Natale è Gesù. E chi è Gesù?

Natale è Gesù.
E chi è Gesù?

Tutte le Religioni cercano Dio, andando verso di lui. Nel Cristianesimo è Dio che cerca l’uomo, venendo verso di noi. Questo è avvenuto con Gesù nel Natale. Il Natale è Dio tra noi. Il Natale è Gesù.

 

 

  1. Gesù è Dio che entra nella Storia
    Dalla sua nascita in poi, la storia è come un grembo che dal passato, attraverso il presente, ci proietta al futuro; e l’oggi è legame tra ciò che è accaduto nel passato: il Natale a Betlemme, il presente: ogni Natale, e il futuro: l’ultimo Natale.  Questo nostro mondo, bello e brutto, nutre la speranza e la certezza di un mondo nuovo, perché, dentro  ai fatti, anche terribili, è sceso Dio, l’Emmanuele, il Dio con noi, diventato uno di noi, per accompagnarci e sostenerci nella speranza: “Alzatevi, – dice il Vangelo – guardate in alto e lontano, perché la vostra liberazione è vicina” (Cfr.Lc 21,28).
    Gesù collega la città terrena e la città celeste. Certo, ci preoccupano e fanno paura il terrorismo e le guerre, la povertà e l’incertezza delle cose; ma la fragilità della nostra esistenza è un richiamo, è un’occasione per tenere viva la domanda essenziale: chi mi può realmente e concretamente liberare? Le circostanze attuali ci sfidano, ci mobilitano, ci provocano a riconoscere la venuta di Gesù. Il tempo in cui ci troviamo a vivere ci chiama a prendere posizione e a verificare la verità di Gesù, Figlio di Dio e presente tra noi. Il Presepio diventa così il luogo dove rispondere: “sì”, a questa domanda di vita. Gesù è tra noi per ridestare il nostro io ad affrontare qualsiasi sfida. Gesù c’è per farci vivere le difficoltà come un’avventura appassionante. In questo modo, la crisi si trasforma in stimolo per conoscere in chi riporre la nostra vera speranza, e ottenere l’energia per nutrirla.
  2. Ma perché Dio si è incarnato?
    L’Incarnazione non è una “religione”, non è un’ideologia, ma un dono per noi. “Propter nos homines”, diciamo nel Credo. E’ l’avvenimento con cui Dio “viene in aiuto alla sua propria immagine e si fa uomo per amore dell’uomo. Assume un corpo per salvare il nostro corpo” (San Gregorio Nazianzeno). Dio si è incarnato non per fondare una religione, ma per amore all’uomo, peccatore, fragile e impotente. Cioè per me, per te, per tutti. “Dio infatti – rivela Gesù a Nicodemo – ha tanto amato il mondo da dare il Figlio” (Gv 3,16).
    Gesù non è dei cristiani, è di tutti. E’ l’Amore vero, creativo e ricreativo, cioè “misericordioso”.
    Immedesimandosi in questa realtà nuova, in questa persona di Gesù, si comprende la testimonianza di coloro che danno la vita per amare, seguire e annunciare Gesù, come San Francesco di Assisi, che: “Ogni volta che diceva: «Bambino di Betlemme», o: «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola” (FF 468-470).
  3. Gesù tra noi è la Misericordia per cambiare il mondo.
    Natale è la Misericordia di Dio. Il fascino che, oggi, suscita Papa Francesco è tutto nel suo essere segno di dove è Dio, dove è l’Amore, dove si trova l’esperienza della tenerezza, dove l’amore vince sul male, sulle guerre, sulle divisioni.
    Con il dono dell’Anno Santo della Misericordia, che è iniziato nel tempo dell’attesa natalizia, Papa Francesco ci spalanca la bellezza del Natale con queste meravigliose parole: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, ‘ricco di misericordia” (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come “Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà” (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella “pienezza del tempo” (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio” (Misericordiae Vultus 1).
  4. Che faremo in questo Natale così riscoperto?
    Chi allarga la ragione e il cuore a questa novità, non ha più paura, si innamora del Natale, che è Gesù, e con coraggio fa proprie le proposte del Papa per questo Anno Santo. In particolare le seguenti. 
    • La Confessione, che sempre vi ho proposto come il sacramento più rivoluzionario della vita: “A chi rimetterete i peccati – dice Gesù ai discepoli e ai loro successori – saranno rimessi” (cfr. Gv 20,23). Questo accade ogni volta che ci confessiamo. Io amo tanto questo sacramento che cerco di celebrare possibilmente tutte le settimane.
      Giovani, sapete quanto vi ho sempre cercato, perché preoccupato per la vostra povertà. Ritornate alla Confessione! Cercate il vostro confessore! Fatemi sapere la scoperta che state facendo in questo luogo natalizio della vita.
      Giovani, cercate di scoprire qual è la vostra vocazione. E’ meraviglioso seguire Gesù ed essere suo amico e apostolo. Nella nostra Diocesi c’è un bel gruppo di giovani sacerdoti che può aiutarvi.
    • Le opere di misericordia corporali e spirituali. Cercate il volto di Gesù negli altri, soprattutto in coloro che sono più bisognosi, nell’accoglienza ai migranti, nei malati e nei poveri.
      Negli Orientamenti Pastorali della nostra Diocesi: “Misericordia io voglio”, sono elencate le quattordici opere che la Chiesa propone. Ognuno ne scelga una da prendere sul serio e da vivere in questo Natale. E scrivetemi per rispondere al mio “S.O.S.- Misericordia!”, per suggerirmi quale opera di misericordia potremmo fare tutti insieme nel nostro territorio.
    • L’impegno a rinnovare la vita di tutti. Chi ha responsabilità politiche, amministrative e sociali si spenda nel dare lavoro e assistenza sanitaria; ascolti il grido del popolo, che chiede di salvare nel territorio i reparti più urgenti e più vitali del nostro ospedale, come la maternità; che domanda di ridare possibilità all’artigianato e all’agricoltura; che desidera ripopolare i centri storici come luoghi di incontro e di amicizia civica.
  5. Gli auguri natalizi del vostro Pastore
    In questo anno difficile prepariamo con più consapevolezza il Presepio dovunque, per annunciare a tutti che Natale è Gesù, presente tra noi; che Gesù è colui che può tutto, perché è Dio e dona a tutti fraternità e pace.
    Sono veramente contento di augurarvi un Natale così: pieno, consapevole e bello. Da tutti mi attendo un balzo di tenerezza nei rapporti.
    Come sempre, attendo le vostre risposte al mio messaggio, fatto con tanto amore e passione. Giunga a tutti, a iniziare dai nostri amati sacerdoti perché siano i “missionari della misericordia”, alle famiglie e ai giovani, ai malati e agli anziani, il mio fraterno abbraccio natalizio.

A tutti buon Natale 2015, guardando Maria di Nazareth, la Madre della Misericordia, per imparare a donare tenerezza.

 

+ Giancarlo Vecerrica