In merito al dibattito in corso sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, la “Commissione per i problemi sociali e il lavoro” della Conferenza Episcopale Marchigiana desidera offrire un proprio contributo di riflessione e di proposta.
La crisi finanziaria internazionale con le conseguenti ripercussioni nel mondo del lavoro, iniziata nel 2007 e ancora non risolta, ha generato in questi anni una somma di problemi, quali la chiusura di aziende con licenziamenti e cassa integrazione, le restrizioni finanziarie delle banche alle imprese e ai privati, i blocchi occupazionali nel settore pubblico, i tagli alla spesa pubblica e i restringimenti nel “welfare”.
La risposta alla crisi da parte delle Istituzioni e del mondo imprenditoriale è stata per lo più quella di aumentare e sostenere i consumi mentre è mancata una vera politica di sostegno del lavoro visto nel suo vero significato di realizzazione della persona, di opera dell’ingegno e della creatività, di veicolo per le relazioni in genere e la solidarietà in particolare.
Le iniziative sia pubbliche che private volte a incentivare i consumi hanno generato un sistema illusorio di dipendenza in cui le famiglie continuano a spendere senza senso e i poveri sono esclusi da ogni processo di inserimento.
Alla luce del costante insegnamento sociale della Chiesa appare necessario rivedere sia il modo di produrre, sia il modo di consumare, ponendo al centro di ogni considerazione la dignità della persona umana. In particolare sembra indispensabile riconsiderare gli stili di vita, perché siano improntati agli autentici valori dell’uomo, quali la sobrietà e la solidarietà.
In effetti il lavoratore non è un semplice strumento di produzione o un consumatore, ma una persona che vive in relazione, ha degli affetti, porta la responsabilità della famiglia, è partecipe della vita sociale. Il lavoro, anche se necessario, non è tutto. L’uomo ha anche bisogno del riposo, come spazio di libertà per rigenerarsi, per coltivare la sua dimensione spirituale, per stare con la famiglia, per partecipare alla vita della comunità.
A questo riguardo l’insegnamento della Chiesa ribadisce la necessità del riposo festivo che per la tradizione cristiana del nostro popolo corrisponde con la Domenica. Riposo che vale per tutti, salvo il caso di quanti sono impegnati nei servizi veramente necessari alla comunità. In questa prospettiva la contrarietà della Chiesa all’apertura dei centri commerciali e dei negozi nei giorni festivi non è un semplice No a una tendenza che oggi sembra crescente, ma un invito alle Istituzioni e alle organizzazioni professionali a rivedere l’organizzazione del lavoro per difendere l’uomo da nuove schiavitù. Anche gli addetti alle attività commerciali hanno una dignità e una responsabilità verso se stessi e le loro famiglie che non può non essere salvaguardata.
Offriamo queste riflessioni in spirito di dialogo con le altre componenti della nostra Regione con l’unico scopo del bene dell’uomo, preoccupati che al disastro della crisi economica non si aggiunga quello, ancor più grave, della perdita del senso e della dignità della vita umana.
La Commissione della C.E.M.per i problemi sociali e il lavoro
+ Giuseppe Orlandoni, Vescovo Incaricato
Dott. Mario Vichi, Direttore
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