“Una Chiesa vicina a chi è senza lavoro” da L’Avvenire del 13 marzo 2011

Di Carlo Cammoranesi.

Anche la diocesi di Fabriano-Matelica avrà il suo spazio all’interno del Congresso eucaristico nazionale del prossimo settembre. Infatti mercoledì 7 settembre sarà proprio Fabriano a ospitare una giornata di incontri e di riflessioni sul tema del rapporto tra Eucaristia e lavoro. Il motivo è presto detto. Fabriano rappresenta un territorio gravemente colpito dalla crisi di una delle più grandi imprese delle Marche, l’Ardo di Antonio Merloni, azienda produttrice di elettrodomestici, con oltre 3mila lavoratori, tra dipendenti e operatori dell’indotto, che hanno già perso il lavoro o rischiano di perderlo. Aumenta la sacca della disoccupazione (al centro per l’impiego e la formazione sono 5mila gli iscritti con un incremento del 30%). E la flessione ha interessato anche il commercio, l’edilizia e l’artigianato. Abbiamo chiesto al vescovo Giancarlo Vecerrica, cosa significano questi dati per la Chiesa locale e come ci si prepara all’appuntamento di settembre.


«Il tema della crisi dell’occupazione ci sta tremendamente a cuore – spiega Vecerrica – e fin dalle prime avvisaglie siamo stati sempre vicini come Chiesa ai lavoratori, nei convegni, nelle liturgie, nelle manifestazioni di piazza. Come Pastorale del lavoro abbiamo anche istituito uno sportello del Cso (Consorzio sviluppo occupazione) con l’intento di creare uno spazio di colloquio e di aiuto per la ricerca del lavoro. La Caritas, nelle sue quattro vicarie, è impegnata tutti i giorni per sostenere le famiglie dei disoccupati.
Abbiamo anche pensato ad appositi ritiri di Avvento e Quaresima per imprenditori e lavoratori come espressione di unità e in un momento in cui prevale solo la rassegnazione. Qualche mese fa durante la Peregrinatio Mariae , abbiamo portato l’immagine della Madonna di Loreto direttamente all’interno dell’azienda della Ardo, nel cuore della crisi, con una celebrazione eucaristica alla presenza di tutti i lavoratori coinvolti. Un gesto forte.
È il nostro modo concreto di esserci. Gesù nel Vangelo ha detto: ‘Io sono venuto a portare la vita in abbondanza’».


Come spiega questo rapporto tra Eucaristia e lavoro?
«L’Eucaristia è l’avvenimento che ripropone ogni domenica la presenza del mistero nella vita dell’uomo, quindi anche nel lavoro. Le risposte si possono costruire meglio nella logica del mistero e quindi dell’Eucaristia che lo rende presente.
L’evento eucaristico non sradica l’uomo dalla sua condizione umana. Il vero male della società umana, la vera insidia è la ricerca del bene individuale a prescindere o perfino a spese del bene dell’altro. L’insidia più grave è la negazione che esista un bene umano comune. Il Vangelo dice: ‘Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici’. È illusorio pensare che questa malattia sia guarita dalle leggi.
Queste sono diventate sempre più le regole del traffico dei singoli egoismi alla ricerca della propria felicità. È il legame ontologico fra le persone che va costruito.
Questo è l’evento eucaristico.


Che risposte può dare in concreto la Chiesa di fronte a queste criticità che impediscono alle aziende di assicurare quel livello di occupazione che ha sempre garantito dignità e lavoro a migliaia di persone?
Questa crisi è una vocazione, nel senso che è una chiamata di Dio a un maggior impegno umano. È un’opportunità, non una tomba. È il barlume di una luce, non l’inizio del buio. Dobbiamo rendere tutti coscienti che non si può più vivere di rendita e in questo ci aiuta la fede cristiana, ricordandoci che la tradizione è una ricchezza, che la nostra storia è un valore, che la persona è al centro dell’esistenza.
Creiamo tutti insieme, in piena unità, occasioni di incontro, centri di solidarietà, nuove opportunità di occupazione. E coloro che hanno maggiori responsabilità aiutino chi si rende disponibile ad aiutare. La nostra terra ha già vissuto in passato un’altra grande crisi, quella del Maglio. E da quella fase di sofferenza la comunità tutta intera è stata capace di rialzarsi e di porre le basi per un nuovo sviluppo economico e umano. Risalendo dal mare, verso Fabriano, colpiscono subito l’ordine e la prosperità delle coltivazioni, risultato dell’ingegno e della fatica di intere generazioni. È così anche nell’industria come nell’arte.


Con questa immagine cosa vuole dire?
Che può accadere l’imprevisto
. Anche nelle giornate belle e sulla montagna amica può arrivare una valanga che travolge qualcuno. Si mobilita mezzo mondo per cercare un disperso o per salvare una persona in pericolo. Se uno di noi perde il lavoro o non lo trova è come se fosse travolto e noi non possiamo stare fermi e immobili.
Occorre che si faccia tutto il possibile perché ciascuno sia aiutato a guardare al proprio futuro professionale e umano con una prospettiva. Le difficoltà e le sofferenze rendono più acuto lo sguardo e più vibrante la capacità di cogliere le opportunità. Le imprese cresciute tra noi hanno nel loro carattere un’originalità che nasce da questo sguardo a un orizzonte ampio e che abbiamo dimenticato illudendoci di farcene ‘padroni’. Ma l’eredità non si strappa, si riceve.