Giovedì 24 novembre scorso noi operatori Caritas della diocesi di Fabriano-Matelica, accompagnati dal nostro direttore Edmondo Ercolani, ci siamo recati a Roma per partecipare all’udienza del Santo Padre con le Caritas italiane nella basilica di San Pietro, in occasione del 40° anniversario della fondazione di questa Associazione. Essa, infatti, è stata costituita il 2 luglio 1971 per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, e rappresenta l’organismo pastorale della CEI per la promozione della carità: ha lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi» (art. 1 dello Statuto). Lo scopo principale è dunque quello di esercitare la carità, con una particolare attenzione alla funzione pedagogica; per tale motivo si organizzano periodicamente convegni, seminari e corsi. Essa opera in collaborazione con le 220 Caritas diocesane dislocate sul territorio nazionale, che a loro volta comprendono vari organismi, tra cui Centri di Ascolto (316 in tutta Italia), Osservatori delle Povertà e delle Risorse, Caritas parrocchiali, Centri di accoglienza.
Dalle ore 10 alle 11,30 i 12.000 delegati, che gremivano la basilica vaticana, hanno partecipato alla S. Messa concelebrata da circa 400 persone (tra vescovi, preti e diaconi) e presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI ed arcivescovo di Genova. Durante la sua omelia il cardinale ci ha detto che l’aspetto spirituale della Caritas “non si misura con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare le chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità`” ed ha sottolineato che “nel nostro Paese, laddove ci si trova di fronte e fenomeni naturali imperiosi – come terremoti o alluvioni – o si debbano fronteggiare fenomeni sociali improvvisi – si pensi all`immigrazione – la Caritas è sempre pronta a rigenerare fiducia e ancor prima ad offrire una prossimità mai scontata, in grado di restituire dignità e fiducia”.
Alle ore 12 è entrato in basilica il Papa, salutato dal nostro affettuoso applauso; a lui sono state espresse parole di sincero apprezzamento e gratitudine da parte del presidente della Caritas italiana S.E. mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, e del direttore mons. Vittorio Nozza.
Durante la sua udienza Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza delle Caritas diocesane, che rendono visibile l’amore di Dio e della Chiesa verso i più bisognosi: “Siate sentinelle del Vangelo, segno dell’amore di Dio verso il prossimo nel bisogno”. Il Pontefice, riprendendo la sua prima Enciclica “Deus Caritas est”, ha ribadito l’esigenza di persone dotate di “un cuore che vede”: donne e uomini che non offrano solo il pane all’affamato, ma si lascino anche “interpellare dalle cause per cui è affamato”. Inoltre il Papa ha insistito sul “compito educativo” a cui è chiamata la Caritas e ci ha incoraggiato a farci prossimo a chi “necessita di sentire il calore di Dio attraverso le mani aperte e disponibili dei discepoli di Gesù”.
Il Papa ha concluso il suo intervento esortando tutti noi ad essere segno della “carità di Cristo, un segno che porti speranza”: “Ciascuno di voi è chiamato a dare il suo contributo affinché l’amore con cui siamo da sempre e per sempre amati da Dio divenga operosità della vita, forza di servizio, consapevolezza della responsabilità. Vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane. Dite al mondo la parola dell’amore che viene da Dio”.
Siamo profondamente grati al Santo Padre per le sue preziose parole di esortazione e d’incoraggiamento ed alla Caritas, che ci dà la possibilità di testimoniare il nostro essere cristiani.
Pier Luigi Liberati
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