Quanto desiderio abbiamo di novità! Soprattutto per la vita delle nostre famiglie, del mondo dell’economia e del lavoro: quanta delusione e quanta attesa di novità! Oggi la liturgia ci aiuta a fare la chiarezza su questo tema.
La novità viene da Dio. È qui che siamo chiamati ad attingere per dare continuità al nuovo che solo Dio può portare sulla terra. Il Vangelo di oggi ci dà questo messaggio: la vera e costruttiva novità è Gesù, morto e risorto e quindi vivente in mezzo a noi. La novità è la Pasqua. È questa Pasqua. Gesù come ci cambia, ci rinnova? Ecco l’episodio impressionante del Vangelo di oggi: i farisei portano a Gesù una donna adultera da lapidare. Gli uomini rinnovano solo dando la morte. Invece Gesù dà la vita, quella vera. Che lezione per noi, per chi è impegnato nel sociale e nella politica. Tutti abbiamo bisogno di Gesù che perdona, che cambia, che rinnova tutte le persone. Tutti potremmo essere lapidati: “chi è senza peccato – dice Gesù – scagli la prima pietra”. E tutti se ne vanno. Allora Gesù pone la sua novità: “non ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
La novità assoluta per l’uomo è che Dio perdona, attraverso Gesù. Il perdono rifa la persona, la cambia, la rinnova. Il sacramento della Confessione è il sacramento più rivoluzionario. La confessione, letteralmente, è quella parola, quel gesto del perdono di Cristo che si prolunga nella storia e arriva a me: “Ti sono rimessi i tuoi peccati. Va in pace”.
Accompagnate coloro che si sono allontanati, soprattutto i giovani, a questo incontro della Confessione che rigenera tutta la vita e tutta la realtà.
Questa Pasqua di novità, questa Pasqua di ritorno a Gesù, vero e umile innovatore, questa Pasqua del ritorno alla Confessione penetra il luogo più umano e più bisognoso di novità, che è il mondo del lavoro. L’incontro con Cristo, morto, risorto, e contemporaneo, che dona il perdono e rinnova tutta la realtà, non è una premessa, ma è la sostanza del mondo del lavoro, è la direzione per ogni datore di lavoro, per ogni lavoratore o disoccupato. La Chiesa si deve interessare del mondo del lavoro, i cristiani devono portare questa novità ricevuta dentro la situazione, normale o spesso drammatica del lavoro. Un universitario mi ha dato questa testimonianza: “Per cambiare me e il mondo ho bisogno della Chiesa”. Perché? Perché la Chiesa e i cristiani, e voi, portate la gratuità di Cristo, il perdono di Cristo, la novità di Dio.
Auguro che ogni spazio e luogo di lavoro diventi come la piccola Chiesa, la Chiesa lavorativa, che conduce a Gesù, che crea un clima di solidarietà e fraternità, che pianta i semi della civiltà dell’amore. Che bella e impegnativa, che gioiosa ed entusiasmante esperienza potete fare voi cristiani dentro questo mondo che vaga alla ricerca del bene e della novità.
Vi affido alla Madonna e a questo nuovo, rivoluzionario ed umile Papa Francesco, il quale ci ha detto: “non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione”.
+ Giancarlo Vecerrica