Messaggio del Vescovo per la Pasqua 2016

La Pasqua per risorgere

“Ora nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo” (Gv 19,41). “Il primo giorno della settimana, al mattino presto, le donne si recarono al sepolcro e si sentirono dire: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? È risorto!” (cfr. Lc.24,1-5). Questo giardino, che i giovani della nostra Diocesi, nel loro stupendo Oratorio hanno felicemente chiamato: “giardino della misericordia”, chiuso dal peccato originale, è stato riaperto da Gesù all’alba del giorno di Pasqua. Questa è la storia della misericordia di Dio verso l’umanità.

Cari amici, a Natale vi ho invitato a scoprire chi è Gesù, a Pasqua vi invito ad attraversare la Porta del giardino, riaperto da Gesù con la sua risurrezione, perché abbiamo bisogno proprio di questo.

1) L’IDENTITÀ DI GESÙ RISORTO

Pasqua è la storia meravigliosa di Dio in questa reale avventura umana, aperta a tutti, che un Padre della Chiesa dei primi anni del Cristianesimo annunciava così:

“Tappatevi dunque le orecchie se qualcuno vi parla in altro modo di Gesù Cristo, che è della stirpe di David, che è da Maria, che veramente nacque, mangiò e bevve, veramente fu perseguitato sotto Ponzio Pilato, veramente fu crocifisso e morì, al cospetto dei celesti, dei terrestri e degli inferi; il quale pure veramente risuscitò dai morti avendolo risuscitato il Padre suo…” (S. Ignazio d’Antiochia).

Pasqua è Gesù, uno di noi e Figlio di Dio, che risorge e ci coinvolge con la sua vita. In essa c’è la profonda corrispondenza tra le nostre umane e razionali esigenze e l’avvenimento di Gesù entrato nel mondo per riaprirci la porta della vita nuova. Dal Messico, Papa Francesco ha riproposto così l’accesso a questa vita nuova: “Quando venne la pienezza dei tempi, Dio Padre ha dato coraggio all’umanità per sempre dandoci il suo Figlio”.

Cristo, dunque, è l’adempimento della promessa. Questo significa che Gesù è tutto, perché non è una scelta nostra, ma una realtà che ci viene offerta: “Io sono la porta” (Gv 10,9). E’ un dato di fatto. Egli è la pietra angolare sulla quale, soltanto, si può costruire: “Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitati” (Ef 2, 4-6).

2) LA NOSTRA NUOVA IDENTITÀ UMANA

Nonostante il progresso, autentico o camuffato e la buona volontà di chi si impegna per il bene comune, ci accorgiamo che la vita viene meno in ogni momento ed oggi viene sempre più assalita dalla violenza. Così, giustamente, crescono l’ansia e il desiderio di andare a ciò che è fondamentale e radicale per la vita.

Gesù, morto e risorto, ci riporta, anche umanamente, nel giardino della risurrezione, e con lui la vita non viene più meno.

Dove è questo luogo?

Il corpo vivo di Gesù è costituito da quelli che lo seguono nel corpo vivo della Chiesa, dal Battesimo alla ripresa gioiosa nella Confessione. E’ proprio nel giorno della Pasqua che Gesù risorto crea per chiunque questo luogo di risurrezione: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv 20,23).

Questo giardino che si riapre ogni giorno è la Confessione, come ci propone Papa Francesco:

“Un segno importante del Giubileo è la Confessione. Accostarsi al Sacramento con il quale veniamo

riconciliati con Dio equivale a fare esperienza diretta della sua misericordia. E’ trovare il Padre che perdona: Dio perdona tutto. Dio ci comprende anche nei nostri limiti, ci comprende anche nelle nostre contraddizioni”.

Mi chiedo e vi chiedo: come si fa a vivere senza la Confessione? Come è possibile rimandarla? Qui si realizza il passaggio dalla morte generata dal peccato alla risurrezione per una vita nuova. Questo è il primo dono miracoloso che Gesù risorto offre all’umanità. In ogni domenica, che è la Pasqua di risurrezione che continua, in questo “giorno di riposo, il cui centro è l’Eucaristia, diffonde la sua luce sull’intera settimana” (Laudato sì, 237), questo dono è a nostra disposizione. E’ un dono unico. Scriveva lo scrittore convertito Chesterton, nel 1922: “Ho deciso di farmi cattolico per potermi confessare, perché solo nella Chiesa Cattolica trovo chi ha questo potere”.

3) LA PASQUA, IL GIARDINO DOVE TUTTI POSSONO RIENTRARE

Nella confusione e nel profondo travaglio che stiamo vivendo, ogni domenica, la Pasqua di Gesù ci coinvolge con la sua nuova vita, perché la Pasqua è riconoscere Gesù presente qui ed ora, come duemila anni fa.

Coloro che si lasciano attrarre da Gesù risorto si riforniscono della forza della speranza e dell’energia dell’impegno per aprire nuove strade al nostro territorio, dove è urgente ridare vita a tutte le aziende e alle buone operazioni umane, facendo del nostro entroterra un bene anche per coloro che vivono nella costa adriatica con le bellezze paesaggistiche, artistiche e storiche. Le comunità familiari e parrocchiali, le associazioni possono far rifiorire l’amicizia autentica. I politici e gli amministratori possono ritornare ad ascoltare il popolo e a servirlo, senza depauperarlo, come avviene ora, togliendo i sussidi sanitari, conquistati con sacrifici dalle popolazioni di montagna, come la nostra. I giovani, oggi i più delusi, se ascoltati, accompagnati e forniti di mezzi per esprimersi da noi adulti, guardando e seguendo la civiltà dell’amore generata dalla risurrezione di Gesù, possono ritornare protagonisti, invece che costretti a lasciare il loro territorio. Le famiglie possono essere costruite e difese con i giovani pieni di speranza, non con le teorie falsamente innovatrici, garantendo loro un lavoro ed una dignità di cui spesso sono privati, prigionieri della precarietà e di lunghi periodi di disoccupazione. “Tutte queste forze – lo ha ricordato il Papa al Giubileo dell’Industria lo scorso 27 febbraio – insieme possono fare la differenza per un’impresa che metta al centro la persona, la qualità delle sue relazioni, la verità del suo impegno a costruire un mondo più giusto, un mondo davvero di tutti”. Ed infine uno sguardo di accoglienza verso le persone più in difficoltà e verso gli immigrati che stanno raggiungendo anche il nostro territorio, affinché siano sempre visti come una possibilità di crescita e di bene e non come un ostacolo o un fastidio.

L’Anno Santo della Misericordia è per donare gioia e serenità a tutti. Le due caratteristiche di questo Giubileo stanno facendo rinascere l’entusiasmo dell’essere comunità e dell’essere il giardino dell’amore autentico e integrale:

– i Pellegrinaggi alla Porta Santa della Cattedrale, che sono una rifioritura di comunità delle famiglie, delle Parrocchie e delle Zone Pastorali, dei gruppi e delle realtà aggregative civili;

– le 14 Opere di misericordia, che esprimono questa novità di amore che Gesù risorto ricrea:“Ogni giorno è bello perché posso compiere opere di carità; quando rendo felice qualcuno anch’io divento felice” (Madre Teresa di Calcutta).

Quanto sono contento se chi mi legge mi può scrivere per rispondere alle domande che ho fatto in questi mesi: quale opera di carità concreta ci chiede Gesù risorto per questo anno? Cosa vuole fare Gesù della mia vita? A che cosa mi chiama? Quale è la necessità più grande che ci attende? Il mondo vicino e lontano cosa chiede a coloro che sono nel giardino fiorito della risurrezione?

Attendo, cari amici tutti, soprattutto da voi giovani, le vostre risposte.

4) BUONA PASQUA PER RISORGERE!

Nel giardino riaperto da Gesù, sentiamoci protagonisti, appassionati e creativi, come proponeva San Paolo ai Romani: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,12-16).

Papa Francesco così ci incoraggia: “La croce di Cristo è il giudizio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova” (Misericordiae vultus, 23). Che il Crocifisso risorto ritorni a risplendere nelle case delle nostre famiglie e in tutti i luoghi!

Lasciamoci guardare e accompagnare dalla Madonna del Buon Gesù, nostra Patrona, che da secoli offre la tenerezza di Dio a questa nostra bella diocesi, ai nostri appassionati sacerdoti e a voi, cari fedeli e amici.

Buona Pasqua di risurrezione per tutti!

 

+ Giancarlo Vecerrica