Mercoledì 24 ottobre 2012 Mons. Simone Giusti 1° Incontro “Mercoledì della Fede”

 

Con l’arrivo a Fabriano di Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno, il 24 ottobre 2012, sono iniziati in Cattedrale i “Mercoledì della Fede”. L’iniziativa, voluta da don Giancarlo Vecerrica, è nata come momento comunitario diocesano per vivere “in modo affascinante e creativo” l’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI° ed è dedicata allo studio e alla preghiera sul Credo. San Venanzio era gremita di laici e religiosi. 

 

Mons. Vecerrica.
Nel suo saluto introduttivo il Presule ha spiegato l’iniziativa che ha anche prodotto gli orientamenti pastorali stampati in cinque mila copie dal titolo “Questa è la nostra fede e noi ci gloriamo di professarla.” Poi ha parlato della necessità di ritornare a Dio. “Ricordiamoci la frase di San Bernardo di Chiaravalle che vi ho citato nell’apertura dell’Anno della Fede: “Dio è il solo che non è mai cercato inutilmente”. Il Papa in un’udienza, pochi giorni fa, ha detto: “Il cristiano spesso non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, così da lasciare spazio a un certo sincretismo e relativismo religioso. Non è così lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una religione fai da te. Conoscere Dio, incontrarlo, approfondire i tratti del suo volto mette in gioco la nostra vita.” E’ chiaro don Giancarlo nello stimolare i laici e non solo nell’impegnarsi di più nella vita di tutti i giorni: “Il nostro sforzo sta nel rendere evidente che senza Dio la vita si disumanizza, altro che parlare di conquista o di civiltà. E, siccome il desiderio di Dio, anche se nascosto, c’è in tutti, occorre ridestare la curiosità di Dio, il bisogno dell’esperienza di Dio. A noi credenti sta a cuore testimoniare la conoscenza di Dio per farne esperienza e dare ai lontani una possibilità per uscire dai “deserti” in cui si trovano, per incontrare il gusto e la bellezza della compagnia di Dio.” Poi un accorato appello alle nuove generazioni e ai lontano a cui sono destinati gli incontri parrocchiali dei mercoledì della fede con l’invito di presentar loro le tante proposte diocesane, dal Musical “Face” al pellegrinaggio di capodanno in Terra Santa e alla Giornata Mondiale della Gioventù a luglio in Brasile.

 

Mons. Giusti.
La parlata toscana, quasi a far pensare a Roberto Benigni, cagiona subito grande simpatia. Il Vescovo di Livorno, Mons. Simone Giusti è sempre sorridente nel provare a spiegare concretamente il tema del primo Mercoledì della Fede: “Credo in Dio Padre onnipotente. Dio che sorpresa!” Con chiarezza viene definito l’atteggiamento fondamentale di ogni essere vivente: vivere. “Tutti vogliamo vivere e nessuno è felice della morte perché siamo gente a cui non basta vivere, serve affetto e non cose. Siamo fatti per vivere e per amare”, ha esclamato don Simone nel definirla l’identità profonda, quasi come un dna, dell’individuo. Poi un affondo per spiegare che non è vero che solo i cristiani sono credenti, anzi, addirittura gli atei lo sono in quanto convinti di non credere perché, forse, non sono mai riusciti ad incontrare il Signore. Da sempre l’uomo non ha potuto vivere senza credere a qualcuno e da secoli e secoli si cerca solo ciò che si conosce. Il Vescovo ha fatto sorridere lungo la navata alla richiesta di cercare “Parapanzù”. Un personaggio da lui inventato che vive nell’indifferenza: l’uomo, già ai tempi preistorici, portava, invece, i segni della ricerca di Dio, perché Dio ha sempre abitato nel cuore di ognuno. Spiega ancora Mons. Giusti: “L’esperienza di Dio ti nasce dentro, perché Dio è la vita amante. Dio è l’amante della vita. Dio è l’amore che ama la vita. L’amore ha anche un volto e questo volto non lo dimenticherai mai. Per questo è ragionevole credere in Dio che ha bussato alla tua porta.” Il riferimento alla società attuale porta don Simone a riflettere anche sull’uomo contemporaneo che è si credente, ma in se stesso diventando Dio di se stesso. “Siamo davanti all’esplosione di un nuovo politeismo e alla nascita di un nuovo paganesimo. L’uomo è credibile quando diventa arbitro del bene e del male? L’uomo deve tornare a comprendere i propri limiti. Un esempio per tutti. Quante volte, un genitore che cerca di fare solo il bene per i propri figli, alla fine scopre di aver fatto loro del male senza volerlo? Dobbiamo entrare in profondità in noi stessi e con Dio!” per più di quarantacinque minuti, Mons. Giusti ha aiutato i fedeli a vedere Dio come Signore della vita che dà speranza all’umanità, allontanando dalla mente la tentazione di fare ognuno come ci pare e recuperando la ragionevolezza. Da secoli, infatti, tantissimi chiedono alla Vergine Maria e ai Santi di intercedere presso Dio. Si chiedono sempre segni miracolosi. “Eppure, quei miracoli li chiediamo a persone morte ed essi ci rispondono! Vivendo e amando, tutto puoi testimoniare. La morte, infatti, è vinta. Solo Dio è Signore della vita e della morte. Questa è sorpresa più grande ed emozionante della storia!” Il prossimo appuntamento in Cattedrale Basilica è fissato per mercoledì 21 novembre 2012, alle ore 18,30 con ospite lo psichiatra Alessandro Meluzzi, fondatore della Comunità “Agape dell’Accoglienza”.

 

Marco Antonini