Storia

L’istituzione della diocesi di Fabriano-Matelica avvenne nel 1728, con la creazione di una propria struttura vescovile inizialmente unita a Camerino, dalla cui giurisdizione episcopale era dipesa fino a quel momento, poi autonoma nel 1785. Successivamente venne modificata il 19 marzo 1984 e ristrutturata con l’integrazione del territorio di Sassoferrato il 30 settembre 1986, in seguito alla revisione del Concordato del 1929 tra la S.Sede e l’Italia (1984).

Ma in questa Chiesa locale di Fabriano-Matelica non esistono soltanto pievi e parrocchie, santuari e romitori, monasteri e confraternite; infatti è attestata una consistente presenza di laici impegnati. È vero che con qualche difficoltà, dovuta forse al temperamento regionale, il Movimento cattolico, così bene affermato in Italia settentrionale e centrale, è presente in Fabriano soltanto dal 1897 in poi. Bisogna però ricordare l’atmosfera civica di allora, in una città che conobbe episodi di violenza anticlericale e massonica, del genere dell’assalto alla processione del “Corpus Domini” del 1911 (quando il vescovo Pietro Zanolini dovette rifugiarsi con l’ostensorio nel primo portone trovato aperto).

Il periodo più vitale del Movimento cattolico coincide con l’episcopato di Luciano Gentilucci (1895-1909). Dal 1897 è attivo il Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi, con le sue varie sezioni caratteristiche (scuole di religione, biblioteca circolante, Società operaia di mutuo soccorso, Banca cattolica, sezioni rurali). Queste iniziative eranto tanto più urgenti, quanto più operanti erano i vari sindacatii locali, particolarmente il Sindacato ferrovieri, di ispirazione socialista e marxista. La classe operaia, che si concentrava nelle cartiere e nelle altre industrie regionali, era sensibile alle tendenze rivoluzionarie e anarchiche.

Nell’ottobre del 1901 si riunì in Fabriano l’VIII Congresso regionale delle Società cattoliche marchigiane, che analizzò le condizioni dell’agricoltura nelle Marche, così preoccupanti da provocare nel 1906 agitazioni dei contadini. Sarà merito di industriali, affermatisi nel fabrianese in tempi più recenti, di aver contribuito a migliorare il livello di vita di tante famiglie finora rimaste in stato di povertà, se non di indigenza. La configurazione del terreno più collinare che pianeggiante non facilitava il lavoro agricolo, già condizionato dalla parcellizzazione crescente del suolo.

Nel 1897 era stata fondata la Società della Gioventù Cattolica, circolo intitolato al SS.mo Crocifisso. Nel 1906 il vescovo Giovanni Maria Zonghi-Lotti († 1941), con l’aiuto di don Pompilio Paolucci, creò il Ricreatorio S. Giuseppe per i giovani. Uno dei promotori del Movimento Cattolico in Fabriano fu Lamberto Corsi (1892-1961), cofondatore della Rivista letterario-religiosa Verso un’ idea nel 1910, e del settimanale, ancora oggi fiorente, L’Azione, nel 1911. Difensore dei diritti delle classi lavoratrici, in piena fedeltà al magistero sociale della Chiesa, Corsi contribuì ad inserire i cattolici locali nella politica attiva, fino a farne gli arbitri della vita politica e amministrativa.

Socio del primo circolo giovanile fabrianese dal 1890, Agostino Crocetti (1873-1945), diventato sacerdote, fondò nel 1907 L’Eco del Giano, e fu animatore coraggioso del Movimento Cattolico e del futuro Partito Popolare Italiano locale. Don Erminio Petruio (1887-1948) e don Giuseppe Riganelli (1899-1963) si impegnarono per trasformare, sotto il profilo culturale e sociale, la città di Fabriano, preparando una nuova generazione di cattolici impegnati: tradizione proseguita oggi da iniziative analoghe, tra le quali il Centro Studi don Giuseppe Riganelli e il volontariato cattolico. Furono davvero precursori delle attuali Scuole di formazione politica, nello spirito della F.U.C.I. (Federazione Universitari Cattolici Italiani), del Movimento Laureati Cattolici (attualmente denominato M.E.I.C., Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). Tutto questo è il frutto maturo del progetto abbozzato dall’enciclica Rerum Novarum (1891) di Leone XIII.

