Omelia del Vescovo per l’Ordinazione Presbiterale di Don Ruben Bisognin

ORDINAZIONE PRESBITERALE DI DON RUBEN BISOGNIN
CATTEDRALE, sabato 14 giugno 2014
OMELIA DEL VESCOVO

1. Caro Ruben, tu sei il sacerdote dell’amore divino! Diventi sacerdote nel giorno della festa della Trinità, sorgente dell’amore.

“Dio misericordioso e pietoso, ricco di amore e di fedeltà” così, infatti, il Signore si definisce, nell’Esodo, davanti a Mosè. “Il Dio dell’amore e della pace sarà con voi” così san Paolo presenta Dio ai Corinzi. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio …”, proprio così, da brividi di commozione, Gesù ci presenta l’amore del Padre.

La parola “amore” con cui è descritta la Trinità nella Bibbia è legata alla parola “Grazia”, che vuol dire “roccia”. Amore è grazia e roccia. Siamo fondati sul mistero della Trinità, cioè dell’amore, che è la grazia e la roccia della vita. Che bel sacerdozio il tuo fondato sulla roccia dell’amore incrollabile, sul mistero della sicurezza e della certezza. Questa è la grande novità e creatività del tuo sacerdozio, frutto dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. San Giovanni Paolo II diceva: “L’uomo rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore”.

Desidero dirti che sabato scorso nel pellegrinaggio Macerata – Loreto, durante la notte ho invitato a pregare per te e proprio in questa coincidenza vorrei ripetere a te e ai giovani presenti una parte della telefonata di Papa Francesco: “Non lasciatevi scoraggiare dai perdenti o dai paurosi che vogliono togliere il sogno, che vi vogliono rinchiudere nelle loro mentalità buie invece di lasciarvi volare nella luce della speranza. Per favore: non cadete nella mediocrità! In quella mediocrità che abbassa, che fa una cosa grigia … Ma la vita non è grigia, la vita è per scommetterla per grandi ideali, per grandi cose. Sappiate che la negatività è contagiosa, ma anche la positività è contagiosa. La disperazione è contagiosa, ma anche la gioia è contagiosa. Non seguite persone negative, ma continuare ad irradiare intorno a voi luce e speranza. E sapete: la speranza non delude, non delude mai! Nulla si perde con Dio, ma senza di Lui tutto è perduto. Aprite a Lui il vostro cuore e abbiate fiducia in Lui, e i vostri occhi vedranno le Sue vie e le Sue meraviglie”.

Se ami Cristo, ami te stesso, e ami tutti, buoni o cattivi. Immedesimati nell’amore di Dio che è travolgente!

2. Che vita è, che amore è quello della Trinità? La personalità di ognuna delle persone della Trinità sta proprio in quanto sono insieme, tant’è vero che in teologia si chiamano “relazioni sussistenti”. Sono, perché sono insieme; perché sono in rapporto. Tu, come ognuno di noi, sei, perché sei in relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e perciò con tutti coloro che sono legati alla Trinità. Il sacerdote è relazione d’amore. È tutto amore. Sussiste per amore e nell’amore. C’è una preghiera della Chiesa che dice: “Ti preghiamo, o Signore, perché amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio”. La tua purità è costituita da questo amore assoluto di Dio che riconosci, vivi e fai risplendere. La purità di questa fede all’amore di Dio diventa la purità del tuo corpo di sacerdote che è immerso in questo mare infinito di amore.

Non tradire mai la tua vocazione all’amore totale, immenso e infinito e non rompere mai “le relazioni” con Dio e con gli altri. Il Vescovo e il Presbiterio ci sono per aiutarti a vivere la vita come relazione di amore. Quanti preti, quante vocazioni si perdono perché non hanno più la bellezza e la purezza di queste relazioni. Il miracolo più grande dell’amore è la verginità, che da’ senso all’amore e lo rende totale e splendente. Vedendo chi vive l’amore totale, puro, immenso anche gli sposati vivono meglio l’amore coniugale. Sii sempre uomo di relazioni!

3. Di che ha bisogno il mondo per vivere? Il mondo attende l’amore incrollabile del tuo sacerdozio. 
Con amore celebra i sacramenti che scatturiscono dall’amore di Dio. Ti raccomando soprattutto la celebrazione della confessione, come penitente e come celebrante: è attingere ogni settimana alla sorgente dell’amore. La preghiera sia l’espressione della tua affezione a Cristo e perciò ai fratelli: passa belle ore a tu per tu con Gesù, lì ritroverai tutti coloro che sono legati a te. Parla al cuore di tutti come Dio parla al tuo cuore. Cerca la vicinanza ai poveri di vita, di senso della vita, di necessità materiali o di salute, soprattutto cerca i nuovi poveri di oggi che sono i giovani e risuscita in loro la coscienza di essere amati, perché Dio ama tanto tutti, ognuno, tanto da darci suo Figlio Gesù, che è il tuo amore e il tesoro che doni a tutti.

Ti affido due riflessioni indicative, quella di sant’Agostino: “Preferisco essere capito da un pescatore che lodato da un dottore” e di papa Francesco: “Gesù è il nostro avvocato presso il Padre, ma non parla tanto, ma ama molto e prega il Padre per noi … la Chiesa è viva se sorprende: suscita stupore e scompiglio”. L’efficacia del tuo sacerdozio sia segnata da questo stupore e scompiglio che tu porterai per la tua affezione appassionata a Gesù.

E questo amore puro, totale e appassionato a Gesù ti renda appassionato agli uomini e alle donne che incontrerai: “ama et fac quod vis” come dice sant’Agostino. Che bello essere sacerdoti oggi, portare ciò che tutti attendono: l’immersione nell’amore infinito di Dio.

La Madonna del Buon Gesù, nostra patrona, che da giovanissimo ti ha ripescato da una vita distante e ti ha riportato all’amore, continui a immergerti dentro il suo bell’amore. La Madonna ti chiama a suscitare nuove vocazioni di amore. Chi prenderà il tuo posto in seminario quest’anno? chi risponderà alla vocazione d’amore di Gesù dopo di te? Chi può ora dare una risposta a Gesù che certamente ora parla al cuore di ognuno di voi giovani?

Ti ringrazio, caro Ruben, perché un giorno hai risposto sì, pure se era inaspettato questo sì per te e per chi ti conosceva. Ora ringrazio Dio per il tuo sacerdozio, come ringrazio i tuoi genitori e tua sorella, e, in modo particolare i tuoi Superiori di Seminario e i nostri Sacerdoti che ti hanno accompagnato in questi anni, Don Luigi il tuo Parroco e Don Gabriele il tuo parroco di adozione. Ora qui ti accolgo in questo nostro presbiterio diocesano, bello e unito. Sacerdoti, lo volete accogliere? Fedeli tutti, vi piace questo nuovo sacerdote? Quanto vi adopererete per sostenere la sua vocazione e le altre vocazioni?

+ Giancarlo Vecerrica