Omelia del Vescovo per la Solennità di Sant’Adriano, Patrono di Matelica

16 settembre 2013 Solennità di Sant’Adriano

Concattedrale di Matelica

Omelia del Vescovo

Testimone dell’amore puro, libero e gioioso, Adriano, giovane brillante, con la sua giovane sposa, si infiamma della fede cristiana, la coltiva, la propone, la difende fino al martirio.

Le letture ci aiutano ad entrare nella bella storia di fede,  di questi due giovani:

– Nella prima lettura, c’è la mamma dei Maccabei, che esorta i suoi sette figli ad

 accettare con gioia martirio per testimoniare la fede come amore a Dio.

– Nella seconda lettura, San Paolo ci esorta a vivere in prima persona la lotta per

 difendere la nostra fede.

– Il Vangelo, poi, ci indica il cuore della fede cristiana, che è l’amore.

Oggi, festa del nostro Patrono Sant’Adriano, martire, siamo chiamati a ridare ragione e bellezza alla nostra fede, con l’amore pieno a Gesù e ai fratelli. Nella vita si lotta per amore a ciò che vale. Si accetta anche il martirio per amore di Gesù, che è tutto per la vita.

1. La fede è amore pieno e  totale. Ritorniamo all’origine del cristianesimo, al vangelo e alla vita dei primi cristiani. Aiutate il Vescovo, i sacerdoti e i laici impegnati di Matelica ad essere testimonianza viva di amore cristiano, che siano sempre più trasparenti di ciò che vuole il Signore. Il nuovo Segretario di Stato Mons. Parolin ha detto: “Dobbiamo ricercare quello che Dio vuole da noi, non quello che più ci piace”. Siamo chiamati a vivere, trasmettere e far brillare in noi lo stesso amore di Gesù, che è l’amore del Padre: “come il Padre ha amato me così anch’io ho amato voi” (Gv 15,7-11).

L’amore realizza la presenza luminosa di Gesù, la fede viva in Gesù trasmette questo amore. Se c’è la fede e non l’amore, finisce anche la fede: il cuore diventa “ringrinzito”, diceva il Papa emerito Benedetto XVI. Non accada più che le nostre famiglie alla domenica siano calme, ma siano tutte mobilitate per l’incontro con Gesù in chiesa, fatto insieme. Non si rimandi l’appuntamento, necessario e gioioso, della Confessione frequente e nessuno si possa lamentare perché non è stato aiutato da te.

2. Che cosa significa pienezza di fede e di amore? Ce lo spiega Papa Francesco con un bel esempio: “Se in uno stadio, pensiamo qui a Roma all’Olimpico, o a quello di San Lorenzo a Buenos Aires, in una notte buia, una persona accende una luce, si intravvede appena, ma se gli oltre settantamila spettatori accendono ciascuno la propria luce, lo stadio si illumina”.  Matelica potrebbe diventare così: uno stadio luminoso di fede per tutti.

Cari amici, questo amore senza misure facciamolo brillare. Per questo i vescovi marchigiani ci hanno proposto un Convegno (22-24 novembre) sul tema: “Alzati e va’ … vivi e trasmetti la fede oggi”. Per questo la nostra Diocesi, per mettersi alla sequela di Papa Francesco e dei Vescovi, propone un cammino impegnativo per questo anno. Eccolo: vogliamo continuare l’Anno della Fede con i “Mercoledì della fede” e con il tema che ci ha dettato Gesù: “quando pregate dite Padre nostro”. Il Padre nostro, prot – agonista e noi, co – agonisti riporteremo la Diocesi di Fabriano-Matelica allo splendore della civiltà dell’amore. Il cammino avrà questi momenti: 

– Iniziamo a pregare e a riflettere con il Padre Nostro in famiglia, all’ora di cena, per riconoscerci tutti figli e fratelli;

Poi continuiamo i “Mercoledì della Fede” nelle parrocchie e nelle comunità, e una volta al mese in Cattedrale. Avremo anche un libretto guida.

– Vorremmo parrocchie aperte che combattono l’idea negativa di parrocchialismo: abbiamo definito le nuove zone pastorali, in cui i sacerdoti lavorano insieme, con i laici. Cari laici, non pretendete di avere tutti i servizi pastorali nella vostra “parrocchietta”, ma imparate a spostarvi.

– Terremo come categoria privilegiata: i giovani, i veri poveri di oggi. E con loro la realtà delle famiglie, che vivono il dramma del lavoro e della droga. Il lavoro non c’è e dove c’era è stato buttato a mare. I cristiani vogliano impegnarsi, proprio sulla scia del Padre Nostro, a crearlo e ad aiutare tutti con le nostre realtà caritative. Mettiamoci insieme e rischiamo cose nuove.

– E tutto questo impegno spirituale e pastorale vogliamo presentarlo a Papa Francesco, con il pellegrinaggio diocesano a Roma mercoledì 16 ottobre prossimo.

3. Vorrei essere totalmente il vostro padre e pastore e perciò raccoglitore dei co – agonisti, di intelligenze messe a servizio, di genialità condivise, di gruppi giovanili impegnati. Vi vorrei tutti non muti, tristi, passivi o lamentosi, ma tutti coinvolti nella conversione e nella rivoluzione che Papa Francesco ci propone, anche attraverso la sua bella Enciclica Lumen Fidei: “La fede fa comprendere l’architettura dei rapporti umani, perché ne coglie il fondamento ultimo e il destino definitivo in Dio, nel suo amore, e così illumina l’arte della edificazione, diventando un servizio al bene comune” (n. 51).

Sant’Adriano dona al Vescovo, ai sacerdoti, a questa comunità della vicaria Matelica passione alla bella vocazione alla quale Gesù chiama ognuno di noi e rendici uniti nel dare tutto noi stessi a Gesù e ai nostri fratelli e sorelle.

Sant’Adriano, donaci vocazioni belle, affascinanti, travolgenti come ci testimonia Papa Francesco.

La Madonna ci aiuti in questo nuovo cammino di questo anno.

 

+ Giancarlo Vecerrica