FABRIANO / DILAGA LA POVERTÀ, LA CARITAS: “UN TERRITORIO SPOSSATO DA ANNI DI CRISI E INSICUREZZE”

FABRIANO, 17 marzo 2017 – 1.500 sono i fabrianesi che hanno nella Caritas diocesana un punto di riferimento, 4.000 se viene considerata tutta la diocesi. 4.000 persone che si avvicinano ai vari “punto di ascolto” della struttura, per raccontare disagio ed a volte solitudine. Un gran numero di persone che si avvicinano al centro d’ascolto per raccontare le proprie situazioni di difficoltà. Crisi dovute alla mancanza di lavoro o personali non importa, perché l’obbiettivo dell’organismo pastorale della CEI è quello di promuovere la testimonianza della carità. I dati fanno riferimento al 2016, e raccontano un territorio spossato da anni di crisi ed insicurezza.

Una diocesi da oltre 50.000 persone e 6 città (5 in provincia di Ancona : Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga, Sassoferrato e la frazione Domo di Serra San Quirico ed una in provincia di Macerata, Matelica), che sfiora il 10% di poveri “reali”. Una realtà ormai aperta ad un gran numero di fabrianesi, in costante aumento, che si vanno ad affiancare agli extracomunitari.

 “Noi per prima cosa ascoltiamo le persone – spiega il direttore Don Marco Strona – dobbiamo capire che tipo di povertà dobbiamo affrontare. Povertà in senso stretto o nuove povertà come per esempio la solitudine: questo dobbiamo affrontare. C’è anche chi viene a chiedere o cercare lavoro, ma noi di certo non ci possiamo sostituire agli organismi preposti”. C’è anche una considerazione amara: quella di una collaborazione a volte difficile tra la tante associazioni che fanno azioni caritative. Lo osserva con un velo di tristezza Don Marco Strona, che però non crede sia possibile proseguire in verso un traguardo comune, quell’unità. “Ci deve essere unità – prosegue Don Marco – noi già siamo a stretto contatto con il Social Market e con altre associazioni, ma ci deve essere un tavolo comune dove poterci confrontare ed iniziare a pensare per lavorare per chi ne ha bisogno”.

Ma l’assistenzialismo non deve diventare la soluzione a tutti i “mali della società”, conclude Don Marco Strona, che traccia la strada di una “programmazione” a sostegno dei poveri. “Bisogna fare un ragionamento di comunità, dove siamo tutti noi ad affrontare situazioni di questo tipo. Il nostro obbiettivo è quello di andare a dialogare con tutti gli agenti di carità, per affrontare insieme questa crisi. Lavoriamo insieme”.

(saverio spadavecchia)