Lettera diocesana per il maggio e il giugno 2016

Lettera del nuovo Vescovo ai sacerdoti

Carissimi sacerdoti,

si avvicinano i tempi della mia ordinazione episcopale e dell’ingresso in Diocesi e approfitto di questo momento di incontro fra di voi, per inviarvi un breve saluto.

Soprattutto, mi preme ringraziarvi per la cura e l’attenzione con la quale vi state preparando per il mio arrivo.

S.E. Mons. Giancarlo Vecerrica mi tiene costantemente aggiornato e più volte mi ha comunicato che state vivendo questa “attesa” nella preghiera. Credo che non ci sia preparazione più bella. Di una sola cosa abbiamo bisogno: metterci davanti a Dio, affinché sia Lui ad essere luce sulla strada che siamo chiamati a percorrere.

In questi giorni è capitato che più di una persona mi abbia chiesto come intendo portare avanti il ministero episcopale nella Diocesi di Fabriano-Matelica. Per quanto ognuno di noi porti con sé delle caratteristiche particolari che lo identificano, non credo che possa esserci una risposta individuale a questa domanda. Un vescovo è prima di tutto uomo di comunione, chiamato a custodirla e promuoverla, essendone testimone in prima persona. E’ ciò che spero di riuscire a fare insieme con voi. E’ certamente decisivo il ruolo di sacerdoti consapevoli che la prima comunione che sono chiamati a vivere è quella con il vescovo e con i confratelli della propria Chiesa particolare (cfr. La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana, CEI, 2006, n.15). Sono convinto che non c’è dono più grande che possiamo fare alla comunità cristiana di un presbiterio unito, conseguenza della decisione di ognuno a mettere la carità al primo posto nei rapporti. Non dobbiamo fare chissà quali cose straordinarie per raggiungere tale obiettivo, basta dare continuità a quanto già si sta facendo nell’edificazione della Chiesa di Fabriano-Matelica, sapendo che non bisogna mai dare per scontata la comunione e che è richiesta ad ognuno di noi la conversione continua nell’attimo presente della vita. Devo dire che è per me di consolazione l’aver sentito da più persone, del bel rapporto che vi lega a S. E. Mons. Giancarlo Vecerrica.

Mi piace l’immagine di una Chiesa “in uscita”, più volte presentata da Papa Francesco come capace di portare Cristo in ogni luogo. E’ possibile andare in uscita e raggiungere in modo efficace tutte le periferie che hanno bisogno del Vangelo (cfr. EG n. 20), solo se siamo Chiesa e diamo la vita ogni giorno per la sua edificazione (cfr. Gv 13,35). Non c’è atto di misericordia più grande che possiamo compiere, permettendo al Signore di continuare a manifestarsi, attraverso di noi, agli uomini del nostro tempo.

Carissimi, vengo fra di voi contento di seguire la strada indicata dal Signore, nel segno dell’obbedienza alla Chiesa e al Papa che deve guidare sempre il nostro cammino. Non ritengo di avere qualcosa di particolare da donarvi ma vi assicuro lo sforzo quotidiano di mettermi in gioco fino in fondo, promettendovi fin d’ora di dare la vita per ognuno di voi.

Che la Madonna del Buon Gesù accompagni i nostri passi, affinché possiamo corrispondere in pienezza alla chiamata del Signore.

fraternamente

Ascoli Piceno, 13 aprile 2016

+ Stefano Russo