La prima Conferenza della Società S.Vincenzo de’ Paoli è costituita in Fabriano l’11 novembre 1931, sotto il titolo “Madonna del Buon Gesù”. Saranno successivamente istituite la Conferenza Femminile S.Giovanni Bosco (1946), la Conferenza Giovanile dei SS.Biagio e Romualdo (1951) e la Conferenza Giovanile Femminile S.Paolo (1964).

Questa vitalità, frutto del magistero pastorale di vescovi, come Francesco Faldi (1781-1863) vescovo dal 1857, Antonio Valenziani (1859-1876), Leopoldo Santanchè (1876-1883), Macario Sorini (1883-1896), reagiva positivamente al clima marchigiano di avversione verso la Chiesa e le sue istituzioni (tipico dell’epoca di pontificato di Pio IX, 1846-1878): tentativi di espulsione dei monaci silvestrini (1862), demolizione ingiustificata della splendida chiesa di .S. Francesco (1864), espulsione del vescovo Antonio Valenziani (1866), attentato in duomo al predicatore delle Missioni il gesuita Egidi (1879), esproprio dei monasteri o conventi (decreto Valerio, 1861) e conseguente espulsione dei barnabiti, camaldolesi, domenicani, francescani conventuali, silvestrini (monastero di S.Benedetto), cappuccini, e nel 1866, dei silvestrini di Montefano, ecc.; in alcuni ambienti camaldolesi confiscati fu inaugurato, nel 1864, l’asilo Braccini (già Umberto I).

In segno di reazione pubblica a situazioni sconcertanti (per esempio, i pellegrinaggi a Loreto furono vietati nel 1891, per motivi di igiene !), i cattolici fabrianesi, guidati dal vescovo Pietro Zanolini (1910-1914) decisero di promuovere il restauro della chiesa cittadina del Gesù e la sua riapertura al culto, che avvenne il 25 marzo 1913.

I vescovi successivi: Andrea Cassulo [1914-1921], Luigi Ermini [1921-1945], Lucio Crescenzi [1945-1960], proseguirono in questa attività di pacificazione, di formazione e di saggia azione pastorale, anche attraverso le periodiche Visite pastorali. Non si può dimenticare il patriotismo dei fabrianesi nel secolo XIX-XX; concretamente si evidenzia l’eroismo di tanti laici, sacerdoti e religiosi; che diedero la vita per la Patria e per la libertà; basterà citare qui l’eroico d. David Berrettini, parroco di Marischio, fucilato il 19 giugno 1944.

I vescovi Macario Tinti (1960-1978), Luigi Scuppa (1978- 2001) e Giancarlo Vecerrica (dal 2002), in stretta collaborazione con il clero e con laici impegnati, furono chiamati a tradurre nella realtà delle parrocchie, dell’Azione Cattolica, dei gruppi e dei nuovi Movimenti e dell’intera comunità diocesana di Fabriano-Matelica lo spirito concreto delle direttive del Concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965). Materialmente si dovette procedere al lento ricupero postsismico (dal 1997 in poi) delle abitazioni (inagibili al 41 %) e delle antiche chiese (ivi compresa la cattedrale).

Accanto alla riapertura del Seminario diocesano (2008), alla promozione della chiesa di S.Filippo a “Chiesa dei giovani” e all’istituzione dell’Adorazione eucaristica, un valido strumento di formazione permanente sono le Lettere pastorali dei vescovi, specialmente quelle di mons. Giancarlo Vecerrica, che offrono alla Chiesa locale un solido punto di riferimento operativo, in una società laica diventata multietnica e segnata dal relativismo religioso.