Come affrontare l’emergenza educativa

Lunedì 31 Gennaio si è svolto presso la Chiesa di San Giuseppe Lavoratore l’incontro, tenuto da don Tonino Lasconi, per catechisti e educatori sul documento della CEI: “Educare alla vita buona del Vangelo” – Orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2020.
Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la figura del pedagogo don Giovanni Bosco, si è partiti da una celebrazione liturgica il cui Vangelo mostra Gesù spiegare ai discepoli che per essere grandi nel Regno dei Cieli bisogna essere come i bambini, che gli adulti devono sempre accogliere e mai disprezzare (Mt 18,1-10). L’educazione e la formazione dei bambini e dei ragazzi sono al centro dei nuovi orientamenti pastorali del decennio che stiamo vivendo. Il documento apre con la Presentazione del Card. Bagnasco, dove si evince che l’educazione è una sfida culturale e una dimensione costitutiva della missione dei cristiani consacrati e laici. Trovandoci oggi in un’epoca in cui soprattutto i più giovani sono spaesati, perché basano la loro vita su una serie di principi e valori non più autentici, i Vescovi italiani affidano ai genitori, ai catechisti, educatori e insegnanti di religione il difficile compito di riconciliarli a Dio, Vera Sorgente di Vita e di Speranza. Impegno sicuramente non facile questo in un mondo che cambia e dove vige la dittatura del relativismo, che conduce al rifiuto del Trascendente e dell’educazione, al prevalere della sfera individuale nel nome di una cosiddetta “libertà” che porta ognuno ad agire per proprio conto, con il risultato di un io sempre più disgregato e isolato dal resto del mondo. Seguendo l’esempio di Gesù, che si mise a insegnare molte cose a una folla vista disorientata come pecore senza pastore (Mc 6, 34.39-41), l’educatore deve essere sia un maestro, che indirizza e incoraggia i ragazzi a un percorso di fede, sia un padre che li protegge con quello stesso amore che è stato tramandato direttamente da Dio.
I primi iniziatori alla vita cristiana sono i genitori, è importante dunque che la famiglia e la parrocchia (intesa come comunità di fede e famiglia di famiglie) interagiscano fra loro in quanto luoghi per la comunicazione del Vangelo e la formazione di una coscienza credente. A questo punto del convegno ci si è domandato come sia possibile attuare nella catechesi queste linee guida. In un mondo che cambia il Messaggio deve principalmente essere trasmesso attraverso i mezzi di comunicazione più usati dai ragazzi (internet in primis). Le nuove generazioni, sempre più dinamiche, devono essere coinvolte in modo concreto in attività che permettano loro di interiorizzare i valori presenti nel Vangelo. Il modo più autentico ed efficace per iniziare i ragazzi alla fede cristiana è essere testimoni in prima persona del messaggio di Cristo. Non è sufficiente trasmettere idee, dire cosa è giusto e dare puri precetti, ma essere prima di tutto da esempio con la propria vita. La fede cristiana se non entra negli atteggiamenti e nei comportamenti è evanescente. Presa coscienza dell’urgenza della questione educativa, si ha la necessità di tornare a educare. La Chiesa se non educa fallisce la propria missione.       
                                                             Antonella Spilli e Antonella Bartolini,
                                                                Ufficio Catechistico Diocesano