Omelia del Vescovo per la Solennità del Corpus Domini Diocesano, 19 giugno 2014

CORPUS DOMINI DIOCESANO
Giovedì 19 giugno 2014 – Chiesa Sant’Agostino di Fabriano
Omelia del Vescovo

 

  1. L’Amore di Dio è reale: “Ecco il Pane degli Angeli, pane dei pellegrini” (dalla Sequenza). L’Eucaristia risponde al nostro bisogno umano, che è quello di avere vicino chi ci ama, chi ci perdona, chi ci da il pane quotidiano, chi ci libera. Il Padre Nostro ci sorprende sempre, con sorprese da brivido: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio” (Gv 3,1). E Gesù, donatoci dal Padre, ci sorprende ancora di più: inventa l’Eucaristia, inventa il modo concreto di essere sempre con noi, con tutti, in tutti i tempi e luoghi e ci dice: “Chi mangia questo pane, vivrà per sempre”. Papa Francesco a Pentecoste ha detto: “la Chiesa è viva perché sorprende; suscita stupore e scompiglio”. In questo anno pastorale abbiamo studiato e pregato con dedizione il Padre Nostro nei mercoledì della fede. La nostra Chiesa, fondata sull’Eucaristia, in questo anno ci ha scompigliato con i mercoledì della fede, con i pellegrinaggi, con le ordinazioni, con la particolare attenzione alle famiglie, ai giovani e al mondo del lavoro. Chi è stato il protagonista di tutto questo? Gesù e noi che ci siamo coinvolti con Lui perché attratti dal suo amore, sempre presente e per lottare contro la “mediocrità”. 
  2. L’Amore di Dio è vero. Quando l’amore è vero? Quando c’è il dono di tutto se stesso all’amato,quando c’è l’immedesimazione, quando si è una cosa sola, come due amanti. E Gesù fa proprio questo con l’Eucaristia, tanto è vero che san Paolo dice: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20). Questo è il vero e grande miracolo del Signore: l’Eucaristia, pane e vino che diventano corpo e sangue di Gesù risorto. Ogni domenica dovrebbe prenderci l’entusiasmo travolgente di andare a vedere, toccare e ricevere questo miracolo. Così accadeva all’origine del Cristianesimo: i primi cristiani si incontravano insieme, vivevano insieme il miracolo dell’Eucaristia e si aiutavano e tutti si meravigliavano di questo miracolo ed esclamavano: Guardate come si vogliono bene. San Francesco gridava al miracolo dell’Eucaristia così: “Tutta l’umanità tema, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il Figlio del Dio vivente. O favore stupendo! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi per la nostra salvezza sotto una modica forma di pane”.
    L’amore di Dio è vero, concreto e meraviglioso nel Corpus Domini, nel Corpo glorioso del Signore, che è qui a portata di mano, o meglio a portata di bocca. Papa Benedetto lo dice così: “La parola latina per adorazione è ad-oratio, contatto bocca a bocca, bacio, abbraccio e quindi in fondo amore”. 
  3. La reciprocità dell’Amore è nello stare corpo a corpo con Gesù. La domanda più importante è questa: di fronte a questo amore miracoloso, bello e presente di Dio, di fronte a questo Corpus Domini io a che cosa sono chiamato?  Sono chiamato alla reciprocità dell’amore, a lasciarmi prendere,  a coinvolgermi da questo amore che Dio mi dona nell’Eucaristia. Due suggerimenti allora mi sento di rivolgervi accoratamente:
    a) Alla domenica mattina, in ogni famiglia, ci sia la sorpresa dello stupore e dello scompiglio per andare insieme a ricevere Gesù, l’Amato, l’Amore grande, infinito e onnipotente. Qualche parroco mi ha detto che già la domenica successiva alla cresima i ragazzi non vanno a messa. Che tradimento a Dio! Qui c’è una responsabilità grave come una casa dei genitori.  Che privazione dell’Amore di Dio facciamo a questi figlioli, lasciandoli nell’aridità della vita!
    b) Portare l’Amore di Gesù, come facevano i primi cristiani, a tutti. Portiamo il suo Amore infinito e puro, non le nostre parvenze di amore. Quanto il povero papa Francesco è accorato nel dirci di mettere al centro l’amore, la tenerezza, la misericordia e quante volte ci ha chiesto di smettere con le chiacchiere, le divisioni, le invidie, le gelosie, le cattiverie, i tradimenti, le istintività, che poi vanno a finire nelle tragedie. Questa è roba del diavolo e come il diavolo opera anche nel nostro territorio, per esempio alimentando l’individualismo, l’indifferenza verso la Chiesa e perciò verso i fratelli, e l’arricchimento di pochi! Amici, alimentiamo il fiume di Amore dell’Eucaristia che travolge tutti i mali. Ecco la mia proposta: creiamo gruppi, compagnie, cooperative fondati solo su questo amore. Sosteniamo le novità e i carismi, che scaturiscono da questo amore, ricordandoci che la proclamazione dell’Amore reale che è il Corpus Domini ha anche valore culturale, sociale e politico. C’è troppo pudore o vergogna nel farsi vedere cristiani in preghiera, con il Vangelo, attorno al Vescovo e ai preti. Questo attaccamento non  è roba marginale, ma roba di uomini e donne che attingono alla sorgente dell’Amore e perciò possono creare novità, possibilità nuove, una rinnovata civiltà dell’amore. Con opere concrete. 

Dio è amore creativo, Gesù è amore travolgente e noi mettendoci insieme, come fratelli dello stesso Padre sentiamo forte la vocazione a dedicarci totalmente a questo Amore. Lasciamoci questo ricordo per questo anno in cui abbiamo riflettuto sul Padre Nostro: costruiamo gruppi creativi che fanno risplendere l’Amore di Dio, la potenza dell’Amore dell’Eucaristia e si esprimono in opere concrete e vocazioni speciali. Una Chiesa viva, carismatica e sorprendente diventa il cuore pulsante del nostro popolo.

La Madonna del Buon Gesù, nostra Patrona, ci faccia capire che l’Eucaristia è il cuore della vita di ogni giorno e di ogni settimana e ci faccia vivere il bel passaggio dall’amore di Dio nel Corpo di Gesù all’amore creativo verso tutti, soprattutto verso i poveri, le famiglie in difficoltà e i giovani, che sono sempre più i nuovi poveri.

Cari amici, posso contare sulla vostra disponibilità a questa novità dell’amore?

 

+Giancarlo Vecerrica