Durante le riunioni periodiche, parte del tempo è dedicato alla formazione, alla base della quale c’è lo studio della Caritas in Veritate, l’enciclica “economica” del Papa, che con incredibile lucidità e preveggenza aveva già scritto quanto la cinica finanza, senza regole democratiche e l’altrettanto deleterio guadagno a tutti i costi dei gruppi industriali, avrebbero sconquassato il mondo, senza portare vera ricchezza, neanche nei paesi sfruttati ignobilmente. Bisogna leggerla, per capire quanto Papa Benedetto conosca l’economia, la politica, la finanza. Ogni cattolico deve conoscerla, perché ci sono le basi della convivenza civile, solidale, dedita al bene comune. Non ci sono solo buone intenzioni; c’è soprattutto l’analisi spietata, ma corretta dei meccanismi speculativi, senza regole delle finanza, dei gruppi industriali, che fanno del profitto l’unica regola, con la delocalizzazione, che crea disoccupazione in un luogo e sfruttamento in un altro. Lo sfruttamento delle risorse naturali, l’abbassamento dei diritti e della tutela dei lavoratori, l’appiattimento delle culture alla dimensione tecnologica, la mancanza della redistribuzione degli utili nel territorio che l’ha prodotta, la mobilità lavorativa e l’insicurezza che genera; la sofferenza psichica e spirituale del lavoratore disoccupato o per troppo tempo in assistenza pubblica. Lo scandalo delle disuguaglianze clamorose: la corruzione, l’illegalità, il non rispetto dei diritti umani dei lavoratori; il crescere delle disparità sociali come paradosso del progresso. Contrastare le devianze sociali anche della macro economia e della politica, è dovere di ogni cristiano; non può accettare un’economia al servizio del mercato, perché così si stritola l’umanità.
Lo studio prosegue con testi del prof Zamagni e del prof Sergio Belardinelli, sassoferratese, docente di sociologia dei processi culturali e politici dell’Università di Bologna e componente del comitato nazionale per la bioetica ; sarà il 14 dicembre, di nuovo, a Fabriano per una conferenza dal titolo “Il lavoro e l’impresa nell’ottica dell’umanesimo cristiano” organizzata in collaborazione con la Scuola di Teologia Diocesana e del direttore Enrico Pierosara. Come sempre la commissione celebrerà la Festa di Santa Lucia preceduta da un pomeriggio di ritiro e riflessione rivolto ai lavoratori, disoccupati e imprenditori presso il monastero di San Silvestro.
Proseguono, regolarmente, le riunioni della commissione, attenta ai grandi problemi della nostra zona. L’informazione è pertanto alla base delle sedute, ma altrettanto spazio è dedicato alla formazione, anche per condividere le linee di intervento .
Per l’informazione, dopo aver ascoltato, con interesse, gli scopi dell’associazione “Made in Fabriano” , Gianluca Orfei, dirigente medico del locale servizio di medicina del lavoro, ne ha illustrato l’attività. L’applicazione della legge sulla sorveglianza sanitaria ha diminuito notevolmente gli infortuni, tra il 5 e il 10% nel nostro territorio, con incidenti mortali solo in agricoltura, più difficile da controllare. La normativa molto severa, non sempre è calata nella realtà aziendale. Ci sono poi, non tanto nel nostro territorio, grandi masse di lavoratori, non rappresentate per il lavoro nero, che spesso sfuggono alla sorveglianza, ma il fenomeno va contrastato con decisione.
Daniele Dolce, responsabile della formazione del gruppo Indesit, direttore della commissione e volontario del centro per lo sviluppo occupazionale (CSO), ha parlato proprio del centro; nato nel 93 in Lombardia, da un’idea di Franco Ferrazza per aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. E’ presente a Fabriano dal 2005, presso la Domus Mariae, aiuta i neolaureati, i cassaintegrati e i disoccupati ecc. alla ricerca e alla creazione del lavoro con tecniche e metodologie di volontari esperti. In aumento la domanda da parte di disoccupati, anche disperati. Si compone di 10 volontari, hanno seguito circa 900 persone con un lusinghiero 60% di rioccupazioni.