L’incontro di preparazione all’Avvento proposto dalla Pastorale Giovanile quest’anno aveva per tema “l’essere attesi”.
La veglia, che ha visto la presenza di numerosi giovani, si è incentrata intorno a tre momenti: nel primo abbiamo riflettuto intorno ai vari significati che il termine “attesa” assume: siamo giunti alla conclusione che l’attesa è profondamente connessa con l’uomo; è una sua prerogativa. La nostra stessa storia personale comincia con un’attesa: quella di nostra madre e nostro padre che ci hanno amato, sognato, immaginato, preparandosi ad accoglierci per nove mesi.
L’incontro è poi proseguito con un momento bellissimo di adorazione eucaristica, in cui abbiamo potuto affidare al Signore tutte le nostre attese, le nostre speranze e le nostre paure.
Infine, il Vescovo ha concluso la veglia con la benedizione e la consegna di due simboli: il lumino, che rappresenta la luce di Cristo da portare nelle nostre case e nella nostra vita, e un piccolo crocefisso, segno dell’unione tra cielo e terra, raffigurante il bacio di Dio all’uomo e la risposta amorosa dell’uomo a Dio.
L’attesa, ha concluso il Vescovo, ci rende liberi dentro. Se sappiamo aspettare finché il nostro bisogno sia soddisfatto, siamo in grado di sopportare anche la tensione che l’attesa suscita in noi. Il nostro cuore si allarga e ci dona, inoltre, la sensazione che la nostra vita non è banale. Allora riconosciamo che noi siamo più di quanto ci possiamo dare. L’attesa ci mostra che il nostro vero essere deve esserci donato.
L’attesa è fermarsi scoprendo che c’è Altro oltre al banale quotidiano: gridiamo a Dio che “abbiamo bisogno di credere”… e di ricordarci di Lui perché l’ Avvento è resistere alla tentazione di buttarLo fuori dalla nostra vita.
Eppure il più grande evento della nostra storia, la nascita di Cristo, è stato preparato dall’inizio dell’uomo, è stato pensato ed amato da Dio che l’ha annunciato giorno dopo giorno, cosicché tutti potessimo attenderLo nel nostro cuore e nella nostra vita.
Noi cristiani dobbiamo impegnarci, con tutte le nostre energie,a mantenere il nostro cuore all’erta, in attesa, nella preghiera e nel dono quotidiano di noi stessi alla volontà di Dio.