“Educare alla Vita Buona del Vangelo” presentazione del documento Cei ai Catechisti, don Tonino Lasconi



Parrocchia San Giuseppe Lavoratore, Fabriano

Premessa: documento facile da leggere, ma non da “trattenere”: ampio, discorsivo e omnicomprensivo.
Critiche:
1. cosa intende per educazione? A quale scuola si ispira? Si presume a quella “classica”: e-ducere = tirare fuori. Far nascere nel soggetto educando idee, atteggiamenti e comportamenti proposti dall’educatore e accettati dall’educando. Come? Non con il bastone, ma con il fascino della proposta e la limpidezza della testimonianza.
2. Dice cosa fare, ma non come fare.
Do un quadro d’insieme e mi fermo un po’ sui problemi che ci riguardano come catechisti.

Presentazione di Bagnasco
Educazione: sfida culturale, segno dei tempi e dimensione costitutiva della nostra missione.

Introduzione (1-6)
Perché una sfida: una grande emergenza educativa, confermata dagli insuccessi dei nostri sforzi.
Perché una dimensione costitutiva: Dio pedagogo, Gesù pedagogo e “maestro”, Chiesa pedagoga.
La fede cristiana non è semplice trasmissione di idee, ma educatrice di comportamenti concreti.
Da affrontare perché la nostra attività, per quanto difficile, poggia su una “speranza affidabile”: Gesù.

1°  Capitolo: Educare in un mondo che cambia (7-15)
La dittatura del relativismo
Cause molteplici – culturali, sociali ed economiche – ma al fondo di tutto la negazione della vocazione trascendente dell’uomo: «Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno comprendere chi egli sia». 
Panorama che conosciamo bene perché ce lo abbiamo sempre davanti agli occhi: figli di genitori, alunni di professori , ipernutriti da Media che “non sanno dove andare”…  e non vogliono sapere dove andare.
L’educazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’educazione, perché la formazione integrale è resa difficile dalla separazione tra le dimensioni costitutive della persona: la razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità. Tanto più che le diverse generazioni vivono spesso in mondi separati ed estranei. I figli non sanno cosa fanno i genitori e dove stanno, e viceversa. Il tempo vissuto insieme è molto poco.
La spontaneità porta ad assolutizzare emozioni e pulsioni: tutto ciò che “piace” e si può ottenere diventa buono. In questo contesto, si rinuncia a trasmettere valori e  a promuovere l’apprendimento delle virtù; ogni proposta direttiva viene considerata autoritaria.
Noi cristiani siamo nel mondo con la consapevolezza di essere portatori di una visione della persona che, esaltandone la verità, la bontà e la bellezza, è davvero alternativa al pensiero comune.
Il problema è convincere chi cristiano non è a credere che la nostra concezione di persona sia la più vera e la più bella…
Questo uno dei punti “deboli” (?) del documento.