La Pasqua, dono del Padre – Messaggio del Vescovo per la Pasqua 2014

Messaggio del Vescovo per la Pasqua 2014
La Pasqua, dono del Padre

«Questo è il nostro Padre, il Dio che ci aspetta. Sempre» (Papa Francesco).

1) La Pasqua, dono del Padre Nostro.

Il Signore è un grande Mistero e l’uomo davanti a Lui può restare come confuso, pieno di timore e anche di paura.

Dio è Mistero ma Egli si è rivelato nell’Incarnazione, nella morte e Risurrezione di Gesù Cristo. E questo Mistero allora non è più l’ignoto, che ci rende timorosi e incerti, esso è diventato una esperienza sensibile. È Colui che è venuto tra noi, reso visibile ed udibile.

Gesù viene proprio da Dio, sa quello che Dio è; e perciò ce lo ha detto. Non c’è da rimanere confusi, perché Dio è nostro Padre. Gesù stesso lo chiamava così: “Abbà”, cioè: “Papà”. Il padre è quello che dà la vita ai figli e quindi noi siamo i suoi figli, a cui Dio, come un Padre, vuole bene con tenerezza.

Allora è nella Risurrezione, nell’avvenimento della Pasqua la chiave di volta della novità tra me e me stesso, tra me e gli altri, tra me e le cose.

Ora, è una grazia che noi possiamo riconoscere Gesù risorto, e che noi possiamo immergerci nel grande Mistero e riconoscere che se Cristo non fosse risorto tutto sarebbe vano.

Ma noi siamo fragili e affaticati. È per questo che la Chiesa, che ci porta il messaggio di Cristo risorto, ci fa chiedere, ci invita a pregare: “Padre Nostro”. Bisogna chiedere! Di fronte a Cristo risorto, la nostra insistenza sul chiedere, sul pregare, sul domandare, deve intensificarsi. Ecco perché la nostra Diocesi, quest’anno, nei “mercoledì della fede”, percorre il cammino della preghiera del Padre Nostro, con grandi soddisfazioni.

2) Gesù ci accompagna facendoci chiedere e vivere le Sette Domande del Padre Nostro.

Si può ripartire sempre perché Gesù è vivo. Il Vivente. Per far riprendere vita ai suoi discepoli Egli non rimane una presenza inattiva. È una presenza che prende iniziativa per rispondere al nostro bisogno. Questo è sempre il punto di partenza. Solo la Sua iniziativa può farci ripartire!

La Chiesa, come ci ha ricordato sempre il Papa emerito Benedetto, non inizia con il “fare” nostro, ma con il “fare” e il “parlare” di Dio. Gli apostoli, dopo la Sua Risurrezione, non si sono riuniti in assemblea ed hanno progettato la Chiesa. No, hanno pregato ed in preghiera hanno atteso, perché sapevano che solo Dio stesso può creare la sua Chiesa. E gli Apostoli possono a tutti dar testimonianza di quanto Dio fa. Ecco perché noi iniziamo ogni giorno con la preghiera rivolgendoci al Padre Nostro e chiudiamo la giornata con la recita del Padre Nostro insieme alla famiglia, all’ora di cena. Solo Lui rende possibile il nostro camminare. L’iniziativa vera, l’attività vera viene dal Padre e chiedendo questa iniziativa divina, possiamo anche noi diventare suoi testimoni e collaborare perché: “Venga il tuo Regno, o Signore”.

Chi accetta di inserirsi in questo inizio può vedere come la vita rinasce, come la nostra esistenza riprende vigore. Questo è il Vangelo: l’annuncio buono che la vita ha un significato, un destino grande che mi valorizza. Allora sono chiamato a vivere non una vita comoda, bloccata, arida; ma una vita attiva, dinamica, tutta protesa a costruire, missionaria.

La preghiera parte dall’accorgersi che la nostra vita non è fatta da noi, che un Altro, istante per istante, è la sorgente di essa. “Padre Nostro”, “Nessuno è così Padre”, perché se nostro padre ha dato l’avvio di un momento della nostra vita, Dio ci fa essere continuamente. È una scoperta rivoluzionaria: che io sono continuamente voluto, cioè amato da Dio. Allora la nostra felicità è il suo regno e la sua volontà, infatti diciamo: “sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra”. Per questo la mia continua insistenza è quella di avere il coraggio della fedeltà alla Messa della domenica e il coraggio della fedeltà al Sacramento più rivoluzionario e più bello, che è la Confessione: “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

3) La novità della Pasqua 2014, per noi immersi in una crisi tremenda di vita, di educazione, di lavoro e soldi.

Quello che accade riconoscendo il grande Mistero di Cristo Risorto è che la vita, il reale rinasce, si rigenera: siamo una “nuova creatura”. Un essere umano che rinasce è una coscienza della realtà, una affezione e un abbraccio alla realtà. Ditelo e testimoniatelo a coloro che sono scoraggiati, sfiduciati, tentati di fuggire.

Gesù è risorto per gridare a tutti che Lui, il Verbo fatto Carne, è ciò di cui tutto è costituito. Già fin d’ora, se partecipiamo all’esperienza nuova che Cristo, risorto da morte, vive sino alla fine dei secoli, noi partecipiamo inizialmente di questa sua Signoria sul tempo e sullo spazio e allora è un gusto partecipare alla vita della comunità cristiana, per gridare insieme: “liberaci dal male”, da tutti i mali. Ricordiamoci che con Gesù “Dove troviamo una difficoltà possiamo sempre aspettarci una sorpresa” (C. S. Lewis).

Quanti, in questi giorni, sentono sulle spalle il peso della crisi economica, del lavoro che manca, del problema educativo delle nuove generazioni. Come possiamo cambiare il nostro sguardo all’inizio della nostre giornate così tristi?

L’unica consistenza del nostro essere, la bellezza che ci commuove, dipende soltanto da questa certezza: Io sono perché il Mistero in questo momento mi fa, mi rigenera. Aprire gli occhi al mattino con questo grande giudizio permette l’esperienza tenera di un bambino che si sveglia tra le braccia della mamma e all’alba il giorno è già pieno di positività. Isaia usa la metafora più bella per descrivere la relazione del Mistero con ognuno di noi: «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,14-15). Con questa certezza, appassioniamoci al sostegno delle nostre attività caritative e delle iniziative per i giovani, i nuovi poveri, per donare questo amore divino. Non abbiate paura della Chiesa che cresce, realizzando amore; abbiate paura piuttosto delle contrapposizioni, divisioni e chiusure.

Amici, nella pazienza del tempo il Mistero di Cristo ci immerge in questa rivoluzione pasquale e ci dona una speranza nuova che possiamo comunicare a tutti, come ci invita il nostro amato Papa Francesco: “Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana” (Messaggio per la Quaresima 2014).

Amici tutti, perché non rispondere a questo mio messaggio pasquale per raccontarmi le novità e le sorprese che ricevete e ricreate in questa rivoluzione pasquale?!

Affidandovi alla Madonna del Buon Gesù, nostra Patrona che, con tanta dolcezza, ci dona Gesù.

Vi auguro Buona Pasqua, dono prezioso che il Padre Nostro offre a tutti!

+ Giancarlo Vecerrica