Omelia di S.E. Mons. Giancarlo Vecerrica nella Messa Esequiale di Valentino Damiani

                                             Funerale di Valentino Damiani
                                          Chiesa di San Biagio-Pollenza (MC)
                                                 Venerdì 1 aprile 2011
                                                         Omelia


1- Il Mistero Pasquale, che stiamo preparando in questa Quaresima, ora, qui, si manifesta nella concretezza della nostra povera umanità: c’è stata la sofferenza pazientemente vissuta da Valentino, c’è il dolore della moglie Marisa, dei figli Marta e Mattia, dei suoi genitori e parenti, c’è il dolore di tanti amici del Movimento di Comunione e Liberazione e di tanti che hanno collaborato con Valentino nel lavoro professionale e nell’opera artistica per accogliere ogni anno allo stadio i partecipanti al Pellegrinaggio Macerata-Loreto.
Ecco il Mistero Pasquale: a questo dolore si è unito il dolore di Gesù, che, di fronte alla sua Madre e ai suoi pochi amici, ha vissuto la stessa sofferenza e la stessa esperienza della morte. E qui, in questa Eucaristia, l’unità della sofferenza degli uomini e di Cristo si ripropone.
Ecco ancora il Mistero Pasquale: c’è di più ancora, infatti. C’è la vittoria di Gesù sul male e sulla morte: Valentino ora non soffre più, ora è nella gioia della partecipazione alla risurrezione di Gesù, insieme a tanti nostri amici, che, già lassù, vivono la contemplazione del volto di Dio.
E’ Mistero! E, perciò, è certezza che ci è annunciata e donata. In questa Eucaristia Gesù, che ha accompagnato Valentino in questa terra, soprattutto nella sofferenza degli ultimi mesi, tenendolo ancora per mano, Gesù muore e risorge, muore e vive, soffre ed è lieto. Non facciamo, a Valentino, il torto di considerarlo finito; reagirebbe; con il suo stile asciutto e semplice egli credeva veramente. Valentino vive in Dio. Valentino pensa, prega, e ottiene grazie per la sua famiglia e per i suoi amici.


2- Quale è il mistero della vita di Valentino? Un uomo con il cuore grande, veramente grande. Non usava tante parole, tantomeno discorsi. Il suo cuore era, ed è, legato alla sua origine. Un cuore  che ama si vede. Un cuore che ama il suo destino, che ama Dio si vede. E in Valentino si vedeva.
E’ l’uomo del vangelo: “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli”.
Di questa beatitudine era un esempio vivente, perché desiderava solo la verità, solo Gesù che lo riempiva. La sua energia nono scaturiva dal ragionamento, ma dal cuore che era certo dell’amore di Dio. La sua definizione: io sono Tu, o Dio, che mi fai essere! Mi piace legare Valentino a San Tommaso: “La vita dell’uomo consiste nell’affetto che principalmente lo sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione”. Quella soddisfazione che ora è compiuta, è piena per lui. E, di questa soddisfazione nel legarsi a Cristo egli era sempre consapevole.


3- Da questa certezza, solida e non adombrata da ripensamenti o discorsi, nasceva la sua solida amicizia nella Fraternità e nel condurre la sua famiglia e il suo lavoro. L’amicizia per lui nono era un rifugio, ma un luogo aperto, un aiuto a una correzione, un sostegno per la sua fede e per la sua personalità asciutta, forte e penetrante.
La Fraternità lo rendeva certo e perciò elementare nella comunicazione: il suo sguardo ti interpellava sempre, ti scrutava e si manifestava di per sé.
Ecco Valentino, pieno di umanità, quella di Cristo, che suscita curiosità domanda ed anche creatività. Il suo lavoro non era mai banale, tutto aveva significato. Era un vero artista. Il legno che lavorava gli parlava e lo faceva parlare.
Riconoscere e seguire Cristo genera un atteggiamento esistenziale caratteristico e così Valentino diventava un camminatore eretto e infaticabile, verso una meta nono ancora raggiunta. Ma ora sì! Certo del futuro, ora quel futuro di pace l’ha raggiunto, ha compiuto il suo pellegrinaggio. Nell’adesione a Cristo fiorisce sempre un’affezione nuova a tutto, che genera un’esperienza di pace, l’esperienza fondamentale dell’uomo in cammino.


4- La sua dedizione al Pellegrinaggio è tutta qui. Le sue belle creatività nel rendere lo stadio una Cattedrale aperta e accogliente nascevano da questo suo sguardo di fede su tutto. Faceva cose così, perché era così, era un vero pellegrino, immerso nel mistero di Dio. Il pellegrinaggio è fatto da chi ha un cuore grande, immerso nella grandezza di Dio, nell’amore di Dio. Come la Madonna! Sono certo che ieri Valentino è stato accompagnato, preso per mano dalla Madonna e portato davanti al Tribunale di Dio. E chi è accompagnato dalla Madonna non ha paura di questo Tribunale. Sarà certamente abbracciato da Dio. Al prossimo pellegrinaggio ti ricorderemo molto, caro Valentino! Aiutaci ad imitarti per non perderci nelle parole o nei sentimenti o nelle paure; ma a correre sicuri e certi, con Maria, Madre di Gesù, e con i fratelli e sorelle che Dio ci ha fatto incontrare.


                                                                                        + Giancarlo Vecerrica
                                                                                   Vescovo di Fabriano-Matelica