Saluto del Vescovo all’inizio del Convegno “Eucaristia nel tempo dell’uomo: lavoro e festa”.

Teatro Gentile di Fabriano mercoledì 07 settembre 2011


Come pastore di questa città e diocesi di Fabriano-Matelica, con cuore da bambino, con la mente  e le braccia aperte, con il desiderio di certezze e di novità vi accolgo e vi saluto.
Questa giornata del Congresso Eucaristico Nazionale, dedicata al tema “Eucaristia nel tempo dell’uomo: lavoro e festa”, inizia con la preghiera perché “ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce” (Gc 1,17).
Questa nostra diocesi ha sofferto e soffre, meglio ha lottato e lotta per la gravissima crisi di lavoro, che coinvolge migliaia di famiglie. Come chiesa siamo stati sempre vicini al nostro popolo, composto da imprenditori e lavoratori, maestranze e operai, ricchi e poveri. Che cosa il Vescovo, insieme ai suoi meravigliosi sacerdoti e laici ha imparato in questa crisi? Questo: che la crisi non ci ferma e non ci scoraggia, ma ci fa guardare al positivo che germina sotto la cenere, seguendo l’insegnamento del nostro grande Papa Benedetto XVI: “la crisi diventa un’occasione di discernimento, in cui si forma una nuova visione per il futuro” (Caritas in Veritate, 21).
Con la giovinezza del cuore stiamo cercando di vincere la vecchiezza d’animo che fa rimanere impigliati e impagliati.
Il desiderio di bene non ci ha abbandonato, perché siamo certi che la vita buona del Vangelo vincerà sul male, che spesso è mantenuto da chi sta a guardare o a criticare, aumentando il pensiero che tanto tutto è relativo. Chi ha questa giovinezza del cuore è capace di alimentare le risorse migliori, i giovani più desiderosi di bene.
I giovani alla GMG di Madrid, al Meeting di Rimini, al Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona ci hanno testimoniato la baldanza della fede che – parole del Papa – “mette le ali alla libertà e non fa vergognare della propria fede”, realizzando così il disegno di amore che il Padre celeste ci ha affidato.
La vocazione alla vita come senso e la vocazione al lavoro come vita e amore non può fermarla nessuno. Il tema del Congresso Eucaristico “Signore, da chi andremo?. Tu solo hai parole di vita”; apre a questa speranza, che è certezza.
L’Eucaristia, come cuore dei primi cristiani, meravigliava tutti, tanto è vero che i pagani dicevano: che meraviglia! guarda come si vogliono bene! L’Eucaristia ha salvato il mondo in tutte le crisi tremende e sconvolgenti. Noi ci congreghiamo, congresso appunto, per fare ciò che hanno fatto gli apostoli, per guardare e seguire quella Presenza che dà vita.
Il mio augurio è che il ritorno dei credenti e non credenti a questa sorgente della vita riproduca la “logica del dono” e della “gratuità” (cfr. Caritas in Veritate)  per questo mondo in cui vige “si salvi chi può”. Facciamo come il premio Nobel della letteratura, lo spagnolo Mario Vargas Llosa, agnostico, il quale ha concluso il suo articolo su Madrid così: “Credenti e non credenti, tutti dobbiamo rallegrarci di quanto è accaduto a Madrid in quei giorni in cui Dio sembrava esistere e il cattolicesimo sembrava essere la religione unica e vera, e tutti come ragazzi buoni abbiamo camminato, presi per mano dal Santo Padre, verso il regno dei cieli”.
Vi affido alla nostra Patrona la Madonna del Buon Gesù, che domani festeggeremo, perché Lei ha salvato sempre Fabriano.
Grazie alla CEI e a tutti i partecipanti.


                                                                                                + Giancarlo Vecerrica
                                                                                             Vescovo di Fabriano-Matelica