Mercoledì 16 Gennaio 5° Incontro “Mercoledì della fede” Padre Raniero Cantalamessa.

 

Mercoledì 16 gennaio, tantissimi fedeli hanno partecipato al quarto appuntamento dei “Mercoledì della fede” indetti da Mons. Giancarlo Vecerrica. L’anno della Fede sta diventando, sempre più, un’occasione di approfondimento spirituale e di ricerca di Dio. Nel suo saluto introduttivo, il Vescovo di Fabriano-Matelica ha ringraziato “… il Padre Celeste che opera tutto per mezzo dello Spirito Santo. Tutto è opera sua!”
Tema dell’incontro infatti era: “Io credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”. Ha spiegato don Giancarlo: “Recitare il Credo è immergerci nelle opere di Dio, dono dello Spirito. Allora quanto è importante lasciarci avvolgerci dal fuoco dello Spirito che purifica e rinnova, quanto è utile lasciarci attrarre e condurre dal vento dello Spirito, che sempre opera, crea e invia. La vocazione di ognuno è suscitata, sostenuta e condotta dallo Spirito che ci apre a orizzonti grandi, creativi e luminosi, anche e soprattutto in questo momento di crisi economica e lavorativa”

 

Il pensiero agli operai.
Poi il saluto agli operai che, in Ancona, erano riuniti con i sindacati: “Vorrei qui ora invitare ad invocare lo Spirito per i lavoratori della azienda Best di Cerreto d’Esi che lottano per conservare il posto di lavoro. Tutti possiamo e dobbiamo mobilitarci perché questi nostri cari lavoratori, insieme alle loro famiglie, siano sostenuti in queste loro sacrosante rivendicazioni. Rivolgo questo appello a chi dirige quella azienda e a tutte le autorità competenti. Chiediamo lo Spirito Santo perché doni luce e forza nel discernimento e nelle operazione per questa situazione difficile. La nostra preghiera sarà valida se diamo la nostra disponibilità piena e totale per operare “secondo lo Spirito”. Io, vescovo ora, qui, ripeto che metto a disposizione tutta la mia vita per salvare il bene delle nostre famiglie e dei nostri giovani”

 

Ecco il predicatore del Papa.
Padre Raniero Cantalamessa, dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, è stato nominato da Giovanni Paolo II Predicatore della Casa Pontificia e confermato in tale carica da Benedetto XVI. In questa veste detta ogni settimana, in Avvento e in Quaresima, una meditazione in presenza del Papa, dei cardinali, vescovi, prelati e superiori generali di ordini religiosi. A Fabriano, ha evangelizzato con il suo modo semplice e solare. Il punto di partenza, come sempre, la Sacra Scrittura. “C’è un dettaglio molto importante nelle apparizioni di Cristo Risorto. Le persone che lo vedono non lo riconoscono inizialmente, poi, quando avviene il riconoscimento, il mondo è cambiato. I Discepoli di Emmaus, pur essendo stanchi sul calar della sera, lo riconoscono nello spezzare il pane e corrono a Gerusalemme. Maria di Magdala, il mattino di Pasqua piange finchè Gesù stesso non la chiama per nome. E subito andò ad annunciarlo ai fratelli. I primi evangelizzatori avevano negli occhi la felicità. Noi, invece, oggi camminiamo con Lui in quanto battezzati, però siamo troppo tristi e non sempre risultiamo testimoni credibili”.
Il riferimento ai tanti problemi della Chiesa e dei cristiani è evidente, eppure, Padre Raniero, sprona i presenti a cogliere il momento del soprassalto di fede che rende il cristiano gioioso, reale. Anche l’Anno della Fede è inserito in questa strada: donare un’ulteriore spinta a tutti i cristiani, affinchè siano più motivati, nonostante la crisi. Tutto questo opera, da sempre, lo Spirito Santo. Il dibattito è durato molti secoli. “San Gregorio di Nazianzio, Vescovo di Costantinopoli, nel terzo secolo, riassumeva che Dio Padre si è rivelato nell’Antico Testamento, Gesù nel Nuovo Testamento e nella Chiesa vediamo e godiamo la piena luce dello Spirito”.
Sant’Antanasio, invece, confermava: “Lo Spirito è Dio.” Nel 325 il Concilio di Nicea definì la divinità di Cristo, ma solo a metà del quarto secolo, il Concilio di Calcedonia, nel 451, rese definitiva la formula dogmatica del Credo che oggi recitiamo durante le celebrazioni eucaristiche. “Credo nello Spirito Santo – spiega Padre Raniero – è la fede che diamo nelle persone divine, è un atto di affidamento a Dio, che è Signore e dà la vita. Oggi ci interroghiamo spesso: che vita ci dona il Signore? Quella soprannaturale, è la vita che si manifesta a noi da Lui perché non c’è più nessuna condanna per quelli che sono di Cristo. Queste parole – prosegue il religioso – dovrebbero scaldare l’anima, come il condannato a morte che sente urlate nel corridoio ‘amnistia’. Per noi cristiani è con il Battesimo che Gesù ci dona la vita, ma poi per crescere ha bisogno di essere alimentata con l’Eucaristia, le preghiere e la mortificazione”

 

Il grande sconosciuto.
Per chi non crede, invece, si ha l’idea di una Chiesa troppo seriosa, come se fosse il nemica della gioia, ed è il più grande torto che si può fare a Dio. Quando lo Spirito Santo entra nel cuore della persona, comincia ad aprire un occhio nuovo su Dio. “Dio non è rivale ma alleato affinchè l’uomo, con il cuore di pietra, si sgretoli per diventare cuore di carne che chiama Dio con il nome di Padre”, ha commentato padre Raniero deliziando i presenti per un’ora sullo Spirito Santo, da molti definito “il grande sconosciuto”, ed ha ammonito i presenti che “senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo è storia e l’agire cristiano è da schiavi. Solo lo Spirito Santo fa cambiare il mondo”.
Uno dei primi vescovi a sostenere che lo Spirito Santo è Dio fu San Basilio, Vescovo di Cesarea, ed affermava che lo Spirito non è la terza persona singolare della Trinità, ma la prima plurale: è il noi di Dio, il vincolo di unità del Padre e del Figlio. Anche il matrimonio è immagine della Trinità. Infine un’applicazione pratica: “Tutti siamo carismatici, tutti abbiamo dei doni da sviluppare per rivelare agli altri la presenza di Dio in noi. Solo invocando lo Spirito che è sempre in noi possiamo aprire gli occhi a Dio. In quel momento saremo in grado di evangelizzare e così Gesù sarà visibile nel volto di ogni credente!”.

 

Marco Antonini