Omelia di Mons. Giancarlo Vecerrica per il nuovo anno scolastico agli Insegnanti di Religione

 


1. Celebriamo l’inizio dell’anno scolastico con due segni fortemente educativi:
1° Celebriamo in Cattedrale, dove è la Cattedra del Vescovo. Voi, cari insegnanti, siete mandati dal Vescovo, partecipate del suo magistero e del suo “munus docendi”. Qui, riaffermiamo questa unione sostanziale tra il Vescovo, Catechista nella sua Chiesa particolare, e voi suoi stretti collaboratori nel ministero dell’insegnamento. Seguire il Vescovo, immedesimarsi nella sostanza e nel metodo del suo insegnamento, essere aperti e leali con lui: tutte queste indicazioni esprimono la verità della Chiesa viva che è in questo territorio.


Celebriamo la memoria di un grande maestro, appunto Dottore della Chiesa, San Girolamo. Abbiamo pregato nella Colletta perché Dio renda anche noi pieni della “conoscenza viva e penetrante della Sacra Scrittura”.
Quale dono chiedo oggi per i miei insegnanti di Religione se non questo?! Più siete pieni della Parola di Dio più saprete, come San Girolamo, amare la verità rivelata, e tradurla, e testimoniarla.
Cosa vuole il Signore da voi? Proprio questo; infatti il Profeta Baruc, nella prima lettura, ci dice che ci sono tanti mali perché “non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato”.
Seguire il magistero della Chiesa, del Papa con il Vescovo, è la strada profetica che Dio oggi indica, per la piena conoscenza di Dio e del Suo Figlio Gesù Cristo e perché di questa conoscenza siate testimoni e maestri.


2 Qual è il nemico dell’insegnante di religione? Ce lo hanno indicato le letture di oggi:
1° il profeta Baruc (Bar 1,15-22), scrivendo agli israeliti in esilio, indica il loro peccato: non avere “ascoltato la voce del Signore”, che ha mandato attraverso i profeti, ma “ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore”. Perché? Chi non ascolta Dio rovina la sua vocazione. Il cuore è fatto per seguire il Signore e la sua voce, per realizzare la propria vocazione. Quante volte siamo più attenti alle questioni personalistiche o inseguiamo le nostre idee o ci aggrappiamo ai falsi idoli!
Il Papa, in Germania, ci ha ricordato proprio questo: “La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede”. “Se non arriveremo a un vero rinnovamento della fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace”.
2° Nel Vangelo di Luca (Lc 10, 13-16) Gesù diventa pesante su questo peccato del non ascolto, con quel grido: “Guai a te!” Gesù, compie prodigi nella città di Corazin, Cafarnao e Betsaida e così nelle nostre terre, eppure noi non ce ne accorgiamo, non ci mettiamo in suo ascolto.
L’ascolto e la sequela nella Chiesa è la strada maestra per imparare e comunicare.
Il Papa dalla Germania ci ha detto: “Nessuno può credere da solo. Riceviamo la fede attraverso l’ascolto. E l’ascolto è un processo dell’essere insieme in modo spirituale e fisico … Questo grande ‘con’, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa”.
Anche qui una conversione sempre nuova è richiesta. L’insegnante di religione è tentato di chiudersi in sé, di prescindere da chi lo manda, di vivere i propri riferimenti isolati, le proprie letture, i propri criteri.
Vi supplico, cari amici insegnanti di religione, di “perdere” più tempo nel vivere “con” il Papa, “con” il Vescovo, “con” la Chiesa diocesana e questo vi renderà autentici. Le mode passano, le persone anche, le idee svolazzano, ciò che rimane è questa Chiesa e la comunicazione testimoniale che le diamo.


3 Quando qualcuno di voi mi domanda come migliorarsi, ripeto sempre lo stesso metodo della Chiesa ed ora lo dico a voi:
1° non andate mai per conto vostro. E mi fermo qui. Si capisce subito che cosa vuol dire;


2° seguite sempre il Papa, il Vescovo e tutta la Chiesa: non ci siano i “ma”,  i “se”, i “distinguo”, ma siate semplici, puri, umili e obbedienti. Chiedete senza pretese e sarete liberi. Tutto è dono. Le personalità cristiane migliori, cioè i santi, sono quelle che con semplicità si rendono disponibili a seguire;


3° la proposta di questo anno pastorale sia vostra innanzitutto: “Educare alla vita come vocazione”. Il Convegno Pastorale Diocesano del 14 ottobre prossimo sia partecipato soprattutto da voi; la mia Lettera Pastorale, che presenterò quel giorno, sia letta e proposta da voi, soprattutto.
Cari insegnanti, vi voglio bene e vi ringrazio per quanto mi siete di aiuto! 
I ragazzi vi sono affidati dal Signore: portate il saluto del Vescovo, seguiteli nella loro vocazione; se li amate proponete sempre l’attaccamento alla Chiesa, comprese le iniziative diocesane.


Vi affido al Signore, alla Madonna del Buon Gesù e ai miei due sacerdoti, strettamente a me uniti: Mons. Luigi Monti e Don Giovanni Mosciatti.


 


                 + Giancarlo Vecerrica