Che domeniche stiamo vivendo, compresa questa ultima dell’anno liturgico, con la festa di Cristo Re! Queste Domeniche ci fanno guardare avanti, al nostro destino di gloria; ci fanno partecipare cioè alla gloria di Cristo. Questo sguardo di speranza ci induce ad impegnarci con maggior lena nel presente, nell’oggi del Signore, che ci è dato. Ieri abbiamo gioito per un nuovo Diacono che ci è stato donato, oggi ricordiamo il Vescovo che ha guidato questa Diocesi più di tanti altri Vescovi, per 23 anni.
1. Cristo ci è Re perché gli apparteniamo fin dall’eternità e per l’eternità. Così il Padre ha deciso per noi. Lui ci ama tanto da venirci a cercare: “Io cercherò le mie pecore”, come ci ha detto il profeta Ezechiele nella prima lettura. Che meraviglia è il cristianesimo! Non siamo nel vuoto, nel nulla, nella dimenticanza, ma c’è Dio che ci cerca, che ci prende per mano, che ci mette sulle sue spalle. Per farci comprendere e vivere questa verità umanamente sconvolgente ci ha inviato suo Figlio Gesù. E Gesù, nel Vangelo, ci ha prospettato questo futuro di gloria: Lui, Re, che passa dal trono della Croce al trono di gloria, e ci destinerà a partecipare alla sua gloria per sempre: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”.
2. Come ricevere e vivere questo invito, lo stesso che ricevette il buon ladrone sul calvario: “Oggi sarai con me in paradiso”?
Se seguiamo Gesù oggi. Se lo serviamo oggi, se lo amiamo oggi, ci dirà: “Venite benedetti … ho avuto fame e mi avete dato da mangiare … “ Come? Dove? “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”.
Il Cristianesimo è un altro mondo dentro questo mondo ed è un servizio d’amore inesauribile: sempre nuovo, sempre pieno di dedizione, di baldanza, di entusiasmo, di sorprese.
Spendersi per gli altri è spendersi per gli amici di Gesù, è farlo a Gesù.
Non prendo in riferimento la parte di condanna per chi non fa così: “Via lontano da me, maledetti”.
Chi di noi sceglierebbe di sentirsi dire: “Via, maledetti”?
Ma, subdolamente, il diavolo, citato da Gesù, si insinua anche nel cuore di chi vorrebbe sentirsi dire; “Venite, benedetti”, quando si minimizza l’indefessa opera di carità che ci è chiesta.
Quanto mi fa riflettere tutto ciò!
La vocazione, come ho scritto nella lettera Pastorale “Vieni e vedi”, ci chiede di avere il coraggio di osare nel dire sì al Signore, concretamente, operativamente. Questo è il tempo della nostra risposta d’amore a Cristo e ai fratelli. Questo è il tempo della carità pura, semplice e totale.
Il Papa in questi giorni ha invitato a “servire l’umanità, come Cristo”: i giovani – ha proseguito – reagiscono prontamente alla vocazione di amore. Aiutiamoli ad ascoltare Cristo che fa udire la sua chiamata nel loro cuore e li attrae a se”.
3. Impariamo dai nostri pastori a spenderci per la gloria di Gesù che risplende nell’uomo vivente. Pensiamo ai nostri Papi, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Pensiamo ai nostri Sacerdoti, Religiosi, diaconi, seminaristi. Fedeli carissimi, guardiamo i nostri Pastori, ammiriamoli, seguiamoli, sosteniamoli.
Insieme ai miei sacerdoti mi è sembrato doveroso compiere questa Celebrazione solenne per i dieci anni della morte del Vescovo Luigi Scuppa.
Questa Diocesi è stata segnata dal suo lungo e impegnativo episcopato, durato 23 anni. La sua opera evangelizzatrice si è spesa nelle tre linee fondamentali della Chiesa: la catechesi, la liturgia e la carità. Se io in questi otto anni sono riuscito per un po’ a risvegliare la coscienza cristiana nell’unità della Chiesa locale, e questo è stato ed è il mio intento episcopale, lo debbo al fatto che mi è stato donato un popolo ben preparato e ben predisposto dal Vescovo Luigi.
Il mio desiderio è che qualcuno compia uno studio sui due ultimi Vescovi, Mons. Macario Tinti e Mons. Luigi Scuppa e che si ponga un segno di ricordo stabile di loro in città e in Diocesi.
4. Oggi allora ricordiamo i Vescovi Macario e Luigi il Vicario Mons. Lido Ciccolini, tutti i sacerdoti defunti: in particolare i defunti di questo anno: Don Gustavo Grillo e il Diacono Federico Gili.
Seguendo questi santi Pastori, guardiamo Cristo Re che ci chiama a vivere la sua gloriosa presenza oggi su questa terra, sempre più in crisi e, domani, uniti a loro, nella gloria del cielo.
Viva Cristo Re! Non è sentimento ma l’ideale più affascinante a cui dedicare tutta la vita.
Domando accoratamente a Cristo Re tante vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata! Quante ne arriveranno? Quanti “sì” esploderanno nel cuore dei nostri giovani?
E’ importante impegnarci in questo tempo presente che ci è dato per spenderci nell’amore a Cristo verso tutti, soprattutto verso chi soffre, verso chi pena, verso chi ha bisogno.
Uno dei modi di carità vera è tirar su qualche vocazione speciale. Gesù ci dirà “Venite, benedetti!” se oggi Gli diciamo “sì” alla vocazione di amore a cui ci chiama.
La Madonna del Buon Gesù ci ottenga queste nuove e belle vocazioni di amore vero per la Chiesa e per il mondo.
+ Giancarlo Vecerrica