Grazie dell’invito a questo vostro momento di formazione permanente, che ha messo a tema l’essenza della nostra vita cristiana: l’annuncio e la testimonianza del Vangelo.
Nonostante il titolo della relazione punti l’attenzione, infatti, sull’omelia, mi è stato chiesto di avere uno sguardo più ampio che potesse permettere di considerare sia il momento più prettamente omiletico sia la predicazione in senso lato.
Prima mi sia consentita una premessa: cosa c’entrerà mai una donna con le omelie? Di questo dovrebbero occuparsi solo coloro che in prima persona sono chiamati a dirle tutte le domeniche, da anni!
Forse sì, forse no. Proviamo a fare l’ipotesi del no, visto che ormai sono qui tra voi oggi e abbiamo un po’ di tempo da condividere.
Il percorso che vi proporrò oggi è quello emerso da una ricerca sulle omelie da un punto di vista dapprima linguistico (per la mia tesi di laurea) e successivamente pastorale (per le mie attività di formazione con preti e seminaristi). Verrà messa particolare attenzione alla consapevolezza nella costruzione del messaggio e agli effetti sull’ascoltatore.
Nel corso della mia relazione non mancheranno una serie di esempi, ma naturalmente potranno essere utili sino a un certo punto perché la cosa che sarà importante è l’applicazione viva nella quotidianità, nella storia e nel contesto ecclesiale in cui si vive.