SAN GIOVANNI BATTISTA
San Giovanni Battista, Profeta e martire. Giovanni Battista è l’unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: Gesù. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita del Messia. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole e con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l’annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l’annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca.
E’ il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce. Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina.
San Giovanni Battista è il santo Patrono della Diocesi di Fabriano-Matelica. Per quanto riguarda le reliquie una tradizione narra che dopo essere stato sepolto privo del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel 361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le ceneri. Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle ceneri, portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con tutti i dubbi collegati. Riguardo alla testa che si trovava a Costantinopoli, ma per alcuni invece ad Emesa, purtroppo come per tante reliquie del periodo delle Crociate, dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e importanti, ci sono due tradizioni: una narra che si trovi a Roma fin dal XII secolo e un’altra ad Amiens dal XIII sec.
Sant’Adriano
Sant’Adriano soldato dell’esercito imperiale a Nicomedia. Subì il martirio in quella stessa città, dove nel 303 ebbe inizio la persecuzione di Diocleziano. Il culto del Santo fu probabilmente importato dal vescovo matelicese Florenzio al ritorno dal suo prolungato soggiorno a Costantinopoli, dal 547 al 553, insieme a Papa Vigilio per la vicenda dei “Tre Capitoli”. Nello stesso periodo iniziò anche il culto di Sant’Adriano a Roma.
San Venanzio
Venanzio apparteneva ad una nobile famiglia di Camerino, fattosi cristiano, lasciò tutte le comodità in cui era vissuto ed andò a vivere con il prete Porfirio. Venne ricercato dalle autorità pagane della città e minacciato di tormenti e di morte se non fosse ritornato al culto degli dei, in esecuzione degli editti imperiali. Qundicenne Venanzio avendo una forte personalità per la fede ricevuta si rifiuta, venne quindi sottoposto innumerevoli volte al martirio, uscendone sempre incolume. Così ha raccolto tante conversioni fra i pagani curiosi e gli stessi persecutori. Alla fine, il 18 maggio del 251 o nel 253 venne decapitato insieme ad altri dieci cristiani.
San Romualdo
Nato a Ravenna verso la metà del sec. X, a vent’anni si fece monaco a S. Apollinare in Classe. Diede grande impulso alla riforma dell’Ordine benedettino, contemplando tre stadi di perfezione nella vita monastica. Morì il 19 giugno 1027 in una cella solitaria presso l’abbazia di Valdicastro, da Lui fondata nel 1005. Il suo corpo, portato a Fabriano il 6 febbraio 1481, riposa nella cripta della chiesa dei SS. Biagio e Romualdo è compatrono di Fabriano e della Diocesi.
San Silvestro
Nacque a Osimo, nelle Marche, verso il 1177 dalla nobile famiglia dei Guzzolini. Studiò a Bologna e a Padova diritto e teologia. Ritornato nella città natale, fu assunto tra i canonici della cattedrale, distinguendosi per l’amore alla preghiera e alla predicazione. Desideroso di servire Dio più intensamente, si fece eremita e nel 1231 diede inizio, presso Fabriano, ad una nuova famiglia monastica, approvata da Innocenzo IV nel 1247. Arricchito da Dio di grandi doni spirituali, rifulse per umiltà, prudenza e vita ascetica. Alla morte, avvenuta il 26 novembre 1267, egli lasciava 12 monasteri diffusi nelle Marche, in Umbria e nel Lazio. Nel 1890 Leone XIII ne inserì la memoria nel calendario universale della Chiesa.
San Clemente Romano
Clemente, quarto vescovo di Roma dopo Pietro, Lino e Anacleto, è ricordato nel Canone Romano. La lettera da lui indirizzata ai Corinzi per ristabilire la concordia degli animi, appare come uno dei più antichi documenti dell’esercizio del primato. Lo scritto testimonia il Canone dei libri ispirati e dà preziose notizie sulla liturgia e sulla gerarchia ecclesiastica. Accenna anche alla gloriosa morte degli apostoli pietro e Paolo e dei protomartiri romani nella persecuzione di Nerone.
Madonna del Buon Gesù
Il Santuario della Madonna del Buon Gesù è il più venerato della città di Fabriano. L’immagine, dipinta su seta, fu in origine lo stendardo dell’ospedale di Santa Maria di Gesù, istituito nel 1456 per iniziativa di San Giacomo della Marca. La Madonna del Buon Gesù nel 1496 fu per la prima volta onorata con culto pubblico dalla città riconoscente dopo essere stata salvata da una calamitosa alluvione.
San Sebastiano
San Sebastiano, martire, che, originario di Milano, venne a Roma, come riferisce sant’Ambrogio, al tempo in cui infuriavano violente persecuzioni e vi subì la passione; a Roma, pertanto, dove era giunto come ospite straniero, ebbe il domicilio della perpetua immortalità; la sua deposizione avvenne sempre a Roma ad Catacumbas in questo stesso giorno.
Beata Mattia
La beata Mattia dei nobili Nazarei nacque a Matelica, nelle Marche, nel 1234.
Dopo aver rinunciato ad un ricco matrimonio, entrò nell’Ordine delle Clarisse. Per la sua prudenza e per le sue elette virtù venne eletta Abbadessa del monastero della Maddalena e per quarant’anni fu madre buona e modello ammirabile delle consorelle. Il suo digiuno fu quasi perpetuo. Devotissima della passione di Cristo, fu dotata di carismi celesti. Morì il 28 dicembre 1320. Fu dichiarata Beata il 27 luglio 1765 da Papa Clemente XIII. Il suo corpo è custodito nella chiesa del Monastero da Lei prende nome, in Matelica.
Beato Ugo
Nacque a Serra S. Quirico, nelle Marche, dalla nobile famiglia degli Atti, nella prima metà del secolo XIII. Ebbe come fratello il beato Giuseppe, secondo priore generale dell’ordine monastico fondato da S. Silvestro Abate. Dopo una breve esperienza di studio a Bologna, si ritirò nel monastero di S. Giovanni Battista in Sassoferrato, accolto dallo stesso fondatore. In breve raggiunse la perfezione monastica. La sua virtù era nota ai confratelli e alla popolazione, a favore della quale operò numerosi prodigi. Morì il 26 luglio intorno al 1270. Nel 1756 Benedetto XIV ne approvò il culto, annoverandolo fra i beati della Chiesa. È patrono di Sassoferrato.
DIOCESI | |
San Giovanni Battista | 24 giugno |
San Venanzio (titolare della cattedrale) | 18 maggio |
Fabriano | |
Madonna del Buon Gesù | 8 settembre |
S. Giovanni Battista | 24 giugno |
S. Romualdo Abate | 19 giugno |
S. Silvestro Abate | 26 novembre |
Matelica | |
S. Adriano Martire | 16 settembre |
S. Sebastiano Martire | 20 gennaio |
B. Mattia | 28 dicembre |
Sassoferrato | |
S. Giovanni Battista | 24 giugno |
B. Ugo degli Atti | 26 luglio |
Genga | |
S. Clemente Papa | 23 novembre |
Cerreto d’Esi | |
Madonna del Rosario | Martedì di Pasqua |