Antonella Lumini è venuta da Firenze a parlare a Fabriano, invitata dal C. I. F. . Non è stata una manifestazione di grande richiamo, perché la Lumini non è una star e il C. I. F. non aveva i mezzi per fare un adeguato lancio pubblicitario. Ma ciò che è stato detto e letto in questo incontro era di grande interesse, e veramente suggestivo. Il tema del discorso della Lumini “Memoria profonda e risveglio” è il titolo del suo ultimo libro, un volumetto il cui valore è inversamente proporzionale alla sua piccola mole. Indica alcuni itinerari per una meditazione cristiana, e la meditazione dovrebbe essere la cosa più importante e necessaria per tutti i cristiani che specialmente oggi sono a rischio di dispersione esteriore e quindi di perdita della propria identità.
La Lumini ha scoperto l’ importanza e il fascino della meditazione , non attraverso letture di carattere religioso o più genericamente spirituale; ma partendo da studi d’ impostazione psicologica. Ed è approdata a questa conclusione:bisogna ritornare all’ ordine della nostra tradizione in cui aveva grande importanza la meditazione (meditazione e medicina hanno lo stesso etimo, e ciò non è senza significato). Meditare significa rientrare in se stessi, e nel silenzio, ritrovare lo sguardo contemplativo, opposto allo sguardo appropriativo (mosso da un intendimento utilitaristico) che colga il miracolo continuo che avviene accanto a noi perché la creazione è sempre in atto.
Si sta bene quando ci si sente creatura, in armonia con tutto il creato. Ma ostacolo a questo sentimento di armonia è il nostro ego,che si ingrossa su se stesso (perché noi lo alimentiamo) ed esercita una straordinaria forza di gravità che ci appesantisce. Il Verbo chiama sempre ma noi opponiamo il nostro “no”. Ma quando vengono smantellate le forze egoiche, quando cede la nostra caparbia e chiusa volontà, allora si entra nello Spirito, ci si sente accolti dall’ amore, dentro il movimento trinitario della vita divina che circolazione di amore.
I mistici parlano di abbandono della volontà divina. Abbandono è un termine ambiguo:significa sentirsi solo, abbandonato; ma significa anche affidamento ed allora è il benessere di chi si sente contenuto in un grembo materno, di chi entra in un ordine superiore rasserenante. L’ animo si pacifica e non ci sono più ansie e paure. Ed è essenzialmente questo il senso religioso della vita, e la preghiera più pura e alta è la preghiera di abbandono:non chiedere a Dio che ci ottenga quello che noi chiediamo, ma rimetterci con fiducia alla sua divina volontà e in questa fiducia trovare pace e gioia. Parlare di queste è toccare l’ essenza della fede, e parlarne per esperienza diretta, con la passione del neofita significa essere suadenti e suggestivi.
Il volumetto di Antonella Lumini, edito dalla libreria editrice fiorentina, merita di essere letto e meditato da chi desidera crescere nel cammino della fede. E l’ autrice andrebbe richiamata a Fabriano per esempio in Avvento o in Quaresima, per animare uno di quei mini-ritiri o incontri di preghiera che le associazioni e movimenti ecclesiastici organizzano di solito per i loro aderenti.
A. C.