Eccellenza don Giancarlo,
prendo la parola con emozione ed orgoglio in questa riapertura del Santuario della Madonna del Buon Gesù dopo un anno di chiusura per lavori di restauro.
Lo faccio con emozione in ricordo dell’impegno che i nostri antenati, tre secoli fa, nel 1703, presero con uno dei simboli religiosi più significativi della nostra città.
Il Consiglio comunale di allora volle ringraziare la Vergine che aveva protetto Fabriano da distruzioni e tragiche conseguenze di un forte terremoto che aveva fatto tremare la terra proprio mentre era in corso il Consiglio.
Quell’impegno di riconoscenza, negli oltre trecento anni, è stato sempre mantenuto, ed io oggi come Sindaco a nome del Consiglio e di tutti i cittadini che rappresentiamo, plaudo con orgoglio al santuario restaurato e restituito ai sentimenti più forti e genuini della pietà popolare.
Sono, altresì, certo che questo simbolo ospitato in uno degli edifici più belli di Fabriano sarà anche un punto di riferimento per quanti – sempre più numerosi – visitano la nostra città e questo nostro patrimonio.
Rimarranno ammirati non solo dalla bellezza del monumento a cui diede il via un grande santo quale Giacomo della Marca, ma anche dalla storia della devozione della nostra città.
Una storia che ha attraverso terremoti e forti difficoltà economiche e sociali, come quella che stiamo vivendo, un altro terremoto viste le forti, anzi fortissime, difficoltà che registra il lavoro.
Dal terremoto del 1997, grazie ad un forte sinergia tra Stato, enti locali, cittadini, abbiamo saputo risollevarci facendo diventare un fattore fortemente negativo in una opportunità.
Oggi abbiamo a che fare con un altro “terremoto”, per qualche verso anche più subdolo, che coinvolge tutti anche se colpisce soprattutto una buona parte delle famiglie della nostra città.
Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di essere più uniti e coesi, più ricchi di speranza, più decisi nel portare avanti ciò che riteniamo possibile ed utile fare.
La nostra comunità ha sempre saputo risollevarsi grazie allo spirito forte ed alla disponibilità al sacrificio dei suoi abitanti.
Alla Madonna del Buon Gesù riaffidiamo oggi la nostra città come i nostri antenati tre secoli fa, chiedendole, di aiutarci ad uscire anche da questo terremoto dell’occupazione e del lavoro ridando serenità alla nostra collettività in questo momento preoccupata e avvilità.
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