2° “Mercoledì della Fede” Alessandro Meluzzi 21 novembre 2012

 

“Io credo in Gesù Cristo”. E’ il tema che è stato affrontato nel secondo appuntamento dei Mercoledì della Fede in Cattedrale a Fabriano. Più di mille i fedeli presenti per ascoltare la riflessione di Alessandro Meluzzi, psichiatra, opinionista televisivo e fondatore della Comunità “Agape dell’Accoglienza”, in provincia di Asti. L’anno della Fede indetto dal Papa prosegue, così, con impegni diocesani, parrocchiali e nei movimenti ecclesiali. A tutti si rivolge il Vescovo nel suo saluto introduttivo spronando i lontani ad avvicinarsi a questi momenti chiarificatori. “Oggi, 21 novembre, è la memoria della Presentazione di Maria al Tempio e la giornata mondiale di preghiera per le claustrali: una bella coincidenza!” da detto don Giancarlo Vecerrica che commenta anche l’uscita dell’ultimo libro di Benedetto XVI° su Gesù di Nazareth. “Anche noi vogliamo scoprire tutto su Gesù e sapere perché è venuto da noi!” Poi l’impegno concreto: “In ognuno cresce la maturità della fede? Faccio del tutto per trasmetterla ai giovani? Mi impegno, tutte le sere, in famiglia, a recitare il Credo prima di cena?” 

La curiosità è tutta per l’ospite d’eccezione che porta a Fabriano la sua testimonianza. Alessandro Meluzzi, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Psichiatria e poi in Filosofia e Mistica, da anni è impegnato a sostenere i minori e nel trattamento della disabilità mentale e della marginalità sociale. Ha collaborato, inoltre, con la Comunità di don Gelmini per il recupero dei tossicodipendenti. “Sono il più indegno di poter dire di credere in Gesù Cristo. Oggi molti cercano il Signore dove non lo trovano. Ho sperimentato che il Signore dà sapore alla vita!” afferma emozionato mentre fissa lo sguardo, per qualche secondo, verso il Tabernacolo per richiamare l’attenzione sull’Eucaristia che è il motore della Chiesa e dei cristiani: “Stiamo parlando alla Sua presenza. Non è solo un fatto storico che va contenuto nella pura neutralità religiosa. Il cristianesimo è incontro personale con Cristo.” Meluzzi è un fiume in piena, clero e fedeli lo ascoltano con attenzione. L’esempio di San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, aiuta a tuffarsi nel mistero cristiano. Anche un analfabeta entrò in Chiesa e si mise a fissare l’Ostia: uno sguardo reciproco per cui non servono studi, ma disponibilità di cuore. E’ il Gesù che, comunitariamente, si fa cibo per i credenti quello che lo psichiatra testimonia: “Non limitiamoci alla conoscenza storica! Quando prendete in mano la Bibbia non abbiate paura! Con la luce dello Spirito, il Signore parla anche in questo tempo complicato. La Sacra Scrittura, infatti, è incontro d’amore, ed è tale perché è reciproco. Anche le opere di carità, senza la fede, non portano risultati: se al centro di tutto non c’è l’Eucaristia, non c’è salvezza e senza di Lui la carità non ha senso!” Poi Meluzzi invita tutti a testimoniare la fede senza partire dalla concezione del peccato o dai dieci comandamenti, “ma dall’amore di Cristo che salva il mondo!” L’analisi della crisi attuale è drammatica: “Oggi c’è un deficit di amore. I giovani usano droga e confondono sesso con amore: tutto accade perché non si ama e non si è amati veramente. I laici, poi, si accostano alla Messa domenicale come se fosse una pratica devozionale e non come l’incontro che rigenera la settimana. Noi dovremmo essere cristiani, cioè altri-Cristo e portare il messaggio che un mondo diverso è possibile.” Due gli spunti concreti che Alessandro ha sperimentato. “L’Eucaristia al centro della vita del credente e la Lectio Divina che permette a Gesù di entrare nella nostra storia.” Subito un approccio con uno dei racconti più conosciuti: le Beatitudini contenute nel Vangelo di San Matteo con cui si apre il Discorso della Montagna. “Quanto ci sconvolge questo brano che sintetizza la dimensione e la missione dei cristiani! Tutto è rimandato al futuro, tranne ciò che riguarda perseguitati e misericordiosi: per essi c’è la certezza che, oggi, sono beati. Anche noi dobbiamo impegnarci di più e rendere il nostro comportamento conforme a Lui. Ho capito che essere puri di cuore è l’aspetto fondativo di chi cerca Dio. Se non avessi incontrato Cristo, non avrei fatto della mia vita quel che sono riuscito a costruire! Il Cristianesimo, se non c’era, bisognava inventarlo!” 

 

Marco Antonini