fa così: “Via lontano da me, maledetti”.
Chi di noi sceglierebbe di sentirsi dire: “Via, maledetti”?
Ma, subdolamente, il diavolo, citato da Gesù, si insinua anche nel cuore di chi vorrebbe sentirsi dire; “Venite, benedetti”, quando si minimizza l’indefessa opera di carità che ci è chiesta.
Quanto mi fa riflettere tutto ciò!
La vocazione, come ho scritto nella lettera Pastorale “Vieni e vedi”, ci chiede di avere il coraggio di osare nel dire sì al Signore, concretamente, operativamente. Questo è il tempo della nostra risposta d’amore a Cristo e ai fratelli. Questo è il tempo della carità pura, semplice e totale.
Il Papa in questi giorni ha invitato a “servire l’umanità, come Cristo”: i giovani – ha proseguito  – reagiscono prontamente alla vocazione di amore. Aiutiamoli ad ascoltare Cristo che fa udire la sua chiamata nel loro cuore e li attrae a se”.


3. Impariamo dai nostri pastori a spenderci per la gloria di Gesù che risplende nell’uomo vivente. Pensiamo ai nostri Papi, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Pensiamo ai nostri Sacerdoti, Religiosi, diaconi, seminaristi. Fedeli carissimi, guardiamo i nostri Pastori, ammiriamoli, seguiamoli, sosteniamoli.
Insieme ai miei sacerdoti mi è sembrato doveroso compiere questa Celebrazione solenne per i dieci anni della morte del Vescovo Luigi Scuppa.
Questa Diocesi è stata segnata dal suo lungo e impegnativo episcopato, durato 23 anni. La sua opera evangelizzatrice si è spesa nelle tre linee fondamentali della Chiesa: la catechesi, la liturgia e la carità. Se io in questi otto anni sono riuscito per un po’ a risvegliare la coscienza cristiana nell’unità della Chiesa locale, e questo è stato ed è il mio intento episcopale, lo debbo al fatto che mi è stato donato un popolo ben preparato e ben predisposto dal Vescovo Luigi.
Il mio desiderio è che qualcuno compia uno studio sui due ultimi Vescovi, Mons. Macario Tinti e Mons. Luigi Scuppa e che si ponga un segno di ricordo stabile di loro in città e in Diocesi.


4. Oggi allora ricordiamo i Vescovi Macario e Luigi il Vicario Mons. Lido Ciccolini, tutti i sacerdoti defunti: in particolare i defunti di questo anno:  Don Gustavo Grillo e il Diacono Federico Gili.
Seguendo questi santi Pastori, guardiamo Cristo Re che ci chiama a vivere la sua gloriosa presenza oggi su questa terra, sempre più in crisi e, domani, uniti a loro, nella gloria del cielo.
Viva Cristo Re! Non è sentimento ma l’ideale più affascinante a cui dedicare tutta la vita.
Domando accoratamente a Cristo Re tante vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata! Quante ne arriveranno? Quanti “sì” esploderanno nel cuore dei nostri giovani?
E’ importante impegnarci in questo tempo presente che ci è dato per spenderci nell’amore a Cristo verso tutti, soprattutto verso chi soffre, verso chi pena, verso chi ha bisogno.
Uno dei modi di carità vera è tirar su qualche vocazione speciale. Gesù ci dirà “Venite, benedetti!” se oggi Gli diciamo “sì” alla vocazione di amore a cui ci chiama.
La Madonna del Buon Gesù ci ottenga queste nuove e belle vocazioni di amore vero per la Chiesa e per il mondo.


                                                                     + Giancarlo Vecerrica