Omelia del Vescovo per la Solennità della Madonna del Buon Gesù

La pace sia con voi.

E’ così che il Papa ieri, incontrando i vescovi della Colombia li ha salutati, ricordando loro che qualcuno prima di Lui ha fatto un saluto di questo tipo. E’ così che mi piace salutare voi tutti qui presenti per celebrare insieme la festa della Madonna del Buon Gesù. E’ il saluto che il Risorto rivolge al gregge dopo aver vinto la morte per sempre. E’ così che possiamo dire che stiamo partecipando ad una storia di Salvezza che avviene OGGI. Il Risorto è in mezzo a noi OGGI e continua a donarsi. Abbiamo appena accolto la Sua Parola che OGGI ci permette di partecipare della vita eterna.

A questo proposito non posso non tornare indietro col pensiero, a qualche giorno fa. Mentre qui a Fabriano, sostenuti e accompagnati, da S.E. Mons. Vecerrica, con la premura e la passione pastorale che lo caratterizza iniziava la novena, con alcuni di voi, un piccolo gruppo, in una sorta di gemellaggio ideale, ci siamo ritrovati come pellegrini a Fatima. Abbiamo avuto la possibilità di celebrare l’eucaristia, al mattino di ogni giorno, presso la cappella delle apparizioni. Abbiamo accolto la Parola che nella celebrazione ogni giorno ci veniva proclamata, così come anche quest’oggi abbiamo fatto. In quel luogo l’incontro con la Parola si colorava del manto di Maria che in modo del tutto particolare ci invita all’accoglienza della Parola. Mi veniva davanti l’immagine dell’uscita a vita pubblica di Gesù, alle nozze di Cana, quando viene operata la trasformazione dell’acqua in vino. A quel banchetto di nozze era presente anche Maria e al momento in cui viene a mancare il vino, coinvolge il Figlio, facendogli presente questa particolare “indigenza” e invitandolo ad intervenire.

FATE QUELLO CHE VI DIRA’, dice ai servitori di tavola. Lei può ben farlo questo invito perché è la prima a farne l’esperienza in quell’”eccomi, sono la serva del Signore avvenga di me secondo la tua Parola”, ripetuto e confermato in tutta la sua vicenda:

FATE QUELLO CHE VI DIRA’: Oggi Maria lo dice a noi

Ogni volta che ci mettiamo davanti alla Parola di Dio accogliendola come tale, essa, come il vino buono, continua a dare sapore alla nostra vita, ci permette di rimanere a far festa perché Lui è presente in mezzo a noi e compensa ogni nostra indigenza particolare. E’ anche Maria allora che ci invita ad accogliere la PAROLA dicendoci. Fate quello che il Signore vi dice. Non c’è cosa più importante da fare.

La Parola di quest’oggi ci fa vedere che la Storia della Salvezza che porta il Risorto a noi, è una storia di uomini spesso anche carichi di contraddizioni, storia di infedeltà e di conversioni, storia di persone che si sono compromesse con Dio, dove decisivo diventa l’ASCOLTO della Parola del Signore attuato con radicalità da alcune di queste.

La “strana” vicenda che Giuseppe vive ce lo fa vedere sempre in accoglimento della Parola del Signore. Non perde mai la speranza, non si fa condizionare dalle “regole”, o dai sentimenti che immagino in quel momento agiscono in modo vorticoso su di lui. Capisce, al di là di quelle che sono le apparenze, che la cosa migliore da farsi è quella di rimanere in ascolto della voce del Signore in un atteggiamento di fiducia. Rimane in un ASCOLTO fiduciale.

Emerge in Giuseppe una qualità che tutti gli riconoscono, l’UMILTA’, ma è un umiltà per il Regno di Dio. Lo stesso tipo di umiltà di Maria.

Lo scorso mese Papa Francesco, nella solennità dell’Assunzione, parlando dell’umiltà di Maria diceva: l’umile è potente perché è umile, non perché è forte. E’ questa la grandezza dell’umile e dell’umiltà. … L’umiltà è come un vuoto che lascia posto a Dio.

Dio agisce attraverso il cuore di coloro che si fanno umili per il Regno di Dio.

La storia raccontata dal Vangelo è ricca di eventi e di incontri straordinari che OGGI noi siamo chiamati a continuare a scrivere.

Per farlo è indispensabile mettersi in quello STESSO ASCOLTO di MARIA e di Giuseppe, avendo in Cristo l’umiltà di accoglierci gli uni gli altri. Da questo punto di vista mi piace mettere in evidenza un esperienza che è sotto i nostri occhi.

La riapertura completa della nostra bella Cattedrale di San Venanzo a meno di un anno dalla scossa di terremoto che l’aveva resa inagibile. Se ben vi ricordate infatti, come oggi, lo scorso anno abbiamo celebrato qui la festa del Buon Gesù. Se ci pensiamo bene è qualcosa che ha del prodigioso.

Un grazie va ai tanti che hanno reso possibile arrivare a questo risultato, compresi coloro che fino a ieri sono stati qui a completare le pulizie. Un grazie particolare lo faccio in diretta, alla squadra del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo (MIBACT) che si è assunto l’onere, non soltanto economico, dell’intervento. Sono felice della partecipazione alla nostra festa oggi, del Segretario Generale del MIBACT, arch. Antonia Pasqua Recchia, del Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma, ing. Paolo Iannelli, del Prefetto del Mibact, Fabio Carapezza Guttuso. Ringraziamento che sento di dover farvi a nome di tutta la comunità, non solo e non tanto per il pregevole restauro effettuato ma soprattutto per l’esservi “MESSI IN ASCOLTO” e aver condiviso, ad esempio, le modalità dell’intervento. Se oggi siamo qui a vivere la festa e per questo “ascolto reciproco” che si è attivato fin dall’inizio e che ci ha permesso, ragionando insieme, di prendere una strada piuttosto che un’altra, favorendo la qualità e l’economia del restauro di un edificio, la Cattedrale, che per le caratteristiche simboliche e per il valore culturale e sociale che lo caratterizzano, rappresenta un segnale di speranza per tutto il territorio e per ogni persona che lo frequenta, al di là della propria appartenenza religiosa o convinzione particolare. Ugualmente è accaduto per la Concattedrale di Matelica che ormai da più di un mese è stata riaperta al culto.

Auspico che questo luogo oggi ritrovato e rinnovato, possa continuare ad essere in modo fecondo, luogo di ASCOLTO E ACCOGLIENZA dei doni dello Spirito. Che in sintonia con la CHIESA universale e con il Sinodo recentemente indetto da Papa Francesco, possiamo percorrere quel cammino che ci vede particolarmente impegnati a camminare per i giovani e con i giovani alla scoperta della Bellezza di Dio. Un altro segnale di speranza che ci incoraggia a percorrere con fiducia questa strada, è l’ormai prossima ordinazione sacerdotale di un giovane della nostra Diocesi, Marco Mondelci. L’appuntamento è per sabato 7 ottobre alle ore 18.00,vqui in Cattedrale.

Concludo questo pensiero, salutandovi allo stesso modo con cui l’ho introdotto.

La pace sia con voi.