Carissimi sacerdoti,
mentre vi scrivo, voi salite e scendete le scale delle famiglie per la benedizione pasquale. E’ un pellegrinaggio faticoso, ma che vi esprime nel modo migliore come padri in cerca dei figli. Ora vi affido un compito formativo molto interessante. Eccolo.
Indico a me e a ciascuno di voi un punto di lavoro importantissimo in questo Anno Santo della Misericordia: la lotta per riconquistare l’umiltà! Se vince l’umiltà, la comunione presbiterale è già un paradiso in terra. Dice Papa Francesco: “Non c’è santità senza umiltà … Io penso che ognuno di noi se qualcuno ci dice qualcosa, una cosa brutta, subito cerchiamo di dire che non è vero. L’umiltà soltanto può arrivare a un cuore tramite le umiliazioni. Non c’è umiltà senza umiliazioni, e se tu non sei capace di portare alcune umiliazioni nella tua vita non sei umile. Il fine della santità che Dio regala ai suoi figli, alla Chiesa, viene tramite l’umiliazione del suo Figlio, che si lascia insultare, che si lascia portare sulla croce ingiustamente”.
Ricordiamoci, cari amici, che “la misericordia ha sempre la meglio nel giudizio” (Gc 2,13). Allora, via le posizioni ideologiche, giudicatrici, superbe; ma siamo umili per volere più bene a chi fa fatica su questo cammino. Quanto mi fa soffrire sentire che un sacerdote ha trattato male una persona, che è stato rigido, di parte, altezzoso. No. Il sacerdote è sempre umile e mite come Gesù (cfr. Mt 11,29). Alla sera vado a dormire contento se ho reso felici quelli che ho incontrato.
Il nostro vero nemico è l’invidia e il lamento perché un altro è più bravo di noi. Ricordiamoci ciò che ha detto Papa Francesco: “L’invidia cresce nel cuore come l’erba cattiva e ‘uccide’ ”. Sempre vi ho chiesto amore e comprensione, e soprattutto valorizzazione. Essere contenti che l’altro sacerdote è più amato, più valorizzato e più bravo di me. Quanto mi ha fatto piacere scoprire che un sacerdote ha fatto incidere in una medaglia che porta al collo la frase di San Gregorio Nazianzeno che sempre vi ho ricordato (cfr. Lettera diocesana di gennaio).
Alla prossima Messa Crismale portate i segni del cambiamento su questa virtù dell’umiltà. Sono certo di ricevere tanti doni in questo senso. Dimenticate anche tutto ciò che ho detto e fatto tra voi, ma datemi questa consolazione della riconquista dell’umiltà.
Carissimi fedeli!
Aiutate noi sacerdoti ad essere umili, dateci il vostro esempio. Vi rivolgo la riflessione di Papa Francesco sulla “forza iniqua della gelosia”: “Pilato si era accorto del vero motivo per cui i capi degli scribi gli hanno portato Gesù: l’invidia. Secondo l’interpretazione di Pilato, che era molto intelligente ma codardo, è quella che ha portato Gesù alla morte. Glielo avevano consegnato per l’invidia. Chiediamo al Signore la grazia di non consegnare mai, per l’invidia, alla morte un fratello, una sorella della parrocchia, della comunità, neanche un vicino del quartiere: ognuno ha suoi peccati, ognuno ha le sue virtù, sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere per invidia o per gelosia”.
Ringrazio immensamente gli amici della Pastorale Giovanile Diocesana per la stupenda esperienza dell’Oratorio Sacro “il Giardino della Misericordia”, che ci ha fatto gustare nei giorni passati.
Auguro a me e a voi la vittoria della riconquista dell’umiltà in questa Quaresima.
+ Giancarlo Vecerrica