Indicazioni metodologiche per l’anno catechistico 2011-2012

 


Suggerisco uno schema che può aiutare le catechiste nel lavoro di quest’anno.


1.Programmare.
La catechista sceglie i comandamenti di Dio che intende proporre al suo gruppo, distribuendoli durante il corso dell’anno, in base all’età, al ritmo di lavoro del suo gruppo, al sacramento che si preparano a ricevere, e anche al tempo liturgico (Es. Il V comandamento potrebbe accompagnare la riflessione sui morti nel mese di novembre: non uccidere e far vivere. Nel periodo di Natale il IV comandamento si presta per una riflessione sulla famiglia. In Quaresima, uno dei primi tre sul tempo e l’onore da dare a Dio può aiutare la comprensione del tempo liturgico…). 
Criterio importante è anche non mettere i comandamenti in opposizione alla preparazione ai sacramenti, né su binari paralleli, ma integrare i due messaggi, avendo sempre i comandamenti come sfondo. 
Per la Prima Confessione, lo sfondo sarà la conversione a cui la constatazione della non osservanza dei comandamenti ci invita. 
Per la Prima Comunione, si insisterà su come la non osservanza dei 10 distrugge la comunione con i fratelli e con il Signore. 
Per la Cresima, l’osservanza dei comandamenti sarà presentata come il coraggio e l’impegno della testimonianza. 
Per i Prima e Seconda, i primi tre comandamenti serviranno per aprire i bambini alla conoscenza di Dio, di Gesù e della Chiesa, cioè per introdurli alla vita dei cristiani. Per questo, si può trovare un aiuto valido nel testo C.E.I. Io sono con voi. Gli altri comandamenti saranno comunque accennati (e possibilmente memorizzati, altrimenti non lo saranno più!), tenendo conto dell’età, della sensibilità dei bambini e di qualche fatto di cronaca che dovesse averli particolarmente colpiti. 


2.Partire dalla vita. 
Scelto il comandamento (es. il V: Non ammazzare), è bene non iniziare con la spiegazione del comandamento, ma, da un fatto di cronaca (non mancano mai!) o di vita. Conosciuto, analizzato e meditato il fatto, servendosi dell’iniziativa della Montagna, si lo si presenta come crepacci, caduta, massi, valanghe che creano dolore, sofferenze e morte. Ovviamente, dalle grandi negazioni del Comandamento e dalle gravissimi conseguenze che esse comportano, si passerà poi alle “piccole” negazioni del comandamento che si verificano anche nella vita dei bambini e dei ragazzi, e alle sofferenze (che non sono mai piccole per chi le subisce) che esse producono. Nella vita dei bambini e dei ragazzi non mancano violenze subite: farle raccontare.


* N.B. Si può fare tutto a parole, ma sarà molto diverso procedere con foto, racconti, DVD, incontri con personaggi.


3.La proposta di Dio.
Per evitare i crepacci: le sofferenze, il dolore, Dio ci dice: Non uccidere.  
A questo punto che viene spiegato il comandamento di Dio, e , se ancora non lo si è fatto, il conteso biblico in cui avviene la consegna delle Tavole a Mosè. 
Si passerà poi al “pieno compimento” portato da Gesù, cioè al: “Fai vivere!” (chi ha la PPT presentata durante la Tre Sere può rivederla), con le Beatitudini (Beati i miti; beati gli operatori di pace…) e i brani del vangelo che le concretizzano: (Mt 5,21-24). Commentare a questo punto, e con riferimenti alla vita di tutti i giorni, la parabola del Buon Samaritano, che non ammazza ma soccorre, con l’invito finale di Gesù: “Va’ e anche tu fa’ così!” sarà qualcosa di molto diverso da una spiegazione data quando il libro lo richiede, oppure come generico invito a fare i bravi.


* N.B. Si può fare tutto a parole, ma sarà molto diverso procedere con foto, racconti, DVD, incontri con personaggi.


E’ importante non presentare il messaggio della Bibbia, e in modo particolare del Vangelo come qualcosa che viene imposto, o come qualcosa che si deve imparare, ma proposto per evitare sofferenze e dolore, per indicare via migliore per una vita buona; per arrivare alla cima della montagna, evitando i crepacci e le valanghe, e superando la nebbia e le tempeste. Il Signore non ci impone comportamenti per il suo bene, ma ci indica la strada per raggiungere il nostro bene. 


* N.B. Non dare per scontato che la proposta del Signore è giusta, bella, ragionevole, ma farlo capire ragionando, riflettendo, dimostrandolo facendo vedere a cosa porta il contrario di ciò che egli chiede.


 


4.Ragionare, riflettere, dialogare, manipolare (far fare). 
Durante tutto questo percorso, i bambini e i ragazzi sono invitati e stimolati a riflettere insieme, a esprimere i loro pareri, ad allargare il fatto preso in esame, con i loro racconti, sia parlando, che disegnando, che drammatizzando (giochi di ruolo e di simulazione!). 



5.Sintetizzare per trattenere e interiorizzare. 
Terminato il percorso, è necessario aiutarli a fissare il messaggio, a farlo proprio, ad accoglierlo come proposta per la propria vita. Non bastano le esortazioni. Ci vogliono attività: riflessioni nel quadernone; disegni nel quadernone da vedere e commentare insieme; raccolta di foto di fatti di cronaca da vedere e commentare insieme; racconti di cristiani che hanno testimoniato in modo forte questo comandamento (non mancano i santi e anche film su questi santi!); incontro con qualche persona capace di testimoniare la crudeltà della violenza (qualche anziano che ha vissuto la guerra o la prigionia), o la forza del bene; una piccola celebrazione per la vittime della violenza e per incoraggiare chi la combatte…. 


6.I tempi.
Ogni comandamento può avere bisogno di 4 o 5 incontri. Non avere fretta! E’ meglio fare soltanto alcuni  comandamenti che farli tutti male.  


7.Per non perdere il filo
E’ bene tenere ben visibile nell’aula il testo dei Dieci Comandamenti e quello delle Beatitudini (non solo quello dei Dieci Comandamenti!), accanto all’immagine (o al plastico) della Montagna, che non dovrebbe mai essere dimenticata, né dai bambini e dai ragazzi, né, soprattutto, dalla catechista.
Chi avesse bisogno di qualche parola in più può sempre chiedere un incontro. Non è facile trovare il tempo,a si trova sempre. 


d. Tonino Lasconi