Omelia del Vescovo per la Pasqua del lavoro

 

Quanto desiderio abbiamo di novità! Soprattutto per la vita delle nostre famiglie, del mondo dell’economia e del lavoro: quanta delusione e quanta attesa di novità! Oggi la liturgia ci aiuta a fare la chiarezza su questo tema.

La novità non viene mai dalla terra, perché gli uomini possono solo riciclare ciò che c’è. “Nihil novi – dice il Qoelet – sub sole”. I tanti innovatori che continuamente appaiono sulla terra: da dove vengono e che fine fanno? La domanda rimane aperta.Tuttavia la Bibbia ci dice che la novità viene solo dal Creatore, cioè da colui che ha la possibilità reale di cambiamento. Ecco il grande annuncio di oggi, descritto nella prima lettura, nella quale Dio per mezzo del profeta Isaia ci dice: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”.

La novità viene da Dio. È qui che siamo chiamati ad attingere per dare continuità al nuovo che solo Dio può portare sulla terra. Il Vangelo di oggi ci dà questo messaggio: la vera e costruttiva novità è Gesù, morto e risorto e quindi vivente in mezzo a noi. La novità è la Pasqua. È questa Pasqua. Gesù come ci cambia, ci rinnova? Ecco l’episodio impressionante del Vangelo di oggi: i farisei portano a Gesù una donna adultera da lapidare. Gli uomini rinnovano solo dando la morte. Invece Gesù dà la vita, quella vera. Che lezione per noi, per chi è impegnato nel sociale e nella politica. Tutti abbiamo bisogno di Gesù che perdona, che cambia, che rinnova tutte le persone. Tutti potremmo essere lapidati: “chi è senza peccato – dice Gesù – scagli la prima pietra”. E tutti se ne vanno. Allora Gesù pone la sua novità: “non ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

 
La novità assoluta per l’uomo è che Dio perdona, attraverso Gesù. Il perdono rifa la persona, la cambia, la rinnova. Il sacramento della Confessione è il sacramento più rivoluzionario. La confessione, letteralmente, è quella parola, quel gesto del perdono di Cristo che si prolunga nella storia e arriva a me: “Ti sono rimessi i tuoi peccati. Va in pace”.
Accompagnate coloro che si sono allontanati, soprattutto i giovani, a questo incontro della Confessione che rigenera tutta la vita e tutta la realtà.

Questa Pasqua di novità, questa Pasqua di ritorno a Gesù, vero e umile innovatore, questa Pasqua del ritorno alla Confessione penetra il luogo più umano e più bisognoso di novità, che è il mondo del lavoro. L’incontro con Cristo, morto, risorto, e contemporaneo, che dona il perdono e rinnova tutta la realtà, non è una premessa, ma è la sostanza del mondo del lavoro, è la direzione per ogni datore di lavoro, per ogni lavoratore o disoccupato. La Chiesa si deve interessare del mondo del lavoro, i cristiani devono portare questa novità ricevuta dentro la situazione, normale o spesso drammatica del lavoro. Un universitario mi ha dato questa testimonianza: “Per cambiare me e il mondo ho bisogno della Chiesa”. Perché? Perché la Chiesa e i cristiani, e voi, portate la gratuità di Cristo, il perdono di Cristo, la novità di Dio.

Auguro che ogni spazio e luogo di lavoro diventi come la piccola Chiesa, la Chiesa lavorativa, che conduce a Gesù, che crea un clima di solidarietà e fraternità, che pianta i semi della civiltà dell’amore. Che bella e impegnativa, che gioiosa ed entusiasmante esperienza potete fare voi cristiani dentro questo mondo che vaga alla ricerca del bene e della novità.

Vi affido alla Madonna e a questo nuovo, rivoluzionario ed umile Papa Francesco, il quale ci ha detto: “non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione”.

 

                                                                                                                              + Giancarlo Vecerrica