Cento anni dalla battaglia di Sciara Sciat: l’episodio più significativo della guerra di Libia. Avvenimento completamente ignorato dalla grossa stampa nonostante i recenti fatti di cronaca. Nel frattempo una produzione cinematografica anglo-araba, visibile anche su Sky, mostra al mondo quanto gli italiani sono stati cattivi in Africa. Non mi piace l’uso selettivo della storia e i giudizi “a priori”. Raccontiamo prima i fatti. Cento anni fa esistevano due provincie dell’impero Ottomano: Tripolitania e Cirenaica: due scatoloni di sabbia grandi cinque volte l’Italia dove alcuni dei pochi abitanti conducevano una guerriglia contro i turchi. Gli italiani emigravano a milioni e quelli che andavano lì non erano tutelati nei loro diritti. Anche la Francia ambiva a quei territori; ma alla fine, la diplomazia internazionale, riconobbe i nostri interessi. L’11 ottobre sbarcammo fra l’apparente disinteresse della popolazione civile mentre la guarnigione turca si ritirava nell’entroterra. Di un sobborgo di Tripoli erano originari alcuni ufficiali turchi che fecero credere alla popolazione che stavano arrivando alcune navi dalla madrepatria cariche di soldati e che gli italiani sarebbero stati inevitabilmente ricacciati in mare. Il 23 ottobre la guarnigione turca andò all’assalto delle nostre linee di Sciara Sciat mentre la popolazione locale aggredì alle spalle i bersaglieri dell’11° reggimento. Duecentosessanta bersaglieri rimasero sul campo ed altri centoquaranta (quasi tutti feriti) vennero fatti prigionieri e dopo essere stati evirati e costretti a cibarsi dei loro genitali, furono o crocifissi o sepolti fino al collo nella sabbia. A quel punto gli italiani si arrabbiarono e divennero cattivi punendo in modo esemplare i responsabili dell’atto proditorio. Da quel momento i rapporti fra arabi ed italiani non furono più gli stessi. Questi i fatti, passiamo ora alle considerazioni. La guerra è sempre un fatto negativo ed i cattolici erano stati contrari a questo intervento, ma una volta che la patria aveva chiesto il loro braccio essi non si sono tirati indietro. Non fu una guerra imperialistica in senso stretto come costume di quelle condotte dall’Inghilterra e la Francia dove preminenti erano mire egemoniche. Ciò che è accaduto 100 anni fa è utile per capire la realtà odierna.
Sentimenti di perdono e di rispetto per la persona umana, in Libia, sono merce rara.
Le motivazioni umanitarie dell’intervento odierno in Libia mi lasciarono perplesso ben prima che iniziò l’odierna caccia al negro, notoriamente gheddafiani.
I libici ai tempi di Gheddafi avevano certamente un “governaccio” peggiore del nostro, ma anche il futuro è drammaticamente incerto.
La scelta di campo occidentale a favore dei ribelli trova ragione nel ricercare un interlocutore più affidabile negli affari delle multinazionali.
L’Italia in questo giochetto dovrà accontentarsi delle briciole.
Morale della favola: un gran casino in cui speriamo che Dio ce la mandi buona.
Per il momento ad Albacina ho voluto con la manifestazione dei bersaglieri del 23 ottobre, onorare Nicola Bisci e gli altri eroi dimenticati di Sciara Sciat insieme alla sua famiglia, ai suoi commilitoni dell’11° bersaglieri venuti appositamente da Pordenone e a tutti gli abitanti del paese. Albacina, domenica scorsa si è riappropriata di un pezzo della sua storia.
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