Relazione: “Convergenze e divergenze tra cattolici e protestanti circa la Dottrina della Chiesa”, prof. don Walter Pierini

Convergenze e Divergenze tra Cattolici e Protestanti circa la Dottrina della Chiesa.
Solo a partire dall’unità della tradizione cristiana da cui tutte le chiese provengono è possibile comprendere quelle rotture storiche che hanno portato allo sviluppo divergente di uno stesso e identico patrimonio spirituale, ecclesiale e teologico. All’inizio di ogni confronto è perciò necessario fermarsi sulle convergenze tra tre le dottrine, protestante e cattolica, circa la chiesa. Resta fermo che ciò che unisce e identifica le chiese come cristiane resta un patrimonio immensamente più grande di ciò che le divide (Vedi: Battesimo, eucaristia e ministero, Torino 1984, ed. LDC e anche Claudiana).


Convergenze tra Ecclesiologia Cattolica e Protestante.
1/  Il riconoscimento della Bibbia come unico libro sacro che contiene la Parola trascendente di Dio, pienamente rivelata in Cristo. I protestanti tuttavia adottano per l’A.Testamento il canone ebraico che manca dei 7 libri scritti solo in greco (Tobia, Giuditta, I° e 2° Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruch). Il Concilio Vat.2° ha ricollocato la Parola di Dio biblica al centro della vita della chiesa, al di sopra della teologia tradizionale che l’aveva oscurata, e  come punto di riferimento di tutta la vivente tradizione magisteriale ed ecclesiale.
2/ Accettazione del credo degli apostoli e di quello di Nicea-Costantinopoli, nonché del valore normativo (anche se non infallibile, come tutti gli atti ecclesiali) dei primi sette concili ecumenici della storia. Pertanto sono comuni le fondamentali verità della fede: la dottrina della Trinità, dell’Incarnazione e del mistero pasquale della redenzione in Cristo di tutta l’umanità. La chiesa è mistero di salvezza universale voluta da un Dio Padre che, attraverso la mediazione sacerdotale del suo Figlio incarnato e l’azione dello Spirito Santo, associa gli uomini alla Sua Comunione d’amore. La chiesa di Cristo è pertanto e sempre resterà una sola, malgrado le divisioni storiche tra le chiese cristiane. Questa unità trova un segno nella persona del papa, che tuttavia per i protestanti, come accade per tutta la chiesa, non rappresenta Cristo, ma solo l’unità del corpo ecclesiale, al quale Egli deve perciò rispondere. La chiesa è la comunione dei credenti, santi e peccatori, che in quanto corpo ecclesiale di Cristo, non potrà mai perdere la sua santità originaria (indefettibilità della chiesa). La chiesa è segno e strumento di salvezza per tutto il genere umano (universalità o cattolicità). Cattolici e protestanti concordano come minimo comune che la chiesa è apostolica quando accetta la dottrina degli apostoli contenuta nella Bibbia. Per i cattolici e ortodossi tuttavia esiste anche la successione apostolica come trasmissione di quella autorevole e sacramentale rappresentanza di Cristo che abilita il papa e i vescovi a custodire  senza errore il patrimonio della fede.
3/ La chiesa è popolo di Dio, costituito da fedeli che, grazie al battesimo, sono partecipi del sacerdozio profetico e regale di Cristo e sono resi capaci di celebrare l’eucarestìa mediante l’offerta di se stessi durante il memoriale del sacrificio di Cristo.
4/ Sono comuni anche i riti del battesimo e della santa cena, sebbene per i cattolici essi sono sacramenti (segni efficaci della grazia), mentre per i protestanti essi sono solo segni sacramentali, cioè conferme sensibili delle promesse di salvezza già contenute nella Parola di Dio. Nel protestantesimo restano anche presenti gli altri 5 riti, non intesi però come sacramenti, ma solo come valide e utili tradizioni liturgiche ecclesiali, non fondate sulla bibbia.
Circa la presenza reale della persona di Cristo risorto nel pane e vino consacrato ci sono posizioni diverse, anche tra chiese protestanti, ma resta comune con i cattolici l’effetto spirituale della comunione sacramentale, cioè l’assimilazione a Cristo risorto e la santificazione ad opera dello Spirito Santo.
5/ L’organizzazione ecclesiale ha spesso formalmente le stesse figure; pastore o vescovo, presbitero e diacono. Tuttavia per i cattolici e ortodossi i ministri ecclesiali ricevono una consacrazione sacramentale che li lega per tutta la vita a Cristo e li rende suoi autorevoli rappresentanti, mentre per i protestanti essi sono solo autorità umane chiamate dalle chiese, e davanti a loro responsabili, per assicurare la fedeltà a Cristo e l’unità di governo della comunità.