NOME: Giuseppe
COGNOME: Papaleo
LAVORO: Diplomato in pianoforte e responsabile di oratori
VOCAZIONE PARTICOLARE: musica
DIOCESI: Fabriano-Matelica
In questo appuntamento con la rubrica Voc’Azione abbiamo deciso di intervistare Giuseppe Papaleo (nella foto) per la vocazione alla musica. Il protagonista infatti si occupa di vari progetti musicali con il Liceo Classico “F. Stelluti” di Fabriano ed in questa nostra intervista cercheremo di farci suggerire il segreto per portare avanti le proprie vocazioni, anche se queste ci costano sacrifici. Ecco di seguito l’ intervista che ci ha rilasciato.
Cosa è la vocazione per lei?
Penso che la vocazione sia una chiamata che viene dal cuore a cui noi dobbiamo dare una risposta. E’ la risposta che diamo a Dio che chiama per amore e a cui noi rispondiamo liberamente e per amore, ma non solo, è quei doni che poi mettiamo a disposizione degli altri, per essere ponte fra Dio e gli uomini.
E’ molto facile confondere la vocazione con la passione, che differenza c’è?
Effettivamente ci si potrebbe confondere. Sarebbe opportuno riuscire a mediare tra le due dando a ciascuna il proprio peso. Bisogna credere nei propri sogni, ma bisogna fare anche un’analisi di fattibilità come un musicista che sogna di lavorare in un ambito inerente a ciò che ha studiato deve prima analizzare ciò a cui va incontro. In effetti la vocazione spesso ha bisogno della passione, anche se non è sempre così. Quindi se non si riesce a trovare il giusto compromesso tra interessi personali e richieste concrete del mercato del lavoro, per esempio, meglio seguire quel che il mercato chiede, anche se per me personalmente non è stato così. Se uno ha la passione e la possibilità di scegliere sarebbe meglio fare quello che ti appassiona, senza interesse è difficile poi andare avanti anche se spesso sei costretto a fare ciò che non ti interessa.
Come si riconosce una vocazione?
Più che riconoscerla la vocazione forse la si dovrebbe intendere come sentimento, cioè una certezza interiore che viene da Dio che chiama e chiede una risposta libera. Se Dio ti chiama, la certezza crescerà ogni giorno in misura della generosità della tua risposta e hai il desiderio di essere un aiuto alla felicità degli altri.
Quanto sacrificio costa la sua vocazione alla musica?
Fare il musicista al giorno d’oggi non è un’impresa semplice soprattutto per la situazione economica in cui ci troviamo, con un governo che ha tagliato molti fondi per la cultura. Molto sinceramente mi costa anche per il poco interessamento che si ha verso noi giovani, o meglio, si parla sempre di noi ma quando si dovrebbe concretizzare c’è sempre qualcuno che ti mette i bastoni tra le ruote. Ma non mi arrendo, questo mi fa andare sempre avanti e sempre più agguerrito. Dopo il diploma di pianoforte e la laurea in DAMS sto ultimando la laurea specialistica in Musicologia all’Università “La Sapienza” di Roma e frequento il corso di Organo e composizione organistica al conservatorio “Morlacchi” di Perugia.
Se utilizza la sua vocazione per la società, in che modo?
Certo che sì. Dirigo il coro della parrocchia di Santa Maria in Campo e il Coro Polifonico Diocesano “Don Giuseppe Marinelli”, istituito in occasione della 62° Settimana Liturgica Nazionale svoltasi a Fabriano nel 2010, per la quale ho curato le esecuzioni dei brani per le Celebrazioni. Inoltre ho preparato lo stesso coro per la Messa conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona, presieduta da Sua Santità Benedetto XVI. Accompagno e presto la mia voce a corali cittadine e non, e da due anni faccio dei progetti musicali: l’anno scorso al Liceo Classico “F. Stelluti” e quest’anno alla scuola dell’infanzia ed elementare “A. Moro”.
Come può un musicista trasmettere la propria passione?
Vorrei precisare che non provengo da una famiglia di musicisti, è una passione che è nata fin da quando ero piccolo. A 5 anni la prima tastiera, poi lo studio del pianoforte. E’ nato tutto per gioco, poi è scattata la scintilla che ha fatto diventare la musica una parte molto importante della mia vita. Intraprendere e seguire questa strada non è stato sempre semplice, ma ho avuto il sostegno della mia famiglia. Vedo la musica da molti lati, per questo suonare, ricercare ed insegnare sono stati sempre un tutt’uno. Ai miei studenti e non solo cerco sempre di trasmettere tutto ciò, proprio perché la musica mi travolge totalmente. Mi capita spesso di vedere come molti musicisti o insegnanti si limitino ad essere degli “impiegati” della musica, per me è fondamentale invece mettersi sempre in gioco, sperimentare, ricercare e trasmettere il proprio sapere.
Oltre alla musica, di che cosa si occupa?
Mi occupo di educazione, un ruolo che mi ha sempre affascinato e che dopo il servizio civile è sempre cresciuto in me. Gestisco l’oratorio “Il tesoro nel campo” della parrocchia Santa Maria in campo. L’emergenza educativa al giorno d’oggi sta diventando un problema molto serio ed anche per questo spendo molto tempo stando a contatto con bambini e ragazzi.
In una situazione economica grave come quella odierna, è difficile trovare lavoro con una qualifica nel campo musicale?
Mi rifaccio alla domanda di prima: sta diventando un problema molto serio in tutti i campi.
Un consiglio per tutti quelli che hanno paura di seguire la propria vocazione.
Le paure al giorno d’oggi sono molte, ma non bisogna mai scoraggiarsi, la forza si trova in Dio che ci assiste in ogni momento della nostra vita. Il mio motto è non mollare mai, ma continuare a realizzare ciò in cui si crede..