Lettera Diocesana Maggio 2015

Carissimi sacerdoti!

Come mio solito, nella lettera mensile faccio riferimento ai fatti che accadono durante il mese. Non vi dispiaccia se in questo mese di maggio sottolineo il mio 50° di sacerdozio del 22 maggio (1965-2015), unitamente con il 50° di Don Renzo Antonioni e Don Dario Marcucci e con il 60° di Mons. Aldo Mei, celebrati in altri mesi dell’anno. Non è festeggiata la persona, ma la sua nuova identità nel sacerdozio, cioè il suo nuovo “io”, stupendamente definito da San Paolo così: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20). È proprio la festa del sacerdozio, cioè di Gesù, unico e sommo sacerdote, presente tra noi.
Mi sembra doveroso offrire con umiltà ai miei fratelli sacerdoti ciò che Dio mi ha donato da vivere e capire in questi 50 anni:

– Nel mio primo messaggio, appena eletto vescovo, nel gennaio 2003, vi scrivevo: “Voi siete i miei primi amici. Mi auguro, e ne sono certo dopo aver incontrato alcuni di voi, che così sarà anche per voi verso di me”, e vi proponevo: “l’attenzione alla fede del prete, l’attenzione alla persona del prete e la valorizzazione dei carismi di ognuno … Come vescovo mi sento chiamato a osservare ed imparare, a incoraggiare e a testimoniarvi l’entusiasmo della vocazione ricevuta, che genera nuove vocazioni: ‘colui che è amato genera amore’ (Sant’Ippolito)”. È bello essere ritornato al mio primo incontro con voi (cfr. Bollettino Diocesano nr. 1), per rivivere con voi l’inizio e la continuità del mio sacerdozio.

 Nell’anno sacerdotale 2011-2012, nella Lettera Pastorale “Vieni e seguimi (Mt 19,20-21) – educare alla vita come vocazione”, vi scrivevo: “la vocazione è un progetto di vita strettamente legato al raggiungimento della nostra felicità a cui Dio ci chiama … È  allora un progetto da identificare, approfondire, vivere e portare al compimento, perché è in gioco la nostra realizzazione personale e la vita della comunità … Come per Abramo, anche per noi è importante partire, iniziare a percorrere con semplicità la via che abbiamo colto come nostra, con pace e senza la presunzione di aver già capito tutto. Il Signore stesso lungo la strada sarà capace di sorprenderci con improvvisi e inaspettati cambi o aggiustamenti di rotta. Lasciamogli la libertà di stupirci!”.

 Papa Francesco nell’Omelia della Messa Crismale di quest’anno ci aiuta a sostenere la stanchezza nella vita sacerdotale: “La sequela di Gesù è lavata dallo stesso Signore affinché  ci sentiamo in diritto di essere ‘gioiosi, pieni, senza paura né colpa’ e così abbiamo il coraggio di uscire e andare sino ai confini del mondo, a tutte le periferie, a portare questa buona notizia ai più abbandonati … E, per favore, chiediamo la grazia di imparare ad essere stanchi, ma ben stanchi”.

Carissimi sacerdoti! Quanto vi debbo ringraziare per come mi avete edificato e seguito!

Carissimi fedeli tutti! Il 50° di sacerdozio del vescovo sia la festa del sacerdozio, sia l’approfondimento delle linee fondamentali di tale missione e la proposta affascinante da rivolgere ai ragazzi e ai giovani. 

Ecco i miei principi fondamentali:

 Il principio mariano: l’amore alla Madonna è la strada sicura alla felicità. Sono stato contento di essere stato ordinato sacerdote nel messe di maggio dedicato alla Madonna.

– A lei mi sono affidato fin da piccolo nella mia parrocchia di San Giuseppe di Tolentino, là dove c’è l’altare dedicato alla Madonna della Misericordia.

 Il principio petrino, che è l’amore al Papa come la sorgente della vita del sacerdote, perché il Papa è “il dolce Cristo in terra” (Santa Caterina). Da quando avevo 18 anni ho offerto la mia vita alla Madonna della Misericordia per la vita del Papa Pio XII.

Con questa storia e con questi sentimenti, vi aspetto alla concelebrazione di domenica 24 maggio 2015 alle ore 16 in Cattedrale, per ringraziare il Signore del dono dei miei 50° anni di sacerdozio.  Vi ringrazio con tutto il cuore e vi benedico.                        

+ Giancarlo Vecerica