Benvenuto del Vescovo Giancarlo al nuovo Vescovo Stefano

Saluto del Vescovo emerito Giancarlo Vecerrica
al nuovo Vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica
Sabato 19 Giugno 2016, Cattedrale di Fabriano


Benvenuto, Vescovo Stefano! La tua venuta è per me e per questa amata Diocesi un grande dono, perché ogni novità è uno stimolo a ricominciare il cammino verso il bene essenziale della vita: Gesù Cristo e la sua Chiesa. Come scriveva San Gregorio di Nissa: “Non mancherà mai lo spazio a chi corre verso il Signore. […] Chi ascende non si ferma mai, va da inizio in inizio, secondo inizi che non finiscono mai”.

Per questo dono, ringrazio Papa Francesco, che ha preso a cuore il bene di questa Diocesi dell’entroterra marchigiano: piccola, ma ricca di storia e di tradizioni, di creatività e di laboriosità.
Ringrazio l’amico
Vescovo di Ascoli, Mons. Giovanni D’Ercole, e tutti i cari ascolani, per il dono del vostro illustre sacerdote.
Ringrazio il caro fratello
Card. Edoardo Menichelli, per avere ordinato il nostro nuovo Vescovo e per essere qui con noi.
E ringrazio tutti voi,
fratelli Vescovi marchigiani, per aver voluto solennizzare questo evento con la vostra presenza.

Ma il grazie più grande è per te, fratello Vescovo Stefano, per avere accettato questa missione tra noi. Ci donerai, ne siamo certi, il tuo servizio con grande umiltà, generosità, e competenza. Sarai una presenza preziosa per il nostro territorio, ricco di storia, di cultura e di arte. Eserciterai la tua paternità verso i sacerdoti più giovani e verso i più anziani di te, e riverserai la tua dedizione a tutto il popolo, coinvolgendoti nella vita umana, familiare e sociale, come hai già dimostrato riservando la tua prima visita al nostro ospedale, la nostra “parrocchia” più cara, da curare e difendere, sotto la protezione della Madonna del Buon Gesù, che San Bernardino da Siena e San Giacomo della Marca dal 1456 avevano posto a presidio dello “spedale” cittadino.

Benvenuto, fratello e padre, Vescovo di questa comunità diocesana di Fabriano-Matelica.
Trovi sacerdoti, molto impegnati e uniti; religiosi e religiose, discepoli dei nostri grandi patroni; diaconi e seminaristi; belle vocazioni al matrimonio cristiano, all’impegno civile e al volontariato; giovani, a me molto cari, che attendono un paterno accompagnamento, come già sta accadendo in questa estate con gli oratori estivi per i ragazzi (i nostri parroci sono veramente indefessi nel servizio ai giovani!). Trovi, come questa sera, autorità civili e militari, sempre disponibili alla collaborazione per il bene comune.

E ora qui mi sento di ricordare Vittorio Merloni, morto questa mattina, che ha fatto tanto per il territorio e per la diocesi.

Trovi un popolo di Dio raccolto nelle città e sparso nelle tante frazioni, desideroso di dare continuità alla bella storia di fede.

Trovi tutti noi, peccatori, ma aperti alla misericordia che Gesù ci offre attraverso la Chiesa, per una umanità nuova che in Lui solo può raggiungere pienezza e bellezza, come scrive Jacopone da Todi: “Tanto è bello Cristo che tutto mi attrae”.

Amici carissimi di questa nostra Diocesi, che ho tanto amato e cercato di servire con tutto me stesso, vi chiedo di amare il Vescovo Stefano come avete amato me, e, se potete, ancora di più. Io collaborerò, secondo le mie possibilità e con umile obbedienza.

Caro Vescovo Stefano, ti auguro di chiudere la Porta Santa dell’Anno Santo, aprendola sempre di più alla Misericordia, per una sempre maggiore apertura di questa nostra Diocesi alla Chiesa e al mondo.
Buon pellegrinaggio, caro Vescovo